Non solo filosofi

Non solo filosofi Non solo filosofi Un popolo guerriero e religioso C~ VENEZIA LI specialisti e i giovani studiosi si mettono in fila per conoscerla e farle do mande. Mercedes de la Garza, antropologa e storica, è la direttrice del Museo Nazionale di Antropologia di Città del Messico, una delle curatrici della mostra di Palazzo Grassi, la coordinatrice e uno degli autori dei due volumi sui Maya editi dalla Jaca Book. Le chiediamo una sorta di vademecum da consegnare al visitatore che non sia un conoscitore del tema. Quali sono i luoghi comuni sui Maya che deve togliersi dalla testa? «L'idea - diffusa nella prima metà di questo secolo - che i Maya fossero un popolo di filosofi e astronomi, di scienziati puri, dediti alle cose spirituali, alieni da guerre e sacrifici cruenti, incuranti degli aspetti prosaici e materiali della vita. Non è vero, erano guerrieri e avevano spirito religioso, guardavano al cielo e curavano le cose del mondo. Sbagliato anche pensarli come dei sanguinari efferati. E' vero, facevano sacrifici umani, facevano autosacrifici. Ma dietro c'era una particolare concezione religiosa. Si credeva che il sangue dovesse alimentare gli dei, che gli dei non fossero perfetti ma dovessero mangiare per vivere e il sangue umano fose l'alimento più importante, l'energia vitale impalpabile che diventava energia spirituale». Quali i temi più importanti che la mostra propone? «La figura di chi governa, considerato il centro dell'universo, capace col suo potere di cambiare il mondo, l'intermediario fra la divinità e l'umanità, un grande sacerdote, il giusto. La relazione fra l'uomo e la natura. Il livello scientifico dei Maya, grandi matematici, astronomi, inventori di un calendario solare più esatto del nostro, inventori dello zero mille anni prima degli indiani, da cui l'invenzione passò agli arabi, poi in Europa». Quali i misteri ancora da svelare? «La piena decifrazione della scrittura. Oggi abbiamo imparato a interpretare i testi, ma sappiamo solo in parte leggerli. Molti simboli non corrispondono alle stesse immagini. Non tutte le forme grafiche ci sono chiare. Questa è la grafia più complicata d'Ameri- La cuMde la «Manca una chiinterpreloro scca. Molto simbolica. Ne sappiamo più di 40 anni fa, grazie al lavoro degli epigrafisti, soprattutto di Russia, Usa, Europa che stanno lavorando su questo. Ma ancora non conosciamo la chiave. Ancora non abbiamo trovato la stele di Rosetta». Cosa ha aiutato a capire quello che si sa sull'organizzazione della società maya? «Nei primi anni della colonizzazione ci furono Maya che scrissero in caratteri latini, ma nella loro lingua, antichi codici di carattere storico che erano stati distrutti dall'evangelizzazione fanatica dei religiosi spagnoli. Il ritrovamento di questi testi, insieme con i risultati di scavi archeologici e l'iniziale interpretazione dei simboli, ci ha fatto procedere nello studio e nella conoscenza». Quali sono i filoni di ricerca più importanti, in questo momento? «Quelli sulla vita politica, le funzioni dello Stato, la scrittura, la religione. Gli storici delle religioni stanno facendo studi molto interessanti, con il metodo scientifico applicabile a tutte le religioni, come ha insegnato quel grande maestro che fu Mircea Eliade e la sua maniera di affrontare la fenomenologia del sacro». Perché tanti ritardi nello studio dei Maya? «Non è vero. Non ci sono stati. La lontananza dall'Europa, le difficili condizioni ambientali hanno pesato a lungo. Ma la ricerca scientifica è iniziata al tempo degli studi sulla Grecia antica ad esempio». Quale idea vorrebbe che il visitatore non esperto di cultura maya si portasse via, dopo aver visto questa mostra? «L'idea che questa è una grande civiltà, al livello delle grandi civiltà del mondo, da loro diversa ma anche con molte profonde similitudini. L'idea di una cultura con un'alta spiritualità, un elevato spirito scientifico, la capacità di tradurre significati e segni in marnerà raffinata». [1. m.] La curatrice Mercedes de la Garza: «Manca ancora una chiave per interpretare la loro scrittura» GUIDA PRATICA INDIRIZZO. Palazzo Grassi, San Samuele 3231. ORARI. La mostra è aperta, sino al 16 maggio 1999, tutti i giorni, festivi compresi, dalle 10 alle 19. BlOtirm. Intero 14 mila lire; ridotto 10 mila lire. __ PRENOTAZIONI. Prevendita con prenotazione del giorno di ingresso in corso da luglio agli sportelli della BNL. INFORMAZIONI. Teletono 041/52 29.875. Sito web: www.palazzograssi.it CATAIOGO. Edito da Bompiani, 700 pagine, versione brossurata a 68 mila lire durante la mo- stra; versione cartonata 100 mila lire in libreria. VISITA VIRTUALE. Con il Cd Rom «I Maya» prodotto per l'occasione dalla Rizzoli New Media. VAPORETTI. Dalla stazione ferroviaria, Piazzale Roma o dal Tronchetto. Linea 1 : fermata Sant'Angelo; linea 82: fermata San Samuele; linea 3 (sino al 31 ottobre e dal primo aprile '99): fermata San Samuele. sofi eligioso La curatrice Mercedes de la Garza: anca ancora a chiave per terpretare la ro scrittura» piamo lavoro tto di stanno ancora Ancotele di capire ganizento di isultati iale in ha fate nella ricerca to mole funa, la reeligioni o inteentifico oni, code maee la sua enomello stutati. La difficili no pesaentifica di sulla he il vii cultua, dopo ra? ande cii civiltà ma anINDIRIZZO. Palazzo Grassi, ORARI. La mostra è aperta,alle 19. BlOtirm. Intero 14 mila lirePRENOTAZIONI. Prevendita sportelli della BNL. INFORMAZIONI. Teletono 04CATAIOGO. Edito da Bompiastra; versione cartonata 100VISITA VIRTUALE. Con il Cd VAPORETTI. Dalla stazione fet'Angelo; linea 82: fermata Sfermata San Samuele. in vaporetto pobiare per un qua una proto-maya. 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Persone citate: Ameri, Mircea Eliade, Modine Alexandre

Luoghi citati: Città Del Messico, Europa, Grecia, Russia, Usa, Venezia