Pedofili via Internet, terzo arresto in Italia

Pedofili via Internet, terzo arresto in Italia Gli inquirenti: è una personalità di spicco dell'organizzazione. Sequestrati film girati in spiaggia Pedofili via Internet, terzo arresto in Italia Ostia, manette a un insospettabile esperto di marketing NAPOLI. Bambini sulla spiaggia, maschietti e femmine nudi o vestiti. Foto rubate a piccoli ignari, immagini apparentemente innocue e altre di inequivocabile connotazione sessuale. Ma anche un'antologia dell'orrore di produzione estera: bimbi seviziati, forse uccisi. Per entrare nell'esclusivo club dei pedofili via Internet bisognava osservare regole precise, uniformarsi a un'ideologia che bandisce sensi di colpa e limiti di legge, ma soprattutto portare in dote almeno diecimila fotografie di ragazzini da far viaggiare lungo i canali telematici. E allora nella rete sono finiti anche i volti e i corpi di bimbi ritratti di nascosto in Italia, lungo le coste calabresi dell'area Flegrea a Nord di NapoU, in negozi premaman e riservati all'infanzia, negli altri luoghi che si cerca ora d'individuare. Sorrisi e gesti innocenti non. erano riservati agli album di famiglia, ma erano diventati merce di scambio. Mette angoscia lo scenario disegnato dagli mq^iirenti che hanno portato a termine l'operazione Cattedrale, la prima su scala mondiale contro la pedofilia telematica. Ieri i magistrati napoletani, cui è toccato il coordinamento del versante italiano dell'inchiesta, hanno tracciato un primo bilancio che vede sabre a tre il numero degli arrestati. Dopo il fisico nucleare napoletano, Enrico De Marinis, 38 anni, e il medico calabrese, Guido Ferreri, di 28, gli agenti della pobzia postale hanno bloccato a Ostia un altro insospettabile, Giovanni Giusti, 32 anni, impiegato in un'azienda di marketing ed esperto d'informatica. Per tutti l'accusa è di produzione, detenzione e cessione di materiale pornografico avente per oggetto minori, in base alla nuova legge contro i pedofib varata il 3 agosto scorso. Ma sotto indagine ci sono altre cinque persone che sono state soltanto denunciate, mentre quindici sono le perquisizioni eseguite tra Roma, Napoli, Catanzaro, Firenze, Bologna e in altre città itabane. Nelle mani degb investigatori ci sono ora trenta computer, otto hard-disk, 2600 floppy disk, 440 videocassette Vhs e mighaia di fotografie di bambini. I profili tracciati dal procuratore Diego Marmo, dal pm Paola Mastroberardino e da Cristina Ascenzi del Dipartimento di pobzia delle Telecomunicazioni di Roma rimandano l'immagine di collezionisti della pedofilia, professionisti di cultura medio-alta, padri di famiglia al di sopra di ogni sospetto. Credono di essere nel giusto. Lo pensa l'uomo ritenuto dagli inquii-enti l'ideologo del gruppo, il napoletano De Marinis, sicuro di non aver fatto nulla di male. Ne è certo l'esperto di marketing che vive nel borgo medievale di Ostia Antica con una compagna francese. E' lui «The Slurp», l'autore della lettera-manifesto diffusa via Internet l'anno scorso nel sito che ospita tra l'altro la sigla «Fronte di liberazione dei pedofib». Si rivolgeva ai bambini: «Probabilmente qualcuno ti ha detto che puoi dire di no. Bene, ricorda soltanto una cosa: se puoi dire di no, puoi anche dire di sì». E ancora: «Talvolta gli amici con i quali ti diverti ti chiedono di non raccontare agb altri quello che avete fatto insieme. Questo capita spesso quando i tuoi amici sono degb adulti. Il motivo di ciò è semphce: se la gente scopre che hai fatto delle "cose" con un amico adulto o un'amica, può farlo andare in prigione e rovinargli la vita». «The Slurp» ha ora un volto, ma ogni socio del club telematico aveva un proprio nick-name: De Marinis era «Hubert»;, Ferreri, «Gumbas»; da Firenze comunicava «Baffo», da Torino «Maistery», da Bologna «FFI». E nomi fantastici avevano anche i siti segreti che ricordano favole come «Wonderland» (Il paese delle meravigbe), oppure l'origine itabana, come «Pizza». Ma i tre arrestati, secondo l'accusa, occupavano i vertici della rete itahana, a cominciare dal fisico napo- letano, dipendente dell'Alenia e per tutti irreprensibile professionista, l'uomo che la polizia sospetta di avere usato il figbo di quattro anni come «esca» per fotografare altri bambini in spiaggia. Gb investigatori hanno le prove del fatto che si sono incontrati in agosto in Calabria dove a Catanzaro, dopo una lunga permanenza deba famigha a Torino, vive Guido Ferreri, il medico finito in manette. Dal 15 agosto fino aUa fine del mese i tre hanno trascorso insieme più di una giornata in varie locahtà della costa jonica, dove avrebbero fotografato ignari bambini. E b sarebbe stato ospite anche un loro socio, un belga arrestato nell'ambito deU'operazione Cattedrale. Aba famiglia, Enrico De Marinis, al momento della partenza, avrebbe annunciato: «Vado a fare una battuta di pesca e a "scaricare" qualche rullino». Mariella Cirillo Per entrare a fare parte del «club» bisognava portare in dote 10 mila foto di bambini e diffonderle in rete ;■:■:< In alto, la casa di Enrico De Marinis, il fisico di Napoli arrestato nell'operazione Cathedral. A fianco, un poliziotto mostra la diffusione del gruppo di pedofili che si scambiava materiale pornografico via Internet