I Verdi: no alla caccia anticipata di R. Cri.

I Verdi: no alla caccia anticipata Nelle zone dei roghi I Verdi: no alla caccia anticipata ROMA. Provata dagli incendi che quest'estate hanno sterminato tanti animali (la Lipu calcola in due milioni gli uccelli uccisi nei 130 mila ettari di territorio andati in fumo), la fauna italiana può subire il colpo di grazia dalle preaperture della caccia decise in 16 regioni, e i Verdi insorgono: «Dopo il fuoco non aprite il fuoco». Questa la richiesta che il «Sole che ride» ha presentato in un'interpellanza (primi firmatari Procacci e Pecoraro Scanio) a Prodi e ai ministri di Ambiente e Politiche agricole, Ronchi e Pinto, auspicando il divieto di caccia nelle aree colpite dai roghi. «E' irresponsabile pensare di sparare nelle zone devastate dal fuoco - dice Procacci - che oltre a causare la morte degli animali, limita il successo riproduttivo e aumenta la vulnerabilità alla predazione di quelli sopravvissuti. Per questo motivo sono da condannare le Regioni che hanno deciso di anticipare la riapertura della caccia, senza alcuna giustificazione e pietà». Le Regioni, rincara la dose Pecoraro Scanio, «sono culturalmente arretrate sui temi della difesa ambientale e permeabili alle spinte lobbistiche dei cacciatori». In Piemonte la caccia sarà aperta il 20 settembre, e durerà fino al 31 gennaio '99, per tre giorni alla settimana: mercoledì, sabato e domenica (mercoledì e domenica nelle zone alpine), [r. cri.]

Persone citate: Pecoraro Scanio, Procacci, Ronchi

Luoghi citati: Piemonte, Roma