«Non usate il nome di Dio per uccidere»

«Non usate il nome di Dio per uccidere» ECUMENISMO Il Papa in primavera per la prima volta visiterà un Paese ortodosso, la Romania «Non usate il nome di Dio per uccidere» Bucarest, 300 leader religiosi al convegno di Sant'Egidio BUCAREST. Sant'Egidio chiude a Bucarest il suo convegno internazionale con una speranza che è quasi un annuncio: Giovanni Paolo n si recherà in Romania molto presto, forse nella primavera del 1999. Un viaggio di grande importanza, il primo in un Paese a maggioranza ortodossa. Dice Andrea Riccardi, presidente della Comunità: «Esistono le condizioni e il clima ecumenico per realizzare la visita del Papa in Romania. La temperatura ecumenica che si sta realizzando credo che possa consentire una vista del Santo Padre». Ne parla anche Giovanni Paolo n, nel messaggio che ha mandato da Castel Gandolfo agli oltre trecento leader di tutte le maggiori confessioni del mondo, ringraziando le autorità romene «per l'invito rivoltomi a compiere una visita in Romania, che spero di poter realizzare». E soprattutto è la Chiesa ortodossa romena ad aver ammorbidito la sua posizione: «La nostra Chiesa ortodossa desidera tale visita poiché la ritiene utile per il Pae • se» ha detto il patriarca ortodosso di Bucarest Teoctist. Un eventuale viaggio del Pontefice «sarebbe sicuramente benefico dal momento che la Chiesa ortodossa romena è strettamente legata al popolo». «La pace è il nome di Dio»: sotto questo simbolo i capi di religioni spesso opposte nelle rispettive patrie hanno dialogato, discusso, pregato. E alla fine hanno stilato e sottoscritto un appello, rivolto a tutti i propri fedeli, e soprattutto a coloro che in buona fede o strumentalmente usano la religione come un'arma. «Chi usa il nome di Dio per odiare l'uomo o per ucciderlo scrivono nell'appello - abbandona la religione pura e senza macchia: i tanti nomi di Dio non significano mai guerra e odio. Tutti insieme compongono la parola pace, e la rendono comprensibile nelle diverse lingue del mondo». I trecento e più firmatari dell'appello (fra cui sette cardinali di San¬ ta Romana Chiesa) sono consci della loro debolezza: «Non abbiamo forza materiale né strumenti di coercizione. Siamo gente di religione. Siamo convinti che dal profondo delle nostre tradizioni religiose può scaturire una forza debole che può cambiare il mondo». E proprio in virtù di questa convinzione hanno lanciato il loro appello, un appetto tanto più drammatico quanto più le guerre di religione vere o presunte, mietono vittime ovunque. «Ci rivolgiamo a chi uccide e fa la guerra in nome di Dio: fermatevi! Non uccidete! Discutiamo insieme e Dio vi illuminerà! Ci rivolgiamo a chi calpesta l'uomo e il creato, chiedendo in nome di Dio il rispetto di ogni creatura e di tutto il creato. Mai l'odio, la distruzione e i conflitti trovino un incentivo nella re¬ ligione». La cerimonia finale dei tre giorni del convegno si è svolta in Piazza dei Martiri della Rivoluzione, quella stessa piazza che nell'89 ha visto cadere gli studenti che dimostravano contro Ceausescu. L'ha sottolineato Andrea Riccardi, ma con uno sguardo rivolto non solo al passato: «Ricordiamo anche chi, ancora, patisce nelle prigioni, nei campi di concentramento, nell'ingiustizia, nella privazione della libertà, nella schiavitù, condannato a non aver un futuro degno. Nel silenzio di questa piazza giungono le grida e le espressioni di dolore di chi sta duramente soffrendo. Solo la pace è santa e Dio non vuole l'odio, la guerra, la violenza». Marco Tosatti Si è chiuso ieri il convegno interreligioso di Bucarest

Persone citate: Andrea Riccardi, Ceausescu, Giovanni Paolo, Marco Tosatti