Popolare Novara dice «no» alla Bnl

Popolare Novara dice «no» alla Bnl Ma il Tesoro continua nella ricerca di partner da affiancare al Banco di Bilbao Popolare Novara dice «no» alla Bnl Da dietro le quinte è rispuntata l'Ina ROMA. La lunga marcia verso la privatizzazione della Bnl continua, non senza difficoltà, tra grandi manovre, indiscrezioni, rimescolamento delle carte e colpi di scena. L'ultimo è di ieri: il «no grazie», al Tesoro, di Siro Lonmardini presidente dell'Associazione nazionale fra le banche popolari e della Banca Popolare di Novara. Un rifiuto (dopo che si erano già defilati altri importanti istituti come San Paolo-Imi e Ccmit) che ha provocato un botta e risposta fra Ciampi e lo stesso Lombardini a suon di comunicati stampa. Ma nonostante tutto il Tesoro non rallenta il suo impegno nella ricerca di un nucleo di azionisti stabili, il «nocciolo duro» da affiancare al Banco de Bilbao y Vizcaya e via XX Settembre continua ad essere il crocevia di contatti per arrivare ad una conclusione positiva. Oggi, o al più tardi domani, è prevista una verifica proprio con il candidato spagnolo. La giornata di ieri si è aperta con una breve dichiarazione di Lombardini che, insieme al presidente dell'Istituto centrale delle Banche Popolari italiane Giovanni De Censi, aveva esaminato con il Tesoro la possibilità di partecipare alla privatizzazione della Bnl: «La stessa precisa Lombardini - non è risultata perseguibile, per cui non darà luogo alla partecipazione al capitale della Banca nazionale del lavoro». Parole secche che sembrano uno schiaffo all'azionista Tesoro. Immediata la replica: «Le trattative per Bnl vanno avanti. Le istituzioni con cui il Tesoro sta trattando non sono rappresentate dal professor Lombardini». Ma si tratta di un'incomprensione e poco più tardi un chiarimento rimette le cose a posto. In un'altra nota diffusa dalle agenzie Lombardini spiega di aver «semplicemente dichiarato che la possibilità che lui ed il presidente dell'Istituto Centrale delle Banche Popolari Italiane, De Censi, avevano prospettato al Tesoro non avrà seguito». E aggiunge: «Questa possibilità riguardava solo alcune Popolari». E se la Novara e alcune Popolari lasciano il campo il Tesoro ha in cantiere nei prossimi giorni incontri con altre istituzioni bancarie (e tra queste anche con altre banche popolari) ma «non si chiude in settimana». Pure la verifica con il Banco Bil bao, dunque, non sarà decisiva ai fi ni della partita per il nucleo stabile della banca del Tesoro. Ma da via XX Settembre ribadiscono il «buon interesse» per il nucleo che si regi strerebbe sul mercato. Dietro queste parole può celarsi la possibilità di un rientro in gara del l'Ina o restano i veti? «E' una vicen da che non si è capita bene - coni menta Gustavo Mmervini del eda Ina - probabilmente la Banca d'Ita- lia non gradiva che una società di assicurazione fosse capogruppo di un gruppo bancario, anche se la legge lo ammette. E probabilmente lo stesso vale per il Tesoro». «Si potrebbe anche pensare, magari non come unica ragione - ha aggiunto Minervini - che tra i motivi vi sia il fatto che Bankitalia esercita un controllo diretto su una banca, mentre non accade altrettanto su una società di assicurazione». A questo punto le nozze del Banco di Napoli con un altro istituto di credito «presuppongono che Bnl venda la sua partecipazione» (49%) in Banco di Napoli holding, controllata dall'Ina col 51%. «Oppure devono essere celebrate con Bnl», si è limitato a osservare l'esponente del board Ina, mantenendo il riserbo sugli orientamenti della compagnia e sulle possibili prossime mosse nella partita incentrata sulla privatizzazione di Bnl. Favorevole ad un ingresso della compagnia assicurativa nell'«operazione privatizzazione» è Lanfranco Turci (ds): ((Avevamo valutato con favore l'ipotesi di aggregazione Bnl-Banconapoli. Guardiamo con perplessità al piano di Bnl "stand alone". Lo schema originario prevedeva un certo ruolo dell'Ina e non è tramontato in assoluto. L'ingresso dell'Ina, sia pure non in posizione di leader, nel nucleo duro Bnl consentirebbe di recuperare più facilmente a medio termine il disegno iniziale». Francesco Sullo Luigi Abete, presidente della Bnl

Luoghi citati: Napoli, Novara, Roma