Agosto avaro per i Fondi di V. Cor.

Agosto avaro per i Fondi IL PUNTO DEI MERCATI Agosto avaro per i Fondi Per i Fondi di investimento agosto è stato un mese «no», la raccolta netta è andata a sfiorare i 22 mila miliardi (21.933 per la precisione), contro i 30.687 totalizzati a luglio. Certamente i dati di agosto non intaccano il boom vissuto dai Fondi durante i primi otto mesi di quest'anno, periodo in cui i risparmiatori hanno affidato alle cure dei gestori ben 263.263 miliardi (ovvero quasi il doppio di quanto raccolto nell'intero 1997): in complesso, alla fine del mese scorso, il patrimonio netto dei 656 fondi che operano in Italia è risultato pari a 644.350 miliardi, con un incremento di oltre il 75% rispetto all'inizio dell'anno. Ma il calo di agosto c'è stato ed è stato forte: il rapporto di Assogestioni, l'associazione dei gestori di Fondi, indica 41.294 miliardi di nuove sottoscrizioni e 19.361 miliardi di riscatti, la differenza dà l'ammontare della raccolta. Quali Fondi hanno avuto meno «appeal» per i risparmiatori? Innanzitutto gli azionari, la cui richiesta è precipitata a soli 514 miliardi contro i 5570 di luglio e i 2591 di giugno. Ma anche per i Fondi bilanciati è stata dura, con una raccolta quasi dimezzata, dai 2871 miliardi di luglio ai 1466 di agosto. Un po'meglio gli obbligazionari, passati a 19.953 miliardi dai precedenti 22.246. E non è andata bene neppure ai Fondi comuni di diritto lussemburghese, che, tra luglio ed agosto sono passati da poco più di 1095 miliardi a 771 miliardi e 300 milioni, con 1044 miliardi e 700 milioni di riscatti e 1816 miliardi di nuove sottoscrizioni. Quali le cause di questa picchiata generale? «La crisi economica dell'Estremo Oriente e quella, conseguente, delle Borse non poteva non riflettersi anche sull'Italia - spiega il rapporto Assogestioni - tuttavia il mercato nazionale ha mostrato un'apprezzabile tenuta grazie alla protezione che gli deriva dall'euro e al consolidamento dei progressi registrati nei fondamentali macro-economici. In questo contesto - aggiunge il rapporto - è continuato il processo di riduzione dei rendimenti dei titoli pubblici che hanno toccato nuovi minimi storici, mediamente di poco superiori al 4 per cento. Un processo favorito anche dall'andamento dei tassi internazionali che sta alimentando le aspettative di livelli di convergenza dei tassi a breve dell'Euro più contenuti e prossimi a quelli attualmente praticati in Germania». Resta il fatto che la progressiva estensione della crisi dei Paesi del Far East ad altre aree emergenti, come la Russia e alcuni Paesi dell'America latina, ha determinato una notevole volatilità sui mercati internazionali dei cambi e sulle principali borse mondiali. Ci sarà da fare i conti con l'accresciuta competitività di cui, nei prossimi mesi, potranno avvalersi quei Paesi che hanno subito un sensibile deprezzamento della propria valuta e le economie di Europa e Stati Uniti dovranno confrontarsi con nuovi scenari che si andranno a delineare. In conclusione per Assogestioni «gli ultimi avvenimenti confermano l'efficacia di un approccio ai mercati finanziari orientato al medio-lungo periodo». [v. cor.]

Luoghi citati: America, Estremo Oriente, Europa, Germania, Italia, Russia, Stati Uniti