«Sono caduti nelle trappole informatiche» di Stefano Mancini
«Sono caduti nelle trappole informatiche» «Sono caduti nelle trappole informatiche» Gli 007 di Internet: ma non sempre possiamo agire ROMA. Le organizzazioni dei pedofib da anni Usano Internet. La grande rete di computer finora ha goduto di una certa extraterritoriabtà e impunità, i suoi utihzzatori sono difficilmente mdividuabib, si insediano nei Paesi dove le leggi sono meno restrittive, usano tecnologie sempre più sofisticate per sfuggire ai controlb. Gli investigatori di tutto il mondo hanno dovuto adattarsi. In Itaba è nata la pobzia debe Poste e deUe Telecomunicazioni. I suoi agenti hanno poco deh'immagine dei detective che la fiction televisiva trasmette: sono maghi deU'informatica, pedinano i sospetti lungo le strade di Internet, fanno appostamenti e tendono trappole al computer. «Ma l'aspetto fondamentale di questa inchiesta - spiega Giuseppe Messa, responsabile del nucleo dei ciberinvestigatori - è la cobaborazione internazionale». Da soli non sareste riusciti a individuare la ramificazione italiana dell'organizzazione? «La nostra inchiesta è partita da una segnalazione deh'Interpol da Londra. Ricevuti i dati, sono scattati intercettazioni telematiche e controUi personali che ci hanno portato prima al professionista di Napob, poi a quebo di Catanzaro e ancora ah'impiegato romano. Le indagini, nel loro complesso, ci hanno consentito di disegnare uno schema, una mappa che si è concretizzata nebe perquisizioni che sono state fatte e che sono in atto in tutta Itaba e che hanno portato alla raccolta di materiale che terrà impegnato l'ufficio per molto tempo». I siti di Internet per pedofili sono diffusi e facili da consultare. Perché non intervenite? «Sono tutti ab'estero, quindi sottoposti ad altre legislazioni». Ma le persone che si collegano sono anche in Italia. Come le stanate? «Normalmente, svolgiamo un'attività di monitoraggio deba rete. Quando c'è un sospetto, chiediamo l'autorizzazioni agb organi giudiziari per avviare le intercettazioni. Grazie aba nuova legge abbiamo inserito su Internet tutta una serie di siti di copertura per agenti specializzati che, sotto falsi nomi e sembianze, stanno lavorando per raggiunge¬ re, scoprire e arrestare un numero elevato di persone coinvolte nel reato di pedofilia. Nel caso di mercoledì, erano importanti il coordinamento tra le varie pobzie e la contemporaneità del bbtz. Da tempo indagavamo in cobaborazione, ci incontravamo e ci scambiavamo uiformazioni. Un errore avrebbe compromesso l'operazione: basta un attimo per far sparire le foto». Oltre allo scambio di immagini, sospettate anche un traffico di bambini? «Per ora no. Però dall'esame del materiale sequestrato, per esempio da alcuni dettagb debe fotografie, potrebbero emergere nuovi elementi investigativi. Dobbiamo procedere con debcatezza, perché sono coinvolti dei minorenni». Si è parlato di immagini sconvolgenti. «La realtà supera di gran lunga ogni fantasia». Un genitore come può difendere un figlio piccolo dai brutti incontri al computer? «I figb non dovrebbero navigare quando sono sob in casa ed è meglio che non conoscano la password. I famibari spieghino che alcuni adulti vogbono approfittarsi dei bambini». Stefano Mancini «I siti all'estero non sono perseguibili dall'Italia ma le ricerche continuano»
Persone citate: Giuseppe Messa
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