Passera: Poste risanate quotabili entro il 2002
Passera: Poste risanate quotabili entro il 2002 «Nel piano nessun aumento delle tariffe» Passera: Poste risanate quotabili entro il 2002 CERNOBBIO Corrado PasseraDALL'INVIATO Quattro aniù per rendere le Poste «privatizzabili e quotabili». E' l'obiettivo del piano di impresa messo a punto da Corrado Passera secondo il compito affidatogli dall'azionista Tesoro. E sarà poi il Tesoro a decidere «se privatizzarle, quotarle o continuare a tenersele». Nel piano, ora al vaglio del ministro Ciampi e del ministero delle Comunicazioni guidato da Antonio Maccanico, non sono previsti aumenti delle tariffe né interventi sugli organici interni. Anche se le decisioni su questo secondo punto dipenderanno dalle eventuali correzioni che il Tesoro apporterà allo schema. Ci sarà invece un progressivo minor ricorso ai 7000 stagionali, man mano che le loro funzioni verranno riassorbite all'interno dell'azienda. A Villa d'Este, il neoamministratore delegato delle Poste anticipa per grandi linee i punti salienti del nuovo piano che, nel riportare il vetusto ente (ora Spa) all'utile, fa perno sulla riorganizzazione e la modernizzazione. Non a caso, tra due giorni, Passera incontrerà Bill Gates, con uno scopo preciso: discutere con lui di posta elettronica. Se il via libera del Tesoro arriverà, insieme alla conferma dei 3000 miliardi di ricapitalizzazione in tre anni, partirà il riassetto attraverso investimenti che, da oggi al 2002, assorbiranno da 4500 a 5000 miliardi. «Sarà un lavoro lungo e difficile, dal momento che l'azienda sta andando esattamente nella direzione opposta. Ma il piano dimostra che risanarla è possibile», osserva Passera aggiungendo che le Poste, già oggi, non sono più un monopolio, avendo concorrenti agguerriti in quasi tutti i settori. «Per ogni settore il piano presenta progetti e regole - spiega Passera - e questo vale sia per i nostri compiti di operatore postale nazionale, che assorbono metà della nostra attività, sia per l'altra metà della nostra anima che riguarda i servizi finanziari». Come avverrà Ja resurrezione di un conto economico che, oggi, perde 2000 miliardi l'anno? «Mettendo a posto la qualità del servizio, contenendo i costi e con la crescita del fatturato». Entro il '99 la corrispondenza ordinaria verrà recapitata entro tre giorni, quella prioritaria entro le 48 ore, e un grande impulso sarà dato alla distribuzione dei pacchi, un'attività destinata a crescere proprio con la diffusione del commercio elettronico. «Faremo salire il mercato dei pacchi, della corrispondenza commerciale, del corriere espresso», promette l'amministratore delegato, «e riorganizzeremo il Banco Posta, vale a dire quei servizi finanziari nei quali siamo un importante operatore». Le Poste, sottolinea Passera, «tra conti correnti, buoni postali e libretti postali, hanno una raccolta di risparmio pari a 250 mila miliardi e nel settore pagamenti sono il maggior operatore con oltre 700 milioni di pagamenti l'anno contro i 300 milioni del sistema bancario. Metà dei 180 mila dipendenti fissi è già occupata nei servizi finanziari». Anche in questo settore, tuttavia, molto è ancora da fare, prima di tut to nell'informatizzazione che, da sola, si mangerà oltre mille dei cinquemila miliardi di investimenti. Basti pensare che, su 14 mila sportelli, solo 1200 sono informatizzati per capire la dimesione del problema. Ma entro il '99 il computer spunterà ovunque, e corsi di riqualificazione aggiorneranno il personale degli uffici. «Il Banco Posta deve essere messo a posto allargando anche la gamma di prodotti», continua Passera e aggiunge che un nuovo servizio sta già partendo: quello che consente al pensionato di accreditare presso il conto postale la pensione. Le Poste, insomma, saranno sempre più simili a sportelli bancari, venderanno Bot e polizze assicurative. «In molte zone d'Italia, esiste solo la Posta. E del resto è nostro compito continuare ad assicurare il servizio universale», ricorda Passera, smentendo ipotesi di chiusura di uffici. Certo il lavoro da fare è enorme, e se è vero che il piano non prevede l'aumento delle tariffe, prevede comunque la messa in discussione di servizi non econoniici, come quelli forniti alla pubblica ainministrazione. E anche nelle «tariffe agevolate», quelle che riguadano l'editoria e il nonprofìt, Passera chiede che siano almeno «allineate a quelle degli altri Paesi europei». [v. s.l Corrado Passera
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