«Nessuno prevede più occupazione» di Enzo Bacarani

«Nessuno prevede più occupazione» Un'indagine dell'Anima fra un campione dei suoi associati disegna un autunno grigio «Nessuno prevede più occupazione» Il pessimismo dell'industria metalmeccanica Trascorse le vacanze, all'orizzonte dell'industria - che ieri ha riaperto i battenti - si presenta un autunno nuvoloso, La ripresa è sempre dietro l'angolo, ma l'angolo sembra allontanarsi. Il quadro di una stagione storicamente considerata decisiva per quanto riguarda l'economia e la produttività in Torino e provincia assume dunque toni e colori sfumati, nebbiosi. In genere è questo il periodo in cui i nodi vengono al pettine. I problemi - lasciati decantare nella lunga pausa ferragostana emergono e debbono essere affrontati. L'autunno '98 si annuncia, in base alle speranze di imprenditori e rappresentanti sindacali, interlocutorio. L'industria metalmeccanica dell'area torinese è chiamata ad affrontare un periodo difficile da decifrare. Difficile da decifrare perché la lunga stagione degli incentivi governativi nel settore auto è terminata e dunque appare legittima la preoccupazione - da parte degli imprenditori - di un contraccolpo negativo del mercato. La domanda interna, privata degli incentivi, potrebbe crollare determinando una seria crisi produttiva e occupazionale. Non a caso l'Amma, l'associazione delle imprese metalmeccaniche di Torino e provincia, ha elaborato un questionario che ha sottoposto nei giorni scorsi a un piccolo campione di imprese. Le risposte sono improntate a un pessimismo ragionato. Ne esce pertanto un quadro a tinte grigie. Spiega Ezio Ponte, direttore dell'Anima: «Non ci sono prospettive di recessione, sia ben chiaro. Ma non possiamo non tener conto di una certa, consistente, preoccupazione degli operatori. La produzione è prevista in crescita solo nel 9 per cento delle imprese interpellate. La stessa modesta percentuale prevede un aumento del portafoglio ordini e le imprese che ritengono possibile un calo ulteriore dell'occupazione sono ormai il 30 per cento, l'anno scorso erano il 20 per cento». Pessimismo? Non proprio - sostiene Ponte perché sarebbe stupido non considerare che recentemente la zona torinese ha avuto un calo della cassa integrazione quantificabile nel 44 per cento «Ciò vuol dire - spiega il direttore dell'Anima - che l'industria torinese continua a mantenere una vivacità da non sottovalutare. Certamente vive l'incertezza del momento, determinata da decisioni politiche che tardano ad arrivare». Insomma, occorre una politica economica del governo che possa sostenere una crescita produttiva in grado di dare occupazione. Ma scendiamo nei dettagli dell'indagine dell'Anima riferita a un campione di 23 aziende (per un totale di circa undicimila dipendenti): le industrie in crescita di produzione sono quelle operanti nel campo delle attrezzature e dell'automazio- ne. E' diminuita, rispetto all'estate dell'anno scorso, la produzione per l'estero. Le scorte tendono a stabilizzarsi, mentre aumenta l'insoddisfazione per la consistenza del portafoglio ordini. Le prospettive di produzione tendono al pessimismo: il 22 per cento delle imprese interpellate prevede una diminuzione e solo il 17 per cento spera in una crescita. Ma il pessi¬ mismo è quasi totale nel settore dell'occupazione: nessuna azienda prevede aumento degli occupati e le imprese che invece prevedono un calo passano dal 20 per cento dello stesso periodo dell'anno scorso al 30 per cento di adesso. Ma quale sarà la conclusione? Ci sono due grandi punti interrogativi sopra la testa delle imprese torinesi: a) la fine degli incentivi-auto produrrà una pesante flessione della domanda interna? b) il rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici provocherà conflitti sociali vista la distanza tra le richieste dei sindacati e le posizioni degli imprenditori? Un autunno incerto, da decifrare. Le prime scaramucce tra le controparti sono già cominciate e partono dai due livelli di contrattazione (nazionale e aziendale). Tuttavia l'impressione è che la partita si giochi soprattutto sul tema della flessibilità del posto di lavoro che sembra essere ormai non più una variabile, ma una costante delle trattative sindacali, a livello nazionale e a livello aziendale. Enzo Bacarani

Persone citate: Ezio Ponte

Luoghi citati: Torino