Eltsin prende tempo, si vota lunedì
Eltsin prende tempo, si vota lunedì Il Presidente insiste sul suo candidato premier e la Duma accetta di posticipare il gradimento Eltsin prende tempo, si vota lunedì Cernomyrdin propone «una dittatura economica» MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE L'ormai quotidiano tonfo del rublo (ha perso il 27 per cento: 16,99 per un dollaro) s'è verificato in concomitanza con un nuovo colpo di scena politico: la Duma ha deciso, a larga maggioranza, in extremis, di spostare a lunedì la seconda votazione sulla candidatura Cernomyrdin. E' stato Boris Eltsin a proporre la dilazione, inviando un documento alla camera bassa contenente un nuovo compromesso sulla riduzione dei poteri presidenziali, e contemporaneamente proponendo una tavola rotonda tra i «poteri» per la mattinata di lunedì. Ma a convincere Ziuganov a concedere - e concedersi più tempo sono intervenuti altri due fattori di maggiore peso: la necessità di esaminare meglio il piano economico di Cernomyrdin e il fatto che il Consiglio della Federazione aveva ieri votato il «gradimento» al premier designato con una votazione più convincente di quanto i comunisti sperassero. Il voto della camera alta aveva infatti dato 91 voti al premier designato, contro soli 17 contrari e sei astenuti. Un voto non decisivo e solo consultivo; per giunta venuto al termine di un dibattito velenoso, costellato di accuse durissime all'indirizzo del premier designato, è tuttavia un'inversione di tendenza psico- logicamente importante. Che potrebbe cambiare le cose da qui a lunedì. Anche perché il piano presentato da Cernomyrdin al Consiglio Federale e che passerà alla cronaca come la «dittatura economica» - contiene diverse cose che non possono dispiacere ai comunisti: difesa dei monopoli naturali, ri-nazionalizzazioni delle imprese privatizzate e già decotte, monopolio statale su alcol, impegno a pagare salari e pensioni entro la fine dell'anno, anche a costo di stampare rubli alla disperata. Piano che lo stesso Cernomyrdin ha definito «impopolare», ma che potrebbe apparire come l'ultima spiaggia, oltre la quale si annega. E neanche Ziuganov che pure continuava ieri a dire che mai e poi mai la Duma farà passare il premier di Eltsin vuole affogare. E probabilmente anche Ziuganov ha qualche dubbio sul corso che potrebbero prendere gli eventi se Eltsin sciogliesse la Duma. Non è certo un caso se il capo del Servizio Federale di Sicurezza (ex Kgb), Vladimir Putin, dichiarava ieri che il 40% del prodotto nazionale lordo della Russia è in mano a strutture criminali (qualcuno ricorda i non lontani peana dei commentatori occidentali che esaltavano il dato ufficiale secondo cui il 60 per cento delle imprese russe era finalmente privatizzato?). Che succede se alla «dittatura economica» le bande criminali risponderanno con il terrorismo? E si metteranno a sparare anche contro i comunisti? L'incertezza è dunque comprensibile. Bocciare Cernomyr¬ din può significare perdere tempo prezioso per affrontare la crisi economica. Lasciarlo passare può significare rimanere coinvolti nella responsabilità di un nuovo fallimento. E tutti i russi sanno perfettamente - come dicono tutti i sondaggi - che il responsabile numero due di questo disastro è proprio Cernomyrdin. Più o meno erano ieri gli stessi dilemmi che angosciavano i senatori prima del loro voto. Tanto più difficile perché ormai anche la gran parte dei governatori sono all'opposizione, orientati in senso nazional-patriottico, comunque stufi del peso morto rappresentato dal presidente. Tanto più difficile perché il programma di salvezza presentato dal premier facente funzione ha troppi elementi di ambiguità per poter convincere. Perfino un ultra moderato come Egor Stroev (uno dei possibili candidati alternativi a Cernomyrdin) ha espresso il suo scontento per una proposta che «finirebbe per consegnare in mani straniere il sistema finanziario russo». Stroev si riferiva al «consiglio monetario», che nella seconda fase del programma di risanamento dovrebbe assicurare il rispetto della rigida parità tra rublo e dollaro. L'unica cosa certa è che il percorso per arrivare alla ratifica di Cernomyrdin è ancora cosparso di mine. Giulietta Chiesa Il pc: continueremo a bocciare il candidato del Cremlino. Il rublo perde il 27 per cento Un'immagine pensosa di Cernomyrdin, ieri durante il discorso al Senato
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