Un Settembre che suona cinese di Leonardo Osella
Un Settembre che suona cinese Comincia giovedì la 2 la edizione del Festival musicale torinese Un Settembre che suona cinese C'è anche l'Opera di Pechino E' l'anno della Cina per Settembre Musica. Opere, composizioni sinfoniche e cameristiche, pagine di canto con il marchio dì quel grande Paese caratterizzano questa ventunesima edizione del festival torinese, che appare dunque più cosmopolita che mai. Il primo spettacolo di impronta cinese è in programma sabato prossimo al Teatro Carignano, alle ore 21, con l'opera «Marco Polo» di Tan Dun su libretto di Paul Griffiths: e saranno subito in evidenza i musicisti torinesi, dato che vi sarà impegnata l'Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai diretta dall'autore stesso. In seguito la Cina terrà banco in una lunga serie di appuntamenti: e tre fra quelli con l'Opera di Pechino hanno già i biglietti esauriti. Ma l'esordio del festival, secondo la consuetudine, sarà appannaggio di una grande orchestra straniera ospite, con un programma tradizionale. La scelta quest'anno è caduta sulla Philharmonia Orchestra: doveva dirigerla John Eliot Gardiner, ma il maestro ha lasciato la bacchetta a un altro interprete di vaglia come Roger Norrington, che dunque salirà sul podio giovedì sera alle 21 nell'Auditorium del Lingotto, al cospetto di un pubblico che non vede l'ora di ricominciare ad ascoltare belle musiche. Il programma è impostato su due sinfonie contrassegnate con il numero 4: quella di Mendelssohn (meglio nota co¬ me «Italiana») e quella di Mahler (anch'essa con un sottotitolo, «La vita celestiale»), che richiederà anche l'intervento, nel movimento conclusivo, del soprano Lynne Dawson. Fino al 24 settembre Torino sarà al centro dell'attenzione con una varietà di spettacoli tutti con validi motivi di attrattiva. Fra le altre orchestre, ad esempio, ci sono quella di Los Angeles diretta da Esa-Pekka Salonen, la Academy of St. Martin-in-the-Fields (con Murray Perahia pianista e direttore), la Kremerata Baltica di Gidon Kremer, l'Orchestra Internazionale d'Italia con Krystian Zimerman al pianoforte e Lu Jia sul podio, la celeberrina Filarmonica di San Pietroburgo con l'attesissimo Yuri Temirkanov, l'Orchestra e il Coro del Regio che chiuderanno in bellezza il festival sotto la bacchetta di Evelino Pidò. Il cartellone è troppo vasto per citare tutto. Comunque anche altre associazioni torinesi faranno la loro parte con impegnative proposte e altri artisti italiani e stranieri animeranno la ricca programmazione anche in campo cameristico, all'insegna dei più insigni autori. Una segnalazione a parte merita il concerto di Ivano Fossati, previsto per l'8 settembre all'Auditorium del Lingotto. E' una proposta solo apparentemente «fuori dal coro», nel «mare magnum» di musica classica: in «Canzoni a raccolta» il cantautore genovese offrirà il meglio di se stesso. Leonardo Osella A sin., il cantautore Ivano Fossati che terrà un concerto al Lingotto Sopra, il direttore-pianista Perahia
Luoghi citati: Cina, Italia, Los Angeles, Pechino, San Pietroburgo, Torino
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