Concertazione, Treu convince i sindacati e la Confindustria

Concertazione, Treu convince i sindacati e la Confindustria IL CASO PRIMO SUMMIT DOPO L'ESTATI Concertazione, Treu convince i sindacati e la Confindustria ROMA ETTA schiarita sul fronte sindacale nel primo atteso incontro dopo la pausa estiva. E' partita ieri con il piede giusto la temuta verifica tra governo e parti sociali dell'accordo del luglio '93 su concertazione, politica dei redditi e sistema contrattuale. La Confindustria e CgilCisl-Uil hanno apprezzato la traccia di un documento, illustrato dal ministro del Lavoro Tiziano Treu, per rafforzare e rilanciare il metodo della concertazione, come passaggio preliminare importante per rasserenare gli animi in vista dello scontro annunciato soprattutto sul tema spinoso della contrattazione. Il documento, che sarà integrato e perfezionato per il 10 settembre, indica le linee operative per la riconferma della politica dei redditi e prefigura due tipi di concertazione: per i provvedimenti che implicano impegni di spesa le parti sociali verranno consultate preventivamente, ferma restando la decisione finale del governo; per le materie che non comportano impegni di spesa le stesse parti dovranno regolarsi in base ai vincoli della concertazione. Tra le novità significative la volontà di estendere le procedure della concertazione ai governi locali di Regioni, province e comuni. In un altro incontro già fissato per giovedì prossimo, dopo aver esaminato il documento «perfezionato» sulla concertazione, si comincerà ad affrontare il «nodo» della politica contrattuale, che registra posizioni distanti sul tema cruciale dei livelli contrattuali e dei «paletti» da fissare per ciascun livello. Sul primo «match» i commenti sono stati per lo più positivi. «Siamo abbastanza soddisfatti - osserva il presidente di Confindustria Giorgio Fossa - dello schema che il ministro Treu ci ha presentato sul rilancio del metodo della concertazione. E' importante, però, che gli impegni presi vengano ri- spettati, dato che nel passato lo stesso governo li ha disattesi proprio su questo versante». Per il leader della Cgil Sergio Cofferati lo schema illustrato da Treu è senz'altro utile a rafforzare le regole della concertazione. «E' stata una discussione proficua - aggiunge - poiché serve a rilanciare la politica del '93 che ha prodotto certamente risultati efficaci. L'incontro ha permesso un sostanziale passo in avanti sulla strada della revisione dell'intesa tra le parti». Dello stesso avviso il segretario generale della Cisl Sergio D'Antoni, che sottolinea però la necessità di attuare una politica dello sviluppo e del lavoro che «al momento è al palo». Secondo Pietro Larizza, leader della Uil, è stata una elencazione di buoni propositi: ((Aspettiamo la bozza definitiva che ci verrà consegnata la prossima settimana dal ministro per dare un giudizio più preciso». Riserve ed avvertimenti, invece, dalla Cida e dalla Confartigianato, che si sentono emarginate dalla fase importante del negoziato triangolare. «Bisogna che il governo si ricordi - afferma Giovanni Cardegna, segretario generale della Confederazione dei 150 mila dirigenti di azienda - che fino ad oggi non è stato dato mio spazio adeguato a tutti quei soggetti che rappresentano la qualità del lavoro: le alte professionalità». Dal canto suo, il presidente della Confederazione degli artigiani Ivano Spalanzani intima: «La piccola impresa deve essere protagonista del confronto». Al termine della riunione, peraltro, non sono mancate battute in merito alla controversa questione delle 35 ore sull'onda del nuovo drastico altolà lanciato ieri al governo da Rifondazione comunista. «Non c'è nulla da trattare - precisa, secco, il presidente Fossa - sull'ipotesi che le 35 ore vengano introdotte nel disegno di legge collegato alla finanziaria. Bisogna solo andare a un referendum sulla materia». L'ipotesi, rileva Cofferati, non è tecnicamente percorribile, anche se è comprensibile un segnale di volontà politica perché la legge venga approvata. Drastica la reazione di D'Antoni: «Non è costituzionalmente possibile, ma l'ipotesi di inserimento nella finanziaria la dice lunga sul modo improprio con cui questo governo affronta le questioni del lavoro. Continuo a rimproverare al governo la mancanza di una politica vera per lo sviluppo. Per questo resta sempre in piedi la mia proposta per una mobilitazione generale». Ma, proprio ieri, un secco «no» all'ipotesi di sciopero generale è arrivato da 200 delegati sindacali di base di grandi aziende milanesi del settore industriale, tra le quali Italtel, Ibm, Fincantieri, Siemens, Ansaldo, Enichem. «Non ci presteremo scrivono in un documento - ad aderire e far aderire i lavoratori ad un'iniziativa di evidente strumentalità. Più che alla soluzione dei problemi dei lavoratori, sembra abbia l'obiettivo di favorire progetti politici finalizzati alla modifica degli assetti e degli ecniilibri dell'attuale maggioranza di governo». Gian Cario Fossi Fossa soddisfatto «Ma il governo adesso deve mantenere gli impegni presi» Cofferati ottimista «E' stato un passo avanti sostanziale sulla strada della revisione dell'intesa tra le parti sociali» Il presidente di Confindustria Giorgio Fossa

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