Folena: pronti a mediare di Guido Tiberga
Folena: pronti a mediare Folena: pronti a mediare «Fermi sui principi, non sulle soluzioni» SAN POLO DALL'INVIATO «Vi porto la buona novella», dice Pietro Folena, quando si presenta alla festa dell'Amicizia con le due ore di ritardo che sembrano ormai una costante per chiunque si metta in marcia da Roma per raggiungere il palco dei popolari. La gente applaude quando il responsabile diessino per la giustizia cita l'impegno dell'Ulivo a definire una posizione comune sui rapporti tra politica e magistratura: «Questo vuol dire che noi siamo disposti a rinunciare a qualcuna delle nostre posizioni dice -. E lo stesso faranno le altre componenti della maggioranza». Il secondo applauso è scontato, anche se basta andare al di là degli slogan per capire che il cammino da compiere è ancora piuttosto lungo. A che cosa è disposto a rinunciare il pds? «Noi siamo molto rigidi sui principi, e molto duttili sulle soluzioni», è la non-risposta di Folena. Non molto diversa da quanto aveva detto in precedenza Pietro Carotti, responsabile popolare per la giustizia: «Bisogna passare dall'intreccio di monologhi a una sommatoria di dialoghi...». Il confronto con il Polo è duro. Donato Bruno, il responsabile per la giustizia nel partito di Berlusconi, non si scosta molto dalle posizioni del suo capo quando scandisce che non ci sono speranze «finché la giustizia sarà amministrata dall'asse Flick-Prodi-Veltroni». Ma anche tra le diverse anime dell'Ulivo le discrepanze restano. Al punto che Bruno può lanciare il suo guanto di sfida: «D'Alema apre alla commissione d'inchiesta dice -. Ma a questo punto chi rappresenta D'Alema? Ci sono trenta senatori che hanno già dichiarato che quella commissione non la voteranno mai. Quello che conta è il voto, non l'opinione personale di Massimo D'Alema...». Uno schiaffo che Folena restituisce all'istante: «I trenta senatori non sono una questione che riguarda Forza Italia - taglia corto -. Il vero problema è l'atteggiamento di chi ogni cinque minuti parla di magistrati comunisti...». In apparenza, quindi, tutto è come prima. Forse peggio. La soluzione-Veltroni che chiede una sessione speciale del Parlamento sulla giustizia? «Ottima» per Folena. «Insufficiente» per il ppi: «E' un errore limitarla ai reati di corruzione come propone il vicepremier - spiega Carotti -. Allargarla all'intero settore della giustizia trasformerebbe l'iniziativa in un fatto politico vincolante per tutte le forze politi¬ che, in un impegno vero a trovare soluzioni». La commissione su Tangentopoli sulla quale Berlusconi si sgola da mesi? Carotti è d'accordo, al punto da trovarsi quasi sulle stesse posizioni di Bruno e degli azzurri: «I poteri delle commissioni sono stabiliti dalla Costituzione - dice -. Non si possono fissare troppi limiti». Folena scuote la testa: «Questa non può essere altro che ima commissione anomala - ripete - che agisca in tempi limitati e senza conflitti d'interesse per nessuno». Resta l'ottimismo: «L'intesa la troveremo». Il resto è tutto da definire. Lo conferma mdirettamente Walter Veltroni, che arriva a San Polo nella tarda serata. Le condizioni dell'Ulivo per dire sì alla commissione su Tangentopoli? «Adesso vediamo...», è l'unica risposta che arriva. Al 23 settembre, in fondo, mancano ancora venti giorni. Guido Tiberga Il responsabile giustizia del Pds Pietro Folena
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