«Attenti, comincerà come nel 1917»

«Attenti, comincerà come nel 1917» «Attenti, comincerà come nel 1917» L'economista Shmeliov: Cernomyrdin uno dei colpevoli INTERVISTA IL CONSIGLIERE DI GORBACIOV MOSCA IKOLAJ Shmeliov si definisce ormai, con un pizzico di amarezza, «ritirato a vita privata». Ma l'ex consigliere di Gorbaciov rimane uno degli economisti più lucidi e meno ideologici del Paese. Nessuno ha ancora dimenticato il suo mitico saggio «Anticipi e debiti», che già alla fine degli Anni '80, quando la Russia credeva ancora al miracolo della ricchezza che arrivava da un giorno all'altro, sconvolse l'opinione pubblica con un'analisi spietata dell'economia sovietica. Dieci anni dopo non è meno spietato nei confronti del mercato costruito da Eltsin. Nikolaj retrovie, quali sono le caratteristiche di questa crisi finanziaria? Da dove nasce, quali sono i suoi caratteri fondamentali? «Innanzitutto, la sete di denaro creata artificiahnente a cominciare dal 1992». Creata da chi? «Da Egor Gaidar e dai suoi successori. In un'economia normale la massa monetaria in circolazione ammonta al 70-100 per cento del Pil e spesso anche di più. In Russia è ad appena 1215 per cento. Il risultato è una mancanza cronica di soldi che ha trasformato la Russia in un'economia naturale. Solo il 30 per cento dell'interscambio viene coperto dal denaro, il resto è semplice baratto di merci contro merci o surrogati di moneta». Quindi, solo un terzo delle imprese paga le tasse? «Tutti i governi degli ultimi anni hanno condotto una politica fiscale drammaticamente miope. Questo ha spinto nell'ombra, nel settore sommerso, il 40-45 per cento dell'economia russa». Come era possibile far tornare i conti dello Stato in queste circostanze? «Negli ultimi tre anni il governo, per coprire il deficit del bilancio, ha fatto ricorso a una «piramide» finanziaria: i titoli statari a breve termine, i Gko. Una struttura simile in tutto e per tutto a quelle società-truffa che sono fallite in massa qualche anno fa, lasciando depredati milioni di russi. Era chiaro che prima o poi la piramide sarebbe crollata ed è crollata». Ma perché così improvvisamente e con tanta violenza? «Siamo stati molto sfortunati ad avere il crollo dei prezzi mondiali sul petrolio. Ma sarebbe crollata comunque». Viktor Cernomyrdin ha detto lunedì scorso ai deputati della Duma di non avere nessuna responsabilità per l'accaduto, scaricando praticamente tutta la colpa sul suo successore Serghej Kirienko. Si possono distinguere le colpe di Cernomyrdin e quelle di Kirienko? «Kirienko non è colpevole quasi di nulla. Tutti i problemi con i quali si è scontrato, li ha ricevuti in eredità dal suo predecessore. Ha cercato in qualche modo di rimediare, ma non gliel'hanno permesso». Esiste qualche possibilità per un intervento d'emergenza del Fondo monetario internazionale? «Se in Occidente sono ancora ri¬ masti uomini intelligenti, probabilmente ci aiuteranno. Una catastrofe in Russia non è negli interessi di nessuno. Ma ho paura che il prezzo politico per un aiuto del genere sarà inaccettabile». Cosa intende dire? «Temo che ci imporranno nuove sciocchezze, senza capire le condizioni russe. Ho paura che l'Occidente non capisce che non possiamo uscire dalla crisi senza soluzioni che comportano in qualche modo l'inflazione. Senza capire che una parte del sistema bancario deve essere nazionalizzato - o quasi nazionalizzato - per salvare il mercato». Se ne può uscire? E in che modo? «Una soluzione buona ormai non esiste. Ci rimangono tre opzioni: brutta, molto brutta e tragica». Quella brutta in cosa consiste? «Far ripartire l'emissione monetaria: stampare almeno 6080 miliardi di rubli (circa 10 mi¬ liardi di dollari, ndr), o anche di più. Prorogare i prestiti stranieri da restituire a breve termine. E ottenere un altro credito per la stabilizzazione dall'Occidente». Passiamo all'ipotesi molto brutta. «Lo scenario molto brutto comprende una nuova requisizione dei risparmi della popolazione e dei capitali delle società. In altre parole, il divieto di convertire rubli in dollari, il congelamento dei depositi bancari e la sospensione a tempo indeterminato dei pagamenti sui Gko». E quella tragica allora? «Un nuovo 1917». C'è qualcuno nella Russia attuale in grado di guidarlo? «Comincerà spontaneamente: scoppierà la protesta sociale, poi arriverà l'anarchia, poi cominceranno gli scontri civili... Per il resto tutti sanno come è andata a finire». Anna Zaf esova «L'Occidente non capisce, sono diverse le condizioni russe» Nikolaj Shmeliov economista ed ex consigliere di Gorbaciov, autore negli Anni Ottanta del saggio premonitore «Anticipi e debiti»

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