Raidue ricomincia da Paolini

Raidue ricomincia da Paolini Freccerò: amo le storie e quest'anno il tema della rete è il viaggio Raidue ricomincia da Paolini Dopo «Vajont» ora tocca al «Milione» VENEZIA. Raidue riparte da Paolini. L'attore trevigiano che a ottobre aveva tenuto inchiodati al video 3 milioni di italiani, nonostante fosse notte fonda, con il suo monologo sul disastro del Vajont. Cavallo vincente si fa correre di nuovo, sembra sottintendere il direttore di rete Carlo Freccerò. E stavolta lo porta in prima serata, giovedì 10, alle 20,50, con una pièce definita «acidocomica», in diretta dall'Arsenale di Venezia, intitolata «Il Milione». Marco Paolini come Marco Polo. Un Marco Polo che fa un viaggio dentro Venezia, questa volta: da «campagnolo», quale Paolini stesso dice di essere, che viene nella cittàcartolina e la guarda con gli occhi di chi ha le scarpe grosse e il cervello fino. Non l'icona cui i veneziani si sono autocondannati, in cambio della moneta sonante che arriva dal turismo di massa. Bensì la città vera, reale, coi suoi problemi e le sue contraddizioni. «Uno spettacolo di teatro popolare - dice l'attore - da ignorante che guarda Venezia, non da cittadino col pedigree che però la vende al mondo». Il sindaco Massimo Cacciari prende la palla al balzo: «Il pedigree serve a poco. In una città i cui residenti sono ormai pseudo-veneziani, che portano i cani a sporcare le strade, che si ammazzano con le barche a tutta velocità e massacrano le rive col moto ondoso, il ritorno di un amore non cartolinesco può venire solo da giovani senza pedigree. Faremo di tutto per avere la città abitata da non veneziani». Il palcoscenico sarà un pontile in mezzo all'acqua delle Gagiandre dell'Arsenale, che la Marina Militare riapre apposta. Il pubblico, mille persone, sarà sistemato su una platea di barche. Biglietti bruciati. Costo dell'operazione, 300 milioni dalla Rai più 100 dall'Enel, che garantisce l'illuminazione, come ha fatto dalla diga del Vajont. «Nei giorni della Mostra del Cinema, a Spielhero ri^nonrliamo con Paolini», dice Freccerò. E se piovesse? «Meglio, più suggestivo». Ma intanto è corso ai ripari, registrando la prova generale, caso mai dovesse diluviare. E la durata? «Non quattro ore e mezzo, spero. Conosco lo spettacolo, dura due ore e dieci. Poi si vedrà. Vince sempre la diretta». Nel senso che Paolini potrebbe debordare e sospingere avanti gli altri programmi. «Io sono rimasto abbagliato dalla forza di questo attore - continua vulcanico Freccerò -. Se questo MiUone funziona, giuro che gli faccio fare una cosa ogni mese. Dopo l'exploit del Vajont, che è stato l'Evento dello scorso anno, riparto da lui. Riapro la stagione di Raidue non con un gala, ma con un monologo, ripreso dalle otto telecamere del regista Duccio Forzano, lo stesso dell'operazione Baglioni all'Olimpico. Quest'anno il tema della rete è il viaggio: il giovedì dopo ci sarà il "Pinocchio" di Gad Lerner, in diretta da Algeri. Anche lì mille persone in piazza e allora sì ci sarà da temere, altroché pioggia». Tocca legno. Domenica, poi, ricomincia da Raidue l'avventura di Fabio Fazio con «Quelli che il calcio». Poi, a novembre, ci saranno di nuovo Fazio e Baglioni, reduci dal trionfo di «Anima mia*: «E questa sarà una bomba», dice il direttore. Musica? Sì, in qualche modo. Ma di più non si sbottona. E tocca legno, di nuovo. «Del resto, è questa la tv che mi piace. Raccontare storie. Come ho fatto con le nove ore nell'anniversario di Diana. Non un omaggio, ma un racconto, né più né meno di quanto già fatto un anno fa su Maria Callas. Poi, la sera dopo, ci sono state le quattro ore del "Ludwig" di Visconti, un film che mi piace proprio, un capriccio che mi tolgo. Fare audience, per poi togliermi i capricci». Scusi, ma un consigliere d'amministrazione della Rai, Vittorio Emiliani, ha stroncato l'esperimento Diana, dicendo che non risponde ai criteri del servizio pubblico. «Guardate, io non posso replicare al Potere. Lo rispetto, mi inchino, prendo atto, mi prosterno. H Potere ha sempre ragione e noi siamo sempre sotto esame. Ma non siamo andati in vacanza: tanto per dire, in piena estate, abbiamo mandato in onda Lerner sul crollo delle Borse e sull'affare Clinton». E' informazione, dunque servizio pubblico, sembra dire. E poi fa anche audience. Mario Loilo L'attore trevigiano Marco Paolini l'anno scorso a ottobre con il suo «Vajont» tenne inchiodati al televisore a tarda notte su Raidue tre milioni di italiani