«Attenti al Giappone, è il vero pericolo»

«Attenti al Giappone, è il vero pericolo» Per il presidente d'onore Fiat un crack di Tokyo «comprometterebbe il mondo. L'economia russa no...» «Attenti al Giappone, è il vero pericolo» Agnelli promuove ilpatto sociale: così si evita il conflitto CERNOBBIO (COMO) DAL NOSTRO INVIATO La proposta Ciampi? «Io personalmente sono sempre favorevole ai patti sociali. E' l'unica alternativa alla conflittualità che è negativa per tutti: si deve andare verso il patto sociale». L'avvocato Giovanni Agnelli ha scelto il seminario dello studio Ambrosetti, ormai tradizionale «vernice» della stagione politica ed economica, per dare il suo via libera, conversando con i giornalisti in una pausa dei lavori, alla proposta del ministro del Tesoro. Una scelta senza alternative, soprattutto ora che, dopo la crisi estiva, «già c'è - avverte il presidente onorario della Fiat - una leggera recessione mondiale. Il pericolo grosso è il Giappone. Se il Giappone andasse nei pasticci, potrebbe compromettere il mondo, l'economia russa no...». Davvero si avverte il rischio recessione? «Recessione è una parola grossa, vuol dire meno 1% per tre anni consecutivi. In Europa, invece,la crescita è del 3%, in Italia del 2%». La situazione internazionale, comunque, consiglia di insistere sulla strada della politica del patto sociale. E così? «Quest'anno scade l'accordo del luglio '93, che era già una specie di patto sociale. C'è poi il contratto dei metalmeccanici e questa benedetta legge sulle 35 ore, che dev'essere fatta. Io, ripeto, sono sempre favorevole ai patti sociali, unica alternativa ad una conflittualità nociva per tutti. Tra le ipotesi del ministro Ciampi c'è quella di maggiore flessibilità con maggiori investimenti. Ora, se la flessibilità è tale da au¬ Il Sopra, i mentare la competitività, automaticamente comporta maggiori investimenti». Il che, però, equivale ad aprire il campo ai licenziamenti... «Licenziamenti è una parola grossa. Ma si possono sempre fare degli accordi: licenziamenti, per esempio, contro assunzioni. Licenziamenti di un certo numero di perso¬ ne di una certa età contro l'assunzione di giovani. La flessibilità ha mille e una formula. Il ministro ha fatto un'osservazione sui profitti: ma Ciampi ci ha sorpreso tante volte con dei grossi successi economici che non ci aspettavamo. Quindi ora ci può anche sorprendere con qualche osservazione». La Finanziaria basterà? Ritiene sufficienti le risorse da destinare al Sud? «Mi auguro che la Finanziaria sia sufficiente. Per quanto riguarda i finanziamenti per il Mezzogiorno, non posso sapere se sono troppi, se potranno essere spesi e come potranno essere spesi. Sono certamente, però, il presupposto per fare delle cose ben fatte». Forse aiuterebbe un ritocco aU'ingiù dei tassi. Vero? «Gli industriali chiedono sempre un ribasso dei tassi. I governatori non lo devono dare». Come finirà il duello in Rifondazione Comunista? «Non posso mettere bpcca in un affare di Rifondazione Comunista. Sarebbe improprio, non lo voglio fare. Detto questo, un mese fa avevo previsto quanto stava accadendo». In un mese, a proposito, sono cambiate molte cose nel mondo: la crisi giapponese, la Russia, la caduta delle Borse... «La questione del Giappone non si è risolta né bene né male. Per fortuna, non male. Le Borse, tutte le Borse erano salite da molto tempo e molto. Ciò che è sorprendente e inaspettato è la discesa del dollaro. Tutta la speculazione giocava sul dollaro forte. Il problema, probabilmente, sta in una mancanza di fiducia negli Usa oppure nel fatto che non c'è abbastanza paura da ricorrere al dollaro, anche se è sufficiente per ricorrere al franco svizzero. Non dimentichiamo poi, che quando le Borse sono molto alte basta una minima scossa, una minima scusa per fare una correzione. Quello che è successo in Russia può essere stata una motivazione psicologica ma non economica». Quello russo, insomma, non è solo un problema economico... «Assolutamente no. La dimensione dell'economia russa è uguale a quella della Svizzera o dell'Olanda. E' un piccolo problema, quello economico. Ma il problema politico, quello sì, ci preoccupa enormemente. Stamani ci si è chiesti quale sarà il futuro ruolo del generale Lebed. In Russia i militari tutt'ora credono nella democrazia, ma, detto questo, non sono pagati. E' importante che l'Occidente non dimentichi la Russia. Noi non lo faremo. Siamo lì fin dagli Anni Trenta, oggi siamo impegnati con la Gaz, con quella fabbrica che faremo certamente». Quali errori sono stati commessi con la Russia? «Non credo siano stati fatti degli errori. La Russia è un Paese che viene da 70 anni di comunismo che li hanno ridotti così. Hanno un'economia con le dimensioni della Svizzera e 20 mila testate nucleari. Hanno poi avuto 7 anni di post comunismo che non sono serviti a niente, dove tutto è stato gestito in maniera non soddisfacente. Ma non credo sia colpa delle organizzazioni internazionali. Credo che abbiano davanti a loro molti anni di pena». Un'ultima domanda: ci sono novità sul patto di sindacato Fiat? «Non c'è nulla di nuovo. Se ne parlerà a dicembre». Ugo Bertone Tra le ipotesi di Ciampi ci sono meno vincoli al lavoro Se questo porta un aumento del grado di competitività ci sarà un miglioramento automatico per il livello dei nostri investimenti J J fi fi Parlare di licenziamenti è dire una parola grossa Ma si possono fare accordi prevedendo dei tagli in cambio di assunzioni, persone di una certa età sostituite da giovani B| J Il presidente d'onore della Fiat, Giovanni Agnelli Sopra, il ministro Ciampi e Marco Tronchetti Provera