Bertinotti; «Sì, è meglio contarci»

Bertinotti; «Sì, è meglio contarci» La sfida in tre fasi: oggi la segreteria, poi la direzione nazionale, infine il Comitato politico Bertinotti; «Sì, è meglio contarci» Rifondanone, comincia ilfaccia a faccia decisivo ROMA. E adesso, la conta: non è il «che fare?» nei confronti del governo la vera pietra del contendere dentro Rifondazione. Ieri Armando Cossutta ha puntato il dito, «a questo punto la conta sono io a pretenderla» e ha accusato Bertinotti di aver già deciso la rottura col governo. Oggi l'anziano presidente e il segretario si parleranno faccia a faccia, insieme agli altri sette che compongono la segreteria nazionale. Sono la battute finali di un copione lungo un anno, iniziato con la ventilata e sfiorata crisi di governo del 9 ottobre scorso, sull'intervento italiano in Albania. Crisi superata, e patema d'animo rientrato di Cossutta: che era convintissimo che l'Italia non dovesse fare da ombrello politico-militare degli Stati Uniti, ma altrettanto certo che Rifondazione non dovesse andare all'opposizione. Il che è quel che pensa anche oggi, ma stavolta il tema del contendere è la prossima finanziaria. Dietro tutto questo, la concezione del partito. Per Cossutta, che è un vecchio leninista, un partito vive e cresce dentro le istituzioni, dalla periferia al centro, rappresenta nella politica le istanze della società. Per Bertinotti, tutt'altra storia: Rifondazione è una forza antagonista, un movimento che parte dai problemi del lavoro e della società, e non necessariamente esce dalla logica della rivendicB zione per entrare in quella strettamente politica e istituzionale. Tant'è che, alcuni anni fa, il segretario fece fare uno studio grafico per vedere se il logo del partito, «visto che tanto tutti ci chiamano solo Rifondazione», non stesse meglio senza l'aggettivo «comunista». In questi anni, però, Bertinotti, che è uomo di grande visibilità e ottimo comunicatore, un leader dotato di un carisma e di un'energia che lo stesso Cossutta gli riconosce, ha creato un partito a sua immagine e somiglianza. Piano piano, nel corso del tempo, i dirigenti e molti parlamentari che erano cossuttiani sono stati trascinata dall'onda bertinottiana, diventando colonnelli più realisti del re. Come mai? Tutto cominciò quando Cossutta chiese la testa del cossuttiano Vincenzo Cappelloni, per «aprire la strada ai giovani». Giovani che si sono poi, mano a mano schierati con Bertinotti, scavando il solco nei rapporti con Cossutta. Giovani che sono oggi in segreteria nazionale: Crippa, Grassi e Mascia. Ma c'è una leggenda interna secondo la quale sarebbe stato Berti- notti a chiedere a Cossutta la testa di Cappelloni. Una leggenda che spiega bene, comunque, quali siano i rapporti interni al partito. Così, l'operazione di «svecchiamento» interno ha sfilato a Cossutta il controllo sull'organizzazione, sulle casse, sul coordinamento nazionale, e di fatto sulla maggioranza in segreteria politica. Ma se in quella sede ha peso la capacità di infilzare retoricamente l'avversario, nel Comitato politico nazionale contano i numeri: è un'assemblea e quindi si conclude sempre con una conta sulle decisioni. Finora, Bertinotti e Cossutta, sia pure dicendosene pubblicamente di tutti i colori in forma educata e forbita, sono sempre riusciti ad arrivare uniti al voto. Ovvero, il mandato al segretario, dopo qualche aggiustamento con le idee di Cossutta, era sempre stato pieno. Questa volta è ormai chiaro che non sarà così. Il primo confronto sarà in direzione nazionale, poi ci sarà la Finanziaria, all'ordine del giorno per il 28 settembre, e subito dopo si convocherà il Comitato politico. La conta è già iniziata da tempo, da mesi girano a mezzo stampa i dati di fonte bertinottiana e quelli di fonte cossuttiana. E stavolta, la cosa è ancora più complessa. Perché recentemente i membri del Comitato politico nazionale sono stati portati a 338: di questi, 140 dovrebbero essere in quota a Cossutta, 130 a Bertinotti, una ventina gli indecisi, e ben 48 fanno capo alla minoranza interna, anch'essa divisa in due correnti, di qua il trozkista Livio Maitan, di là il leninista estremista Marco Ferrando, che di sé ama dire «sono estremista, sì, ma comunista». E il punto, stavolta, è proprio Ferrando. «Se esci, ma subito, dal governo, sono con te», ha mandato a dire sempre a mezzo stampa a Bertinotti l'altro giorno. E non è poca cosa: poiché la corrente di Maitan si schiererà certamente con Bertinotti, il segretario dalla sua potrebbe avere tutti e 48 i voti della mino¬ ranza. Già, ma Ferrando è un comunista: ovvero è bertinottiano se si tratta di mandare all'aria il governo Prodi, ma cossuttiano sulla concezione del partito. La conta dovrebbe chiudersi a 55-45 per Bertinotti: difatti i cossuttiani già tuonano, «non si controlla un partito con una maggioranza risicata» dice Oliviero Diliberto. A cambiare la geografia del prossimo Comitato sono anche alle viste possibili spostamenti: ieri l'ex cossuttiano Vincenzo Cappelloni, di cui si vociferava da giorni il rientro all'ovile, ha pubblicamente smentito. Ma resta il fatto che Cossutta l'8 settembre sarà a Mosca, per incontrare il leader dei comunisti russi, che tanto peso hanno nella Duma: un appuntamento fissato proprio per lo stesso giorno in cui il post-comunista D'Alema incontra il laburista Tony Blair. Cossutta porterà con sé proprio uno degli uomini chiave della corrente Cappelloni, che da sola fa il 10 per cento del partito. Quel Fausto Sorigni che, per fortuna, è anche il numero due del settore esteri. Così, Bertinotti non potrà nemmeno protestare. Antonella Rampino Due idee opposte a confronto: uno pensa prima alle istituzioni l'altro ai problemi sociali ARMANDO COSSUTTA Oliviero DILIBERTO (capo deputati) Marco RIZZO (resp. informazione) SENATORI LA SFIDA FRNALE DEPUTATI COSSUTTIANI LOMBARDIA TOSCANA LIGURIA MARCHE CALABRIA PIEMONTE ABRUZZO SEGRETERIA DIREZIONE 5 incerti PARLAMENTO 5 incerti COMITATO POLITICO NAZIONALE 338 membri « (48 Trotzkisti - 20 incerti) FAUSTO BERTINOTTI i Graziella MASCIA (coordinatrice) Franco GIORDANO (resp. lavoro) s Claudio GRASSI (tesoriere) Aurelio CRIPPA (organizzazione) Paolo FERRERÒ (Stato sociale) DEPUTATI SENATORI BERTINOTTI ANI REGIONI in equilibrio EMILIA ROMAGNA VENETO FRIULI MOLISE CAMPANIA SICILIA SARDEGNA

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