Bridge, i Mondigli sono azzurri
Bridge, i Mondigli sono azzurri Il successo dopo un'estenuante maratona di 516 partite in 8 giorni Bridge, i Mondigli sono azzurri Lille, un torinese tra i campioni del mondo LILLE. Italia batte Brasile 155 a 76. E gli azzurri del bridge sono di nuovo sul gradino più alto del podio. Ventitré anni dopo l'ultimo successo iridato. E soprattutto dopo avere disputato 516 partite in otto giorni da dodici ore di gioco ciascuna, a Lille, in Francia. Una vera e propria maratona, massacrante per i nervi di tutte le 256 squadre protagoniste del mondiale. La tenuta psicologica degli italiani ha avuto la meglio. E' stata la chiave del successo, unita al sistema «nightmare», ovvero l'incubo, uno schema statistico di gioco inventato proprio dagli azzurri. Provato e riprovato al computer prima del mondiale, ha sbaragliato gli avversari. La formazione campione del mondo: Angelini, il capitano, Buratti, Lanzarotti, Lauria, Sementa, Versace. Hanno riportato in Italia la «Rosenblum cup», così si chiama uno dei due tornei che ogni due anni assegnano il mondiale. L'ultima volta, nel 1975, era stata anche l'ultimo dei dieci titoli consecutivi conquistati dallo squadrone azzurro di allora. La speranza, ora, è che questa formazio- ne possa far rivivere quella grande stagione di successi che aveva portato in Italia anche tre titoli olimpici. A proposito di Olimpiadi, il bridge, giocato a livello di competizione da 35 mila italiani, sarà sport inserito ufficialmente come sport dimostrativo a partire dal 2002 e avrà la sua medaglia in quelle del 2006. Grandi capacità logiche, di calcolo statistico, ottima memoria ma anche fantasia, grinta e spirito di gruppo. Hanno saputo mescolare tutte queste caratteristiche i giocatori italiani, che hanno sofferto solo nella semifinale giocata contro gli Stati Uniti. Un testa a testa estenuante, niente a che vedere con i facili turni precedenti, cioè le eliminatorie più altri quattro incontri, E niente a che vedere con la finale, quando l'Italia ha superato facilmente gli avversari brasiliani. Una rivincita per chi sperava in una finale Italia-Brasile in un altro sport. Angelini, in questa competizione è stato il capitano non giocatore. Imprenditore, romano, 52 anni, ha avuto il merito di riunire e mettere nelle condizioni ideali i fuoriclasse azzurri. A cominciare da altri due imprenditori: Andrea Buratti, 48 anni, di Genova, da 25 giocatore agonistico; e Massimo Lanzarotti, 39 anni, di Voghera, noto per essere un giocatore dai nervi di acciaio. Lorenzo Lauria, 51 anni, di Roma, è un broker finanziario. Gli ultimi due sono i più giovani, gli «enfant prodige» del bridge mondiale, due professionisti: Antonio Sementa, 30 anni, di Parma e Alfredo Versace che ne ha 29, è di Torino e gioca da quando era bambino. Questo sestetto aveva già conquistato due titoli europei ed era quindi tra i favoriti della manifestazione. Ir. cri.] Gii italiani sono campioni del mondo di bridge
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