Una speranza dalia donna uccisa

Una speranza dalia donna uccisa Il questore: siamo sulle tracce degli assassini della casalinga caduta per sbaglio nell'agguato Una speranza dalia donna uccisa Napoli, donatigli organi della vittima dei killer NAPOLI. Non hanno avuto esitazioni e hanno detto un sì difficile da dire quando si è sopraffatti dal dolore. Ma dalla morte di Giuseppina Guerriero, la casalinga uccisa per errore dai killer che volevano eliminare un camorrista, è nata la speranza per malati da anni in attesa di un'occasione per guarire. L'atto di generosità compiuto dal marito, Nicola Quartucci, e dai quattro figli della coppia, ha autorizzato l'espianto degli organi della donna. Reni, cornee, fegato - non il cuore, per una vecchia cardiopatia - sono stati prelevati da diverse équipe mediche ed utilizzati per trapianti che hanno salvato la vita o ridato la vista a cinque pazienti. Giuseppina non ce l'ha fatta e questa mattina a Faibano, la piccola frazione di Marigliano dove abita la famiglia, saranno celebrati i funerali che si annunciano segnati dalla solidarietà di parenti, amici, dei tanti cittadini che ieri si sono stretti attorno al marito, operaio all'Alfa di Pomigliano, e ai quattro ragazzi. La decisione di donare gli organi è stata presa subito e risponde a un desiderio che proprio lei, vittima innocente della violenza, aveva più volte espresso. Quando i medici dell'ospedale Loreto Mare di Napoli hanno staccato gli apparecchi che la tenevano artificialmente in vita, l'operazione si è messa in moto: i reni sono stati inviati a Roma, le cornee al pohclinico universitario napoletano, il fegato è stato impiantato in un artigiano avellinese ricoverato al Cardarelli. E mentre i familiari sono chiusi in una sofferenza piena di dignità, gli inquirenti danno la caccia agli assassini e si mostrano ottimisti. La cattura dei killer potrebbe essere questione di ore. Sia i carabinieri sia la polizia ritengono di aver imboccato la pista giusta e di aver identificato i due sicari che mercoledì sera hanno sbagliato bersaglio colpendo un'innocente. Lo scenario è quello di una guerra di supremazia tra il clan Capasso e un gruppo di malavitosi che gli contende il potere: nel mirino dei sicari c'era un capozona dei Capasso, Saverio Pianese, sfuggito all'agguato che è costato la vita alla casalinga di Marigliano. Per ora i carabinieri hanno arrestato un esponente del clan, Antonio Esposito, 27 anni, trovato in possesso di una pistola calibro 38. Ma il questore di Napoli Arnaldo La Barbera sembra sicuro che presto i responsabili della morte di Giuseppina saranno assicurati alla giustizia. «Siamo di fronte a un episodio quanto mai tragico, che rappresenta un'ulteriore conferma del clima di violenza che viviamo - ha sottolineato il questore -, un episodio che richiama alla memoria il dramma di Silvia Ruotolo. E in questi casi i successi investigativi non potranno mai restituire una madre ai suoi figli». Novantatré morti dall'inizio dell'anno, quattro omicidi nel giro di poche ore: la violenza è riesplosa dopo una breve tregua estiva. Se La Barbera sostiene che il tragico destino di Giuseppina è frutto di «una realtà violenta, segnata dalla guerra tra bande» e l'ufficio di presidenza della Commissione antimafia annuncia che giovedì si parlerà della «questione Napoli», il procuratore di Nola, Adolfo Izzo, punta il dito contro le inefficienze dello Stato. L'organico dei magistrati è sottodimensionato: mancano due degli otto pm previsti e soltanto due sostituti sono attualmente al lavoro, perché gli altri sono in ferie. E invece - dice Izzo - la delinquenza, come dimostra anche la tragica fine di Giuseppina Guerriero, è «più agguerrita in provincia dove ormai si sono trasferiti i centri direzionali delle attività illecite». I concorsi per l'invio di magistrati a Nola vanno deserti: «Segno che qui, osserva il procuratore, nessuno vuole più venire a lavorare perché è difficile e rischioso». «Un mese fa - racconta Izzo - sono andato a picchettare l'ufficio del ministro Flick per prospettargli le difficoltà in cui siamo costretti a lavorare qui a Nola. Ma dal Guardasigilli non ho ricevuto in risposta niente più che il sentirmi dire che avevo ragione». Mariella Cirillo Il procuratore di Nola «Lo Stato non ci aiuta e nessun magistrato vuole lavorare qui» A sinistra Giuseppina Guerriero, la casalinga uccisa per sbaglio dai killer di camorra. Sopra, il luogo dell'agguato

Luoghi citati: Marigliano, Napoli, Roma