«Ristrutturo gratis il Policlinico»

«Ristrutturo gratis il Policlinico» Madre rimase cieca «Ristrutturo gratis il Policlinico» ROMA. «Il Policlinico è terra di nessuno, è una struttura fatiscente che non risponde alle esigenze della gente, ma io lo renderò splendente e funzionante». Promessa di Franco Di Rollo, di professione architetto. Prossimo incarico: progettare gratis il restauro della clinica oculistica e soprattutto della sala operatoria, ora posta sotto sequestro. «Per adesso solo questo ma poi... chissà». L'architetto generoso dal «compito ingrato» già prepara le carte, i preventivi di spesa. Aspetta i grafici, i rilievi di base. A sospingerlo non è solo la sua professionalità ma soprattutto un ricordo amaro. Sua madre, Lucia Caporuscio, 86 anni, è una delle quattro pazienti che il 6 aprile ha perso la vista per un'operazione di cataratta all'Umberto I di Roma. La molla del suo gesto è nel racconto di quel momento: «Le hanno tolto l'occhio, l'infezione rischiava di propagarsi al cervello. La colpa, però, non è stata del dottore che l'ha operata, anzi sono stato io stesso a consolarlo». L'infezione, infatti, è stata causata dal «bacillus cereus», un micidiale parassita che si ciba negli ambienti sporchi e degradati. Già l'infezione. L'architetto sorride amaramente: «La sala operatoria è antiquata e inadeguata ma io recupererò tutto il centro oculistico e poi magari l'intera struttura ospedaliera». Il progetto Di Rollo è semplice: maggiore pulizia, microscopi più sofisticati, barriere tra ambienti settici e asettici, efficienza di costi e maggiore disponibilità del personale. Ovvero un cocktail: shakerare la logica dei cicli di produzione industriali in mi ambiente più umano possibile. Il perdono, dopo la denuncia. Era stato proprio Di Rollo a provocare il sequestro giudiziario del Policlinico. Dalla sua denuncia per quell'intervento erano iniziate le ispezioni dei carabinieri dei Nas. Cinque giorni dopo i sigilli sull'intera struttura. [g. lam.l

Persone citate: Di Rollo, Franco Di Rollo, Lucia Caporuscio, Umberto I

Luoghi citati: Roma