La pace d'Irlanda rincuora Clinton

La pace d'Irlanda rincuora Clinton Persino Hillary ha ritrovatoli sorriso in pubblico dimenticando i musi del dopo Sexgate La pace d'Irlanda rincuora Clinton Festosa accoglienza a Belfast: grazie per l'aiuto BELFAST DAL NOSTRO INVIATO «E' una cosa davvero magica vedere come cresce la voglia di pace in Irlanda del Nord», esulta Bill Clinton al suo arrivo nella capitale. E in questa giornata di sole e di festa, lontano dai grigiori di Mosca e dai guai di casa, cerca di godersi anche lui il bagliore di questa «magia» irlandese. Osservatori locali assicurano che l'entusiasmo delle folle lungo le strade di Belfast, nelle vie di Omagh e poi di Armagli la sera, non ha raggiunto i picchi della sua visita di tre anni fa. Ma l'accoglienza al Presidente è stata comunque molto calorosa un agognato diversivo alle sue vicissitudini. Alla fine nemmeno la tragedia del volo Swissair, che pure ha fatto da triste contrappunto alla visita (buona parte dei passeggeri erano statunitensi), ha cambiato il tenore celebrativo della giornata. «Clinton merita di essere ricevuto come il migliore amico che la nostra provincia abbia mai avuto al di fuori di queste isole», ha scritto ieri mattina il Belfast Telegraph. E all'Assemblea parlamentare, il Presidente ha ricevuto il tributo caloroso del leader degli unionisti David Trimble e dei repubblicani Seamus Mahon. Era chiaramente tra amici. Anche Tony Blair non si è risparmiato: «Nessun presidente americano ha mai fatto tanto per la pace in Irlanda del Nori,;. E con una coda chiaramente intesa a sollevare il morale di un presidente preoccupato più che mai dall'eredità che si lascerà alle spalle, il premier britannico ha detto che «il suo posto nella Storia è già assicurato». A dispetto degli applausi, nessuno s'illude che la pace è raggiunta, che non ci sarà più violenza. Lo stesso Clinton ha detto ieri che l'attentato di Omagh del mese scorso, in cui morirono 28 persone, non è stato l'ultimo atto di terrore nella storia trentennale dei Troubles ma solo «il primo colpo di un micidiale attacco contro la pace». Ma il Presidente ha notato che ci sono stati passi avanti importanti nei giorni scorsi, come se la strage di Omagh, invece di aprire una nuova breccia, avesse spinto i fautori della pace a serrare i ranghi. L'annuncio che Martin McGuiness, esponente del Sinn Fein vicino all'Ira, guiderà il negoziato per lo smantellamento dell'arsenale dei repubblicani viene visto da tutti, incluso Clinton, come uno sviluppo importante. Tanto più che arriva pochi giorni dopo la dichiarazione di Gerry Adams secondo cui lo strumento della violenza «è finito, esaurito, morto e sepolto» - dichiarazione che è già diventata uno slogan. E la visita di Clinton ha contribuito a creare le premesse di un altro, fondamentale sviluppo: l'avvio di un dialogo diretto tra David Trimble, capo degli unionisti e premier designato dell'Assemblea dell'Irlanda del Nord, e Gerry Adams, leader del Sinn Fein. Attorno a questo incontro si era visto nei giorni scorsi un complicato balletto politico-diplomatico, completo di notizie contraddittorie. Ma ieri sera fonti della Casa Bianca hanno confermato che lunedì prossimo i due leader terranno il loro primo incontro faccia a faccia. Molti temono che l'avvio di un dialogo diretto tra Trimble e Adams spinga le frange più estreme dell'Ira - la cosiddetta «vera Ira» - a tentare di far saltare tutto con nuovi, micidiali attentati. E nella speranza di isolare sempre di più questi gruppi Blair ha chiesto a Clinton di fare il possibile per bloccare il flusso di soldi che continua ad arrivare dagli Stati Uniti e che permette loro di rimanere attivi. Clinton ha concluso la sua visita in Irlanda del Nord nell'antica Armagli, la città di San Patrizio, patrono dell'Irlanda, partecipando ad una grande festa popolare per la pace. Il Presidente è arrivato sul palco fiancheggiato da sua moglie, che qui in Irlanda sembra aver ritrovato almeno parzialmente il sorriso. La «magia irlandese» ha avuto effetti benefici anche sulla coppia presidenziale? E' ancora presto per dirlo. Certo è che ieri mattina, quando i collaboratori del Presidente hanno visto tre foto di Hillary che rideva stam- paté su un quotidiano britannico sono corsi da Clinton quasi esultanti. Alcuni maligni interpretano il ruolo più visibile di Hillary come il prezzo che ha chiesto in cambio del perdono. Ma non bisogna nemmeno dimenticare che la pace in Irlanda del Nord è un obbiettivo al quale hanno lavorato tutti e due insieme, anno dopo anno. E Hillary, che qui ha ricevuto un tributo forse addirittura superiore a quello del marito, è parsa davvero un'altra donna rispetto ai giorni scorsi. Forse non siamo ancora alla riconciliazione, ma intanto la First Lady - almeno in pubblico - ha smesso di tenere il muso. Andrea di Robilant Blair: nessun presidente americano ha mai fatto tanto contro la tragedia di questo Paese L'ospite Usa: la bomba di Omagh è stata il primo colpo di un micidiale attacco contro la concordia prp Clinton stringe la mano a Martin McGuinnes; alle sue spalle, Gerry Adams, leader del Sinn Féin. Qui sotto il premier britannico Tony Blair; a destra Hillary