Finanziaria, oggi Prodi decide i tagli alle spese di Raffaello Masci

Finanziaria, oggi Prodi decide i tagli alle spese Finanziaria, oggi Prodi decide i tagli alle spese ROMA. Per la legge finanziaria e la trattativa sul costo del lavoro oggi è la giornata della verità. Al mattino, dopo un Consiglio dei ministri fissato per le 9,30, Prodi incontrerà i ministri economici e definirà le linee guida della nuova manovra (ma questo incontro potrebbe essere differito a causa del lutto che ha colpito il ministro Ciampi, per la perdita del fratello). Nel pomeriggio invece inizieranno i colloqui per il rinnovo dell'accordo del luglio '93 sulla politica dei redditi: vi parteciperanno, con il ministro del Lavoro Treu, le delegazioni di Confindustria e sindacati. Entrambi questi appuntamenti partono sotto buoni auspici, salvo per due incognite politiche. La prima: Rifondazione - fa sapere l'economista del partito Nerio Nesi - potrebbe votare la Finanziaria se nel collegato venissero inserite le 35 ore. Questo forse salverebbe la coesione della maggioranza, ma come la prenderebbero sindacati e Confindustria impegnati nel rinnovo dell'accordo del luglio '93? La seconda: mentre Bossi ha smentito Maroni affermando che la Lega non voterà la Finanziaria, Cossiga ha invece fatto sapere che l'Udr la voterà in ogni caso perché, da un giro di colloqui con economisti internazionali, ha capito che se la legge non passasse sarebbe una catastrofe per il Paese. Dunque, per amor di patria, voterà. Certamente. E a quel punto il Prc che farà? Di tali ambasce consta l'agenda del governo, e questo fa capire perché ieri il presidente del Consiglio abbia avuto due incontri assai lunghi (di un'ora e mezza l'uno) prima con il ministro Treu e poi con il ministro Bersani, quindi nel pomeriggio si sia recato al Qurinale insieme al sottosegretario Micheli per riferire al Capo dello Stato. Che cosa si deve decidere oggi? Per quanto riguarda a legge finanziaria, si dovrebbe confermare che si tratterà di una manovra di circa 13.500 miliardi, costituita quasi per intero da tagli che riguarderanno soprattutto le spese sociali gestite dagli enti locali. Inoltre si parla di un recupero di almeno 4 mila miliardi per il '99 dei crediti Inps (inserito in un piano triennale di rientro di 12 mila miliardi), infine di un taglio alle spese sanitarie delle Usi e delle aziende ospedaliere (1000 miliardi di risparmio stimati). Alcune centinaia di miliardi potrebbero giungere anche dall'estensione del blocco del turn over ai dipendenti pubblici «non contrattualizzati», quelli cioè che ricoprono alte cariche (magistrati, docenti universitari, diplomatici e simili). Ci sarà poi da sciogliere la riserva sull'ipotesi «carbon tax», l'imposta sui consumi inquinanti che dovrebbe ripianare il buco aperto da alcune agevolazioni alle imprese. In pratica si tratterebbe di una tassa - come si dice - ad invarianza di gettito. Quanto all'«altra» grande questione, quella del rinnovo degli accordi sulla politica dei redditi, l'agenda è quella che il ministro Treu aveva dichiarato alla «Stampa» di ieri: «Cominceremo a parlare della verifica degli accordi del'93, del rafforzamento della politica della concertazione, dell'assetto dei contratti di lavoro e della struttura delle rappresentanze sindacali». E' possibile poi sempre per ammissione del ministro - che la discussione si estenda al pubblico impiego e ai trasporti. Il clima in cui questi colloqui inizieranno è comunque positivo - sempre a giudizio di Treu per la disponibilità manifestata dalle parti verso una politica di concertazione e per il comune apprezzamento del piano Ciampi: flessibilità in cambio di investimenti e occupazione. Certo, alcuni umori - specie nel sindacato - sono in subbuglio: il leader dei metalmeccanici Cgil del Piemonte, Giorgio Cremaschi, per esempio, alla pacifica stagione della «concertazione» propone di far succedere l'antica vague della «conflittualità» ritenuta più vantaggiosa per i lavoratori. Ma soprattutto c'è la spada di Damocle delle 35 ore che viene riproposta da Nerio Nesi come una ipotesi da inserire nel collegato della Finanziaria: sarebbe una carta importante che la maggioranza potrebbe giocarsi nella difficile trattativa con il Prc. Ma potrebbe essere anche la fine della «concertazione» e della pace sindacale. Raffaello Masci Bossi: voteremo no Nesi: Prc favorevole se saranno inserite anche le 35 ore Nella foto a sinistra il premier Romano Prodi e a centro pagina il ministro per l'Economia Carlo Azeglio Ciampi

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