Birra, Gambrinus non c'entra. Le grottesche figlie di Nerone di Oreste Del Buono

Birra, Gambrinus non c'entra. Le grottesche figlie di Nerone La sacra bevanda di Cerere La recente notizia secondo cui la birra cambia gusto mi dà l'opportunità di dire che questa bevanda non fu inventata dal leggendario Gambrinus, allitterazione del nome Jan primus (duca di Brabante), ma dai Babilonesi, che nella birra simboleggiavano la divinità detta «Nideba». Tale carattere divino si riscontra nell'antica denominazione di «Cerevisia», in onore di Cerere, la divinità idolatrata dai Romani, tanto che reputavano la birra una bevanda di lusso. Durante il Medioevo in quasi tutta l'Europa sorgono corporazioni ad hoc. Le stesse Abbazie divengono efficienti fabbriche di birra per la gioia dei clericali e dei laici. Venendo ai giorni nostri va detto che, annualmente, a Monaco di Baviera si celebra l'Oktoberfest e che negli Stati Uniti si elegge «Miss Birra». La fortuna della birra si ascrive principalmente alla pastorizzazione, dal nome del chimico francese Luigi Pasteur (1822-1895), avendo risolto il problema dell'alterazione della birra durante il processo di lavorazione. Così è nato lo slogan: «Chi beve birra campa cent'anni». Ettore Glori Palermo La Domus Aurea e il Sodoma Ad integrazione del piacevole e ben documentato articolo di Maria Grazia Bruzzone sulla Domus Aurea di Nerone (La Stampa del 27 agosto) è opportuno ricordare che - oltre a Raffaello, Pinturicchio e agli altri artisti citati - restarono affascinati dalle decorazioni a grottesca anche i principali esponenti della scuola pittorica vercellese del Rinascimento. Al Museo Borgogna di Vercelli, ad esempio, si conserva un bellissimo Angelo Annnnziant.fi di Gaudenzio Ferrari, proveniente dal convento delle Grazie (1500 circa), la cui grottesca sull'arco è sicuramente il frutto di un precoce aggiornamento su questo motivo pittorico. Un altro vercellese illustre, il Sodoma, se riesce a detta degli specialisti ad essere più conformista nelle scene sacre, è certo più libero e bizzarro nell'incomiciatura a grottesca. Si vedano a tal proposito i suoi affreschi nel convento olivetano di Sant'Anna in Camprena, presso Pienza, datati 1504. Infine, tra gli artisti che lasciarono la loro firma all'interno della reggia neroniana (ma qui vado a memoria perché non sono più riuscito a reperire la fonte) si ricorda anche un «Eusebius Vercellensis» con molta probabilità l'eccellente, ma poco conosciuto, Eusebio Ferrari. dott. Flavio Quaranta Vercelli Epatite C, non gettate ogni colpa sui donatori Per l'Epatite C, si fa in fretta a buttare la colpa sui donatori di sangue. Alcuni anni or sono, il governo promulgò una legge che imponeva l'uso di idoneo copricapo a tutti gli addetti alla vendita di prodotti alimentari, in quanto i capelli di costoro potevano essere causa di inquinamento dei prodotti in vendita. Le varie televisioni italiane, frequentemente mandano in onda la visione di attrezzatissimi laboratori di analisi e ricerche, dove il personale addetto maneggia,provette e simili, con fluenti chiome ondeggianti senza la benché minima protezione e a volte anche senza guanti. Probabilmente questo personale è stato in precedenza sterilizzato e immunizzato. Nei mercati rionali vengono posti in vendita prodotti alimentari: formaggi, salumi, pesce, ecc., su banchi di fortuna sprovvisti di refrigerazione (che bellezza nella stagione calda), senza protezione dagli agenti atmosferici e dove, non è raro a vedersi, insetti vari saltellano da un prodotto all'altro in cerca di gustosi assaggini. Negli ospedali si fuma nonostante il divieto, la pulizia a volte è quella che è, ma i primi indiziati di provocare contagio sono i dona- tori di sangue. Non sarebbe meglio far rispettare le norme di igiene in vigore, ospedali e laboratori compresi, prima di rilasciare dichiarazioni a carico di chi dona sangue senza nulla chiedere? Carlo Gaito Moncalieri (To) Donatore di sangue L'Islam e l'Occidente Dopo aver ascoltato diversi dibattiti sui rapporti tra il mondo islamico e l'Occidente, compresa l'anteprima tv della trasmissione «Pinocchio», mi sono chiesto qual è il nocciolo duro del problema, e ne è emersa una risposta abbastanza sorprendente nella sua semplicità. In effetti, questo argomento non è stato mai focalizzato chiaramente dagli «esperti», specie se di parte islamica, e può essere riassunto come segue, tenendo presente che la questione centrale riguarda il petrolio. Infatti, è vero che questo può essere usato come efficace arma antioccidentale da parte dei Paesi produttori, come è già successo. Ma è ancor più vero che i Paesi produttori sono altrettanto vulnerabili, non per i raid antiterroristici, ma perché debbono vendere per sopravvivere. Così si configura la paradossale situazione di due antagonismi apparentemente all'ultimo sangue che in realtà sono necessari l'uno all'altro. E questo anche se l'antagonismo viene portato addirittura sul piano morale o teologico (il Bene contro il Male e viceversa). Poi si potrà discutere di tutto e del contrario di tutto. Rimane mi ultimo dato: i Paesi petroliferi del mondo non sono solo quelli islamici, poiché enormi riserve di greggio esistono anche in territori extraislamici. Ne segue che l'Occidente industrializzato potrebbe trovarsi ancora in vantaggio, persino tenendo conto che è molto vulnerabile al terrorismo. D'altra parte, quest'ultimo potrebbe portare al potere in questo o quel Paese l'elite che lo sostiene e gestisce, ma poi non riuscirebbe a cambiare di molto la politica energetico-economica di quello stesso Paese verso il mondo. Giuseppe Ricco, Torino L'influenza di Maritain Lo scambio di opinioni tra Vattimo e Garelli sul rapporto tra morale e religione tocca un tema del quale si sono occupati quasi tutti i filosofi. L'arte e la morale sono per definizione sottratti all'idea di progresso, termine ambiguo quant'altri mai. Credere che 3 «progresso» abbia sempre valenza positiva, è un errore del quale gradatamente ci rendiamo conto. Blaise Pascal nel 1656 ingaggiò una battaglia contro i gesuiti da lui giudicati pericolosamente lassisti. Oggi diremmo permissivi. La battaglia di Pascal si concretizzò nelle Lettres provinciales. L'idea di laicismo nasce nel '600 con le opere di Bodin, Charron, Montaigne, La Mothe Le Vayer, Diodati, Naudè, Bergérac, de Mère. Nel 1666 Locke pubblica An Essay Concerning Tóleratìon usando argomenti che entreranno a far parte della mentalità uluministica. Vale la pena di notare che la quasi totalità degli muministi fu educata da religiosi. Tuttavia ripudiò la religione scegliendo la «Ragione» alla quale furono elevati altari. Pascal, aveva previsto tutto ciò, tratterà della filosofia dei libertini nelle Pensées. Accuserà la Chiesa di mettere il cristianesimo a livello dei nostri bisogni e delle nostre debolezze, anziché preservare il significato autentico del Vangelo. Paolo VI fu molto influenzato da Jacques Maritain, autore di Umanesimo Integrale. Questa influenza si era già riverberata su Giovanni XXTTI che convocò il Concilio Vaticano n. Seguì la teologia della liberazione. La Chiesa, nella rincorsa alla morale corrente, abbandona sempre più il sacro, senza soddisfare le richieste di coloro che di religione non vogliono saperne, preferendo un relativismo morale che azzera i valori e lascia l'uomo sempre più libero e disperato. Piergiorgio Firinu, Torino Cortei spontanei e programmati Una piccola replica, cordiale, all'onorevole Violante, sul corteo domenicale di auto a Casale Monferrato. Prendo atto che vi sono cortei programmati e cortei spontanei. Quello di domenica era dunque in parte programmato (sono partite tre auto) e in parte spontaneo: altre sette autorità, polizia, carabinieri si sono affiancate strada facendo. Apprezzo la buona volontà di Violante, non il fatto oggettivo: tutte le dieci auto viaggiavano a spese del contribuente, anche a dispetto del Presidente della Camera. on. Raffaele Costa Caro Signor Del Buono, con grandissimo stupore ho letto su La Stampa la lettera del Signor Grianti a favore del vino. Ciò dimostra la scarsa conoscenza che continua a permanere tra la gente comune, ma anche, con tutto il rispetto, nell'ambiente giornalistico sul fenomeno dell'alcolismo. Evidentemente, pochi sanno delle conseguenze fisiche e sociali causate dalla dipendenza dall'alcol... Riccardo Skoff, Trieste GENTILE Signor Skoff, accetti le mie scuse per il ritardo con cui le rispondo, ma è stato proprio perché volevo risponderle con la maggiore attenzione, dato l'argomento. Lei afferma, infatti, perentoriamente: «Per quanto riguarda i richiami al nostro retaggio culturale, ricordo che nella leggenda rabbinica Noè ottiene il vino con l'aiuto di Satana e, ubriacatosi in tarda età, viene maledetto da tutta la sua discendenza...». Mi è impossibile non obiettare a questo punto che il vino è il simbolo del Sangue di Cristo nella messa cattolica, ma mi ritiro in buon ordine per lasciare la parola a lei che continua: «Non nego che nell'età classica si bevesse vino. Ma ai greci era consigliata la moderazione e le libere libagioni erano consentite solo oltre una certa età quando l'uomo non era più fertile né economicamente produttivo. E sia tra i greci, sia tra i L'alcospia dfer lismo 'altre ite romani, il popolo beveva vino solo in determinate occasioni e sempre annacquato. Il vino puro era riservato alle cerimonie religiose e solo a grandi personalità, almeno ufficialmente. Che l'alcol faccia parte della cultura greco-romana non lo nego. Ma rappresenta uno dei lati negativi della stessa, perché certamente non sono stati i baccanali e i simposi a rendere celebri e tuttora attuali quelle civiltà...». Gentile Signor Riccardo Skoff, non mi sogno neppure di confutare gli orrori e gli sfaceli prodotti dall'abuso di vino, di cui lei giustamente si duole. Ma nella vita tutto sta nel non esagerare, come appunto consigliavano gli antichi. L'uomo è responsabile dei propri comportamenti. Sa benissimo quel che può fare e quello che non può fare se vuole star bene. L'uomo che ricorre al vino per placare le sue angosce e i suoi dolori è già malato e squilibrato da altre offese, non certo ricevute dal vino. I malati di vino vanno curati. Con grande attenzione e passione. Come dovrebbero venir curati i malati di tabacco o i malati di benzene, eccetera, tutti i malati che si sono scelti il modo in cui morire, e lo perseguono inflessibilmente, difendendosi da qualsiasi manifestazione d'affetto dei familiari e qualsiasi soccorso medico. Oreste del Buono LA LETTERA DI O.dLB. L'alcolismo spia d'altre ferite Birra, Gambrinus non c'entra. Le grottesche figlie di Nerone

Luoghi citati: Casale Monferrato, Europa, Monaco Di Baviera, Palermo, Pienza, Stati Uniti, Torino, Trieste, Vercelli