Allarme rosso nel Pacifico di Fernando Mezzetti

Allarme rosso nel Pacifico La Corea del Nord: abbiamo solo lanciato un satellite. E chiede soldi in cambio del blocco dell'esportazione di materiale bellico Allarme rosso nel Pacifico «Oggi un nuovo missile da Pyongyang » TOKYO. L'intero Estremo Oriente è in stato di allarme nel timore di un secondo lancio di missile balistico dalla Corea del Nord, dopo quello che lunedì ha sorvolato il Giappone finendo nel Pacifico. Un Paese militarizzato e in preda alla fame, che alterna appelli di aiuto a ricatti militari, aizza la tensione spingendo Tokyo a fermezze come mai aveva avuto nei rapporti internazionali nel dopoguerra. Il Giappone ammonisce infatti di non escludere un contrattacco militare se Pyongyang dovesse procedere a un secondo lancio che sorvoli il suo territorio col nuovo e potente missile balistico, dopo che i preparativi sono già stati rilevati da diverse fonti. Alle rivelazioni di Tokyo di precise informazioni in questo senso, certo fornite dagli americani che coi satelliti stanno visualizzando gli apprestamenti del lancio, si sono aggiunte conferme russe. Citando fonti di intelligence militare, l'agenzia moscovita Interfax ha infatti comunicato ieri che la Corea del Nord si appresta a un secondo lancio per oggi, e che le forze di Mosca nella regione sono in stato di allerta, nell'ipotesi che uno degli stadi del missile possa finire in acque territoriali russe. Le forze giapponesi e della Corea del Sud sono già da lunedì in stato di allerta, come quelle americane nei due Paesi. La Cina tace, ma secondo esperti ha anch'essa alzato senza dirlo il livello di guardia dell'armata nelle regioni costiere e di confine col Nord. Il monito di Tokyo a Pyongyang, espresso dal ministro della Difesa Fukushiro Nugaka, si segnala per la sua fermezza. Secondo la Costituzione imposta dagli americani nel '47, il Giappone «rinuncia per sempre alla guerra e all'uso della forza o alla minaccia di ricorrervi per risolvere dispute internazionali». E' la prima volta da oltre mezzo secolo che Tokyo evoca l'ipotesi di un'azione militare. Nugaka lo ha fatto insistendo sulla necessità di convincere diplomaticamente il Nord a non persistere, ma affermando anche il diritto all'autodifesa, cioè a rispondere all'attacco. Egli si è richiamato a una risoluzione della Dieta del '56, secondo cui il Giappone, se attaccato con missili, può lanciare un contrattacco contro la base missilistica. Analisti militari e politici parlano anche, per impedire il secondo lancio, di un colpo preventivo sul Nord in risposta al primo che ha già sorvolato il territorio nazionale. Ma il Giappone non ha missili, e dovrebbe procedere con aerei che dovrebbero penetrare per almeno dieci chilometri nel Nord per raggiungere l'obiettivo, cioè la base già individuata. Per ritorsione, Tokyo ha già sospeso gli aiuti umanitari e i finanziamenti di reattori nucleari a scopo pacifico per il Nord, d'intesa con Stati Uniti e Corea del Sud, per bloccare il programma atomico del Nord stesso. Il lancio nordcoreano avverrebbe in concomitanza con l'ascesa di Kim Jong 11, figlio del dittatore Kim II Sung morto nel '94, a capo dello Stato in aggiunta a capo del partito e delle forze armate. La sua nomina dovrebbe essere fatta oggi dal «parlamento», che si riunisce per la prima volta da quattro anni. Ma potrebbe an- che avvenire il 9 settembre, per i 50 anni della repubblica. Nel salire della tensione, il Nord annuncia di aver lanciato lunedì, giorno in cui il missile ha sorvolato il Giappone, il suo primo satellite artificiale, messo in orbita da un vettore a tre stadi, caduti nei punti già indicati da Tokyo. L'annuncio esalta la conquista scientifica come «orgoglio e delizia» nazionale, precisando che il satellite trasmette messaggi patriottici e «La canzone del maresciallo Kim Jong II»; esso deride inoltre Stati Uniti e Giappone, dicendo che hanno inventato la storia del missile perché non «riescono a onorare gli impegni presi» per l'accordo nucleare. Nei giorni scorsi, in risposta alla preoccupazione degli Stati Uniti per le vendite del Nord di missili a vari Paesi, il Nord stesso ha chiesto a Washington di essere rimborsato delle perdite dei propri ricavi: circa un miliardo di dollari all'anno, e più aiuti umanitari. Mendicità e oltranzismo, lame e potenza militare, appelli e ricatti. Fernando Mezzetti Tokyo minaccia «Se cadrà ancora sul nostro territorio sapremo dare un'immediata risposta militare» Un ufficiale della Corea del Nord ispeziona le truppe di frontiera a Panmunjom

Persone citate: Fukushiro Nugaka, Kim Jong, Kim Jong Ii