Dal Polo un no a Veltroni
Dal Polo un no a Veltroni Dal Polo un no a Veltroni Niente sessione speciale del Parlamento» ROMA. Non piace al Polo la proposta di Walter Veltroni di una sessione speciale del Parlamento che vari un pacchetto di norme anticorruzione come premessa a una soluzione che chiuda Tangentopoli (che potrebbe anche essere l'amnistia o la depenalizzazione di alcuni reati). Ma a ben vedere, più che rigettare in toto la proposta, il Polo non ha nessuna intenzione di rinunciare alla commissione di inchiesta su Tangentopoli, che riapproderà alla commissione Affari costituzionali della Camera l'8 settembre, e in aula il 24 e 25. Un'idea che Veltroni accantona, ma che una parte della stessa maggioranza considera ancora fattibile (sia pure a certe condizioni), a cominciare dal presidente della Camera Luciano Violante. Il responsabile giustizia di Fi Donato Bruno è il più duro nel bocciare la proposta di Veltroni come «una boutade di fine estate». «Non capisco cosa significhi, chi si mette attorno a quale tavolo», dice, ed esorta invece a «parlare di contenuti, sui quali la maggioranza è spaccata», e a «partire dalle cose serie, come la commissione di inchiesta su Tangentopoli, che è in calendario». «E' questa la cartina di tornasole sulla loro volontà di dialogo», insiste il relatore Franco Frattin:, senza escludere che poi si possa anche parlare del resto, a gennaio. Posizioni assai simili si registrano in An, col responsabile giustizia Alfredo Mantovano il quale ritiene che Silvio Berlu coni «prima viene la diagnosi, poi la terapia», e il capogruppo al Senato Giulio Maceratini che rimanda la palla della riflessione alla maggioranza («Il Polo riflette sulla proposta Veltroni come l'Ulivo riflette sulla commissione d'inchiesta») pur sostenendo che «in teoria le due cose non si escludono». Concetti simili li esprime il Ccd Marco Follali, che parla di «bizzaria politica e cronologica, perché di norma il passato viene prima del futuro», e chiede «proposte organiche». Anche nella maggioranza del resto l'idea di Veltroni fa discutere. Riscuote, a quanto pare, l'approvazione di D'Alema che, al telefono con Prodi, avrebbe garantito il pieno appoggio dei Ds all'intero «pacchetto giustizia» del governo. Piace al responsabile giustizia del Poi Carotti, per il quale tuttavia la sessione del Parlamento non dovrà limitarsi a discutere delle norme anticorruzione. E piace al capogruppo Ds alla Camera Mussi contrario però alla ammissione di inchiesta, così come Di Pietro e come il vicepresidente dei deputati di Prc Grimaldi, che considerano la sessione speciale alternativa alla commissione. Il Verde Boato, che per primo l'aveva lanciata a luglio, la ritiene invece «insufficiente» e sostiene che è necessario rilanciare tutte le questioni in campo», compresa la commissione di inchiesta. E alla commissione non intende rinunciare il socialista Enrico Bosetti. [m. g. b.] Silvio Berlusconi
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