Ucciso perché ama la vedova del boss

Ucciso perché ama la vedova del boss Reggio Calabria: la vittima aveva 24 anni Ucciso perché ama la vedova del boss REGGIO CALABRIA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Per uccidere un giovane di 24 anni un colpo di lupara è più che sufficiente; per lavare l'onta del disonore ce ne vogliono quattro, sparati davanti al bar della piazza principale, perché tutto il paese veda. Perché tutti capiscano che certe cose non si possono fare. Perché anche ai settantenni che se ne stanno a guardare nel vuoto, fuori, per prendere una boccata d'aria fresca, sia ricordato quanto vale l'onore per una famiglia, una famiglia di 'ndrangheta. Quattro colpi di lupara, davanti al bar, di domenica, quando in giro c'è più gente, in uno sperduto paesino della Locride, Bivongi. Era stato ammazzato così, Domenico Russo, rap- mmmmmmm presentante di commercio, con la fedina penale linda se non fosse stato per uno sciocco precedente per guida senza patente. Un'esecuzione mafiosa in piena regola, perché lui, il giovanotto, aveva allacciato una relazione sentimentale - o comunque lo voleva più di ogni altra cosa - con la vedova di un mafioso. E' una pista del tutto credibile, soprattutto da queste parti, un'ipotesi alla quale i carabinieri del capitano Pietro Carrozza, comandante della compagnia di Roccella Jonica, stanno lavorando con particolare attenzione. Russo è stato ammazzato domenica scorsa. Nessun dubbio: il killer è arrivato in moto, ha sollevato con il braccio il fucile da caccia con le canne segate, fino a puntarle contro il giovane, ha sparato quattro volte, e se n'è andato. Giustiziato davanti a tutti, come si conviene con uno che ha sgarrato, perché ha tentato di beffarsi delle regole di un onore che vale più di una vita. E se anche quella donna, di dieci anni più grande di Russo, avesse avuto la Rappresdi come incenha pagatvita laa una don entante mercio nsurato o con la corte nna vietata benché minima intenzione di rifarsi una vita, non importa. Quello che conta sono le regole. Il marito, l'unico che potesse avere, quella giovane donna, che vive nella stessa zona di Russo, l'aveva perso negli anni scorsi, ucciso in un agguato. Vedova, in certi ambienti, si diventa e si rimane per sempre. «E' una delle ipotesi alle quali stiamo lavorando, una delle tante», dice un investigatore, anche se ammette che la platealità dell'omicidio e il fatto che Russo non sembrerebbe aver avuto mai a che fare con la criminalità organizzata, a parte altri elementi, fanno più che un'ipotesi credibile. Le indagini non sono facili, soprattutto perché i carabinieri ipotesi e riscontri se li devono trovare da soli: nessuno ^^^^^^^^ parla, nessuno ^^^^^^^^ sa dare una spiegazione. D'altra parte, fanno notare in ambienti investigativi, ormai si può morire anche per motivi banalissimi. E allora i carabinieri stanno cercando di ricostruire tutti i rapporti che Domenico Russo, magari per motivi legati al suo lavoro, aveva intrattenuto negli ultimi mesi. Cercano possibili legami con l'omicidio del padre di Russo, ucciso vent'anni fa, sempre a Bivongi. Ma il sospetto che quelle quattro fucilate servissero per restituire l'onore alla memoria del marito della donna è fitto. Non era un grosso boss della 'ndrangheta, fanno capire gli investigatori, ma era pur sempre legato ad una famiglia mafiosa ed è stato ammazzato neh"ambito di una faida. E anche la naturalezza con la quale viene presa in considerazione seria l'ipotesi che Domenico Russo sia stato ucciso per quel corteggiamento fuori dalle regole ha le sue radici: l'onore, l'onore si difende ad ogni costo e gli sgarri si pagano. Rocco Valenti mmmmmmm Rappresentante di commercio e incensurato ha pagato con la vita la corte a una donna vietata s^^^^^^^^ p^^^^^^^^ sgptimrtEncsrmmvl

Persone citate: Domenico Russo, Pietro Carrozza, Rocco Valenti, Russo, Vedova

Luoghi citati: Bivongi, Reggio Calabria, Roccella Jonica