Il «patto europeo» galvanizza l'Ulivo

Il «patto europeo» galvanizza l'Ulivo L'asse Jospin-Schroeder per una «Maastricht del lavoro» piace a Nesi: una svolta storica Il «patto europeo» galvanizza l'Ulivo Larizza: e si aprono prospettive anche per l'Italia ROMA- Si compiace Lanfranco Turci, responsabile economico dei democratici di sinistra: «L'idea di un maggiore e più efficace coordinamento della politica economica in Europa è sempre stata sostenuta dalla coalizione dell'Ulivo in Italia ed ha avuto spazio in Francia con la vittoria dei socialisti di Jospin». E' stimolato Pietro Larizza, segretario della Uil: «I patti franco-tedeschi sono serviti ad accelerare il processo di integrazione monetaria europea e di fronte al problema continentale del lavoro ci può essere un nuovo patto che nasce da una comune matrice progressista e riformatrice». Si entusiasma Nerio Nesi, responsabile economico di Rifondazione: «La notizia della creazione di una piattaforma per la politica europea dell'occupazione è di straordinaria importanza: essa infatti costituirebbe un'autentica svolta sulla costruzione dell'Europa, finora basata esclusivamente su strutture di carattere monetario». Ma le speranze di Turci e Larizza vengono raffreddate dall'economista Sergio Ricossa: «Si vedeva fin dal principio che l'Europa sarebbe evoluta verso una forma di socialismo, cioè verso un regime tipico dei Paesi vecchi; tutta l'Europa è un continente vecchio con alta fiscalità e forti interventi pubblici». A provocare la loro attenzione è la possibilità di una piattaforma comune tra i socialisti francesi di Jospin e i socialdemocratici tedesclù di Gehrard Schroeder, qualora questi ultimi vincessero le imminenti elezioni in Germania. Il progetto di piattaforma, anticipato ieri dalla «Stampa», potrebbe contenere dei parametri per il lavoro e l'occupazione simili a quelli del trattato di Maastricht per l'unione monetaria. «Certo - spiega Turci - nessuno di noi ha mai pensato a parametri vincolanti di tipo matematico, però è importante che vengano fissati obiettivi più precisi per rendere concrete le azioni a favore dello sviluppo. Se il documento di cui parla "La Stampa" c'è, lo valuteremo adeguatamente, ma è importante che non si pensi a un'Europa costruita solo dai governatori delle banche centrali». E per Larizza, l'eventualità di un successo dei socialdemocratici in Germania offre l'opportunità di un rinnovamento anche delle scelte europee: «Quando l'idea politica del riformismo trova la sede di governo per esprimersi, ci può essere un'azione più convincente». Ma ci possono essere insidie per la maggioranza che sostiene in Italia il governo di Romano Prodi e che proprio sui temi del lavoro spesso è apparsa divisa? «In Italia - afferma Larizza - il riformismo trova respiro a livello di governo con tutte le sue sfumature, attraverso l'Ulivo, dal centro alla sinistra; credo perciò che ci sia la possibilità di sviluppare in Europa un'azione congiunta che superi l'assetto tradizionale statale tra Francia e Germania». Insomma, il leader della Uil pensa che l'eventuale vittoria di Schroeder «possa avere un grande valore e offrire una prospettiva nuova anche per l'Italia». E Turci non si sente affatto spiazzato dall'ipotizzata piattaforma franco-tedesca: «Sarebbe auspicabile e condivisibile che si affermasse un vero e proprio governo economico dell'Europa; mi pare che questo schema interessi tutta la sini¬ stra moderna e non datata o tradizionalista». In altre parole, Turci ritiene di avere un collegamento naturale con le idee dei socialisti francesi e dei socialdemocratici tedeschi: «Non riesco a capire perché l'idea di un patto europeo per il lavoro debba essere considerato un tema adatto a Rifondazione e non all'Ulivo». Per una volta, le posizioni dei democratici di sinistra e di Rifondazione appaiono molto vicine. Nesi infatti rivendica al suo partito l'idea di un forte coordinamento economico fra i Paesi della Comunità: «Da tempo sosteniamo che non può essere la Banca centrale europea il solo centro decisionale della vita europea in campo economico, ma che l'attività della banca stessa non può ignorare i grandi problemi che soltanto un Parlamento liberamente eletto può affrontare con pienezza di poteri». Ma è Ricossa ad avere tante perplessità: «Non sappiamo cosa vogliono i socialisti in Europa, non sappiamo cosa voglia dire realizzare una politica socialista. Si tratta della politica delle 35 ore? Si tratta di rendere più flessibile il mercato del lavoro? Di limitare lo strapotere sindacale? Non lo sappiamo». E più che scettico è Ricossa anche sull'eventualità di fissare parametri precisi per la lotta alla disoccupazione: «Le regole monetarie finora adottate soprattutto per la spinta della Bundesbank hanno accentuato la spinta alla disoccupazione? Ma, ripeto, di quali regole poi parliamo? Un giorno i socialisti ci diranno cosa vogliono». [r. r.] '★*★■ ★ ■ * * Il ★ * 'r" J^C ^T" m Gerhard Schroeder candidato della Spd alle elezioni politiche in Germania: sfida il Cancelliere Helmut Kohl