Chevènement morto per un ora di Aldo Cazzullo

Chevènement morto per un ora Choc anafilattico per il ministro dell'Interno, i medici: sta uscendo dal coma Chevènement morto per un ora Arresto cardiaco durante una banale operazione PARIGI DAL NOSTRO INVIATO Una banale operazione alla cistifellea rischia di costare, se non la vita, la carriera politica a Jean-Pierre Chevènement, e a privare Lionel Jospin del suo ministro dell'Interno e di uno dei pilastri della «Gauche plurielle» che sostiene il governo. Operato ieri mattina in segreto all'ospedale militare di Val de Gràce, Chevènement ha avuto uno choc anafilattico in seguito all'anestesia, che ha provocato un arresto cardiaco. E' occorsa un'ora di massaggi per rianimarlo; vani finora i tentativi di farlo riemergere dal coma. Per tutto il giorno i bollettini medici si sono susseguiti, in un incalzare drammatico che ha scosso i palazzi della politica francese. A conferma della gravità delle condizioni di Chevènement, che era atteso in Italia il mese prossimo per il vertice francoitaliano dì Firenze, Jospin ha designato - e il presidente Jacques Chirac nominato - il segretario di Stato per i Territori d'oltremare Jean-Jacques Queyranne ministro dell'Interno ad interim. L'ultimo premier francese a dover ricorrere a questa procedura d'urgenza era stato Raymond Barre nel 1979, con il ministro del Lavoro Mattéoli. Nel pomeriggio erano corse voci drammatiche, smentite alle 18 dal comunicato firmato dal direttore dell'ospedale, il generale Yves Cudennec: «Le condizioni del ministro stanno lentamente migliorando. Reagisce alla luce a alla pronuncia del suo nome. Riteniamo che sia in fase di uscita dal coma». I medici non si esprimono però sulle conseguenze del prolungato arresto cardiaco. «Gaullista rosso», Chevène- ment incarna l'anima nazionalista della sinistra francese, e in particolare le sensibilità antiliberali e anti-europeiste del partito socialista, che ha lasciato per fondare il suo «Mouvement des citoyens». Tre volte ministro durante la presidenza Mitterrand, per due volte si è dimesso; nell'83 lasciò il dicastero della Ricerca e della Tecnologia per protesta contro la «svolta monetarista» del Presidente, nel '91 rinunciò al ministero della Difesa in polemica con la decisione di Mitterrand di intervenire nella guerra del Golfo. Nel referendum sul trattato di Maastricht (settembre '92) è stato l'unico tra i «cavalli di razza» socialisti a fare campagna per il no, sfiorando un clamoroso successo (il sì prevalse 51 a 49). Difensore della laicità e dell'idea di nazione, Chevènement è parso a Jospin, dopo la vittoria elettorale del maggio '97, l'uomo migliore per riformare la legislazione sull'immigrazione senza troppe concessioni ai «sans papiers» e all'estrema sinistra che li sostiene. Tenace nel rifiutare una totale regolarizzazione dei clandestini, come proposto dall'ex «monsier Sécurité» Charles Pasqua, Chevènement non ha esitato a ribadire pubblicamente la sua sfiducia nell'Euro e nel trattato di Amsterdam. Cinquantanove anni, ha due figli e una moglie, Nisa, molto vicina alla famiglia di Jospin, che ieri l'ha subito chiamata a Matignon in attesa delle notizie dall'ospedale. Aldo Cazzullo Il ministro dell'Interno francese Jean-Pierre Chevènement

Persone citate: Charles Pasqua, Jacques Chirac, Jospin, Lionel Jospin, Mitterrand, Raymond Barre, Yves Cudennec

Luoghi citati: Amsterdam, Firenze, Italia, Parigi