Malpensa, Prodi incassa un «no» di Francesco Manacorda

Malpensa, Prodi incassa un «no» Il premier chiama Santer. Si decide il 9, ma Monti e Bonino contano lo stesso su uno slittamento Malpensa, Prodi incassa un «no» Linea dura di Kinnock: niente rinvio BRUXELLES DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Prima lo schiaffo, poi la mano tesa. Sulla questione di Malpensa 2000 il Commissario europeo ai Trasporti Neil Kinnock sceglie la linea dura nei confronti dell'Italia nonostante un nuovo e diretto intervento di Romano Prodi. Ieri mattina la riunione speciale dei capi di gabinetto della Commissione ha infatti deciso di portare comunque davanti all'esecutivo la decisione che boccia il progetto di Malpensa 2000 nella sua forma attuale mercoledì prossimo, il 9 settembre. Dopo la bocciatura, che è ormai un atto dovuto - sostengono gli uomini di Kinnock - ci sarà tutto lo spazio per una trattativa che è anzi vista «con grande favore». Ma le carte in tavola potrebbero cambiare presto, forse già lunedì prossimo nella riunione usuale dei capi di gabinetto, o al limite - anche se a costo di una spaccatura in Commissione - il rinvio della decisione negativa verrà imposto mercoledì prossimo. Per ora comunque Bruxelles risponde picche alla richiesta avanzata giovedì dal ministro dei Trasporti Claudio Burlando di rinviare la decisione comunitaria per poter concludere la trattativa alla quale l'Italia si era infine piegata. Nemmeno una telefonata fatta ieri mattina da Romano Prodi al presidente della Commissione Jacques Santer per chiedere il rinvio ed avere quindi spazio per il negoziato sembra essere riuscita per ora a sbloc- care la situazione. Santer ha ascoltato le richieste di Prodi, ha risposto che ne avrebbe informato Kinnock e gli altri membri della Commissione, ma non ha preso assolutamente alcun impegno sul comportamento dell'esecutivo Ue. Due i motivi che spingono gli uomini del Commissario britannico responsabile dei Trasporti ad adottare una linea così rigida di fronte all'apertura italiana. Il primo è di ordine tattico: stringendo l'Italia contro il muro dell'incombente bocciatura Kinnock spera evidentemente di costringere il governo a fare ancora qualche passo avanti verso la posizione di Bruxelles nella trattativa ormai aperta. Ma c'è probabilmente anche una valuta¬ zione politica: quella che l'Italia vada in qualche modo «punita» per la sua opposizione dai toni accesi durata fino all'altroieri - a una trattativa, per l'atteggiamento molto battagliero di Prodi e per qualche insinuazione che nelle scorse settimane ha contribuito a dipingere Kinnock «manovrato» dalle compagnie aeree concorrenti di Alitalia. Così, mentre ieri i capi di gabinetto decidevano di lasciare all'ordine del giorno del 9 la decisione su Malpensa, Kinnock ha risposto a Burlando facendogli sapere che è molto contento della decisione italiana di aprire una trattativa, ma che vede delle «difficoltà» a soddisfare la richiesta del ministro di ri¬ mandare la decisione, visto che lo stesso Commissario non sarà a Bruxelles prima di martedì 8. Per ora è in programma un incontro tecnico lunedì o martedì, in vista di un incontro tra Burlando e Kinnock già mercoledì. Ma il ministro italiano ha già fatto sapere che se la Commissione dovesse comunque esprimere il suo «no» a Malpensa mercoledì per lui diventerebbe inutile arrivare a Bruxelles. Proprio la riunione tecnica potrebbe però essere il momento della verità; se le proposte italiane non fossero giudicate convincenti dalla Commissione, diventerebbe più difficile andare verso un rinvio della bocciatura. Al di là delle questioni formali è evidente che la Commissione si trova divisa. Da una parte un'ala rigorista che fa capo proprio a Kinnock e ai tecnici del suo gabinetto appoggiata ieri dagli uomini dell'altro Commissario britannico, Leon Brittan e quelli del portoghese Joào de Deus Pinheiro. Dall'altra un'ala più morbida a cui appartengono naturalmente i due Commissari italiani, Emma Bonino e Mario Monti, l'olandese Hans van den Broek (non insensibile agli interessi della Klm, alleata di Alitalia) e a sorpresa il Commissario belga alla Concorrenza Karel Van Miert, uno dei pezzi da novanta della Commissione. «Un rinvio sarebbe saggio - ha detto ieri Van Miert a Villa d'Este perché permetterebbe a Kinnock di trovare un compromesso con il governo italiano». Proprio l'ala della trattativa ha un'ultima cartuccia da sparare, che garantirebbe il rinvio della decisione a costo però di spaccare l'esecutivo comunitario. Si tratta dell'articolo 4 del regolamento della Commissione che, seppur utilizzato raramente, dà a ciascun Commissario il potere di eliminare di autorità qualsiasi punto all'ordine del giorno e spostarlo alla seduta successiva. Se tutti gli altri tentativi di ottenere un rinvio dovessero fallire, si assicura a Bruxelles, entrambi i Commissari italiani potrebbero ricorrere - anche se a malincuore - a quest'arma. Francesco Manacorda Il commissario europeo per i Trasporti Neil Kinnock