Hillary: me la cavo piuttosto bene

Hillary: me la cavo piuttosto bene Hillary: me la cavo piuttosto bene Secca risposta ai giornalisti sulSexgate MOSCA DAL NOSTRO INVIATO Un temerario cronista avvicina la First Lady mentre visita una fabbrica di vestiti e le chiede a bruciapelo «Come se la sta cavando?». Hillary Clinton si gira e risponde senza l'ombra di un sorriso: «Me la sto cavando piuttosto bene, grazie». E' dal 17 agosto scorso, giorno della deposizione del Presidente Clinton sull'affaire Lewinsky e della sua confessione in diretta agli americani, che i giornalisti accreditati alla Casa Bianca scrutano ogni movimento, ogni gesto della First Lady per capire cosa sta succedendo nel ménage presidenziale. Hillary ha perdonato il marito? Il matrimonio si salverà? Può sembrare incredibile che in occasione di un vertice così difficile tra il Presidente americano e quello russo, i media si occupino di questi dettagli. Ma i giornalisti al seguito del Presidente sanno che la tenuta di questa Amministrazione dipende anche dalla tenuta del suo matrimonio. Ieri è finalmente arrivato un primo segnale e il giudizio dei media per adesso è unanime: sulla base di quelle poche parole pronunciate dalla First Lady bisogna concludere che le cose non si sono ancora rimesse a posto. Tutt'altro. E del resto nulla nel comportamento di Hillary in queste due settimane ha fatto pensare il contrario. Il Presidente e sua moglie ancora non si tengono per mano in pubblico - cosa che fino a due settimane fa facevano non appena c'era una telecamera nei paraggi. E non c'è alcuna traccia di quell'intimità fisica - gesti, sorrisi, abbracci - che era sempre così evidente prima del 17 agosto. Malgrado ciò, Hillary Clinton continua a svolgere il ruolo del buon soldato che va avanti nonostante le ferite. Non ha voluto rinunciare a questo viaggio: una disdetta sarebbe stata troppo clamorosa. E il suo programma è rimasto pressoché invariato. Ieri si è recata con il Presidente in una scuola di Mosca ed ha introdotto Clinton alla platea di scolari. «E' mio piacere presentarvi il Presidente degli Stati Uniti...», ha detto. E i cronisti hanno subito registrato il fatto che non ha detto - come diceva sempre prima della fatidica confessione «mio marito, il Presidente degli Stati Uniti». I due si sono incrociati sul palco. Clinton ha toccato affettuosamente la sua spalla. La First Lady ha abbassato lo sguardo ed ha proseguito verso la sua sedia. L'atmosfera era gelida. L'insistenza dei giornalisti sullo stato d'animo della First Lady ha suscitato sorpresa e parecchia irritazione qui a Mosca. «Hillary è una donna», ha detto Tanya Salkina, una sartina nella fabbrica di vestiti. «Lasciatela stare, è una questione che devono risolve¬ re tra di loro». Ancora più severo il giudizio di Tatyana Nedzetskaya, la direttrice della fabbrica, che si è eretta a paladina dei diritti della coppia presidenziale: «La nazione americana è colpevole di essere andata a curiosare nelle loro faccende. A me questa bramosìa di sapere cos'è successo sotto le lenzuola puzza di fascismo», [a. d. r.]

Persone citate: Clinton, Hillary Clinton, Lewinsky, Tanya Salkina, Tatyana Nedzetskaya

Luoghi citati: Mosca, Stati Uniti