Il vizietto del pompiere
Il vizietto del pompiere Vigile modello a Parigi per 11 mesi, incendiario nelle ferie Il vizietto del pompiere PPARIGI UO' un uomo essere se stesso e il suo contrario? Sì, e non occorre che beva una pozione, come nelle pagine di Stevenson. La regione di Cahors, a Nord di Tolosa, nel Sud-Ovest della Francia, è stata percorsa nelle ultime settimane da rovinosi incendi. Dolosi. L'ultimo, il sesto, è scoppiato a Lachapelle-Auzac il giorno della visita nella zona del ministro dell'Interno, Jean-Pierre Chevènement. La sorveglianza predisposta per l'occasione ha consentito di cogliere sul fatto il responsabile. Il piromane era un pompiere. Un funzionario modello, in servizio da 5 anni, con diversi salvataggi all'attivo. Andava in vacanza per distrarsi, e per distrarsi appiccava nei dintorni della sua casa di campagna di Souillac i roghi che durante l'anno spegneva a Parigi. Undici mesi da eroe, uno da delinquente. Arrestato, ha ammesso tutto. Gli mquirenti non hanno rivelato il suo nome, ma informano che viene da «una famiglia rispettabi¬ le» e ha un figlio piccolo. Lo stato maggiore dei vigili del fuoco di Parigi ne ha annunciato il licenziamento. I giudici gli prospettano una fine ancora peggiore: 10 anni di carcere per «danneggiamento di beni ambientali con materie esplosive». Dietro i velami del linguaggio burocratico, gli psicologi si interrogano su cosa abbia trasformato l'angelo in demone. Sete di denaro? Anche in vacanza, il pompiere si era offerto ai Comuni della regione come volontario, pagato a cottimo. Ma possono bastare 50 franchi all'ora, meno di 15 mila lire, a indurre un uomo a contraddire se stesso, a farsi ossimoro vivente? Cos'altro allora? Si avanzano più ipotesi. L'ossessione per il fuoco. La nevrosi. La frustrazione. Gli ottimisti notano che, una volta smascherati, i piromani non tornano quasi mai a colpire. I pessimisti replicano che l'estate dei roghi non è finita. E non sempre la sirena è un suono che rassicura. Aldo Cazzulio
Persone citate: Aldo Cazzulio, Stevenson
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