Specchio dei tempi
Specchio dei tempi Specchio dei tempi «Quintuplicato il prezzo di un paio di guanti di lattice» - «Così ho vinto le barriere architettoniche» - «A problema dell'ora alternativa a scuola» - «Costretto a sospendere la tesi di laurea» - «Al Valentino» Un lettore ci scrive: «Qualche giorno prima di Ferragosto, nell'unica farmacia aperta del centro di Ivrea, per una scatola di guanti di lattice ho pagato Lit. 25.000, senza scontrino fiscale (che credevo fosse nella busta e invece non c'era). La medesima confezione della stessa casa, in tutte le farmacie d'Italia, la pago tra 12.000 e 15.000 lire. «Tenuto conto che la casa produttrice vende la confezione a Lit. 5000 + Iva e i distributori-grossisti la cedono alle farmacie a Lit. 7000 Iva compresa, il guadagno di quel farmacista è di circa il 400%. Ho segnalato il fatto anche alla Guardia di Finanza e all'Ordine dei Farmacisti». Segue la firma Una lettrice ci scrive: «In questo Specchio ("dei tempi") credo possa rispecchiarsi anche qualche notizia "positiva", di stimolante e giusto confronto con quelle "negative". Ecco una mia vicenda, forse controcorrente: già lungamente bloccata in casa per emiplegia, mi sono aggravata in quest'ultimo mese, sicché mi è diventato impossibile superare le barriere architettoniche per raggiungere la strada. E dire che i medici raccomandavano di andare in carrozzella al Valentino almeno quest'estate! Ebbene in poco tempo ho potuto avere in uso un carrello saliscale dalla Asl. Per di più due bravi giovani volontari dell' "Auser - Fili d'argento" mi aiutano due volte la settimana ad uscire finalmente di casa. E tutto questo malgrado il caldo che dovrebbe impigrire!». Segue la firma Una lettrice ci scrive: «Rientrata da un soggiorno all'estero ho letto i giornali di agosto e mi ha colpito il "botta e risposta" sull'insegnamento della religione cattolica nelle scuole di Stato. Premetto che non sono Testimone di G-eova e che mio figlio ha ormai superato l'età in cui il problema, eventualmente, si poteva porre. Anzi, ha felicemente frequentato l'ora di religione per i 13 anni del suo curriculum. «Tuttavia trovo che ai problemi sollevati dalla lettera del 4 agosto non si sia affatto risposto nelle lettere successive. Gli scriventi Testimoni di Geova dichiaravano di accettare certi interventi dei docenti di religione, ma di dissentire da altri, per i quali forse mancavano le competenze (32 esami di Teologia, forse, non preparano all'insegnamento della storia o al "recupero" di matematica o di inglese). «Inoltre il problema dell'ora "alternativa" esiste e non pare invece esistere la volontà politica di risolverlo. Con buona pace delle persone insegnanti di religione, che saranno degne e meno degne, come qualsiasi altro insegnante e/o cittadino. «Resta l'incontrovertibile verità che i soldi dei contribuenti non cattolici (o semplicemente non convinti dell'opportunità dell'insegnamento della religione cattolica nelle scuole di Stato) vengono spesi per finanziare una attività che, onestamente, dovrebbe essere svolta altrove e con altri denari». Angelina Russo Un lettore ci scrive: «Sono il padre pensionato da operaio di un giovane universitario che con tanti sacrifici era arrivato quasi alla fine dei suoi studi. Gli manca solo la tesi di laurea. Purtroppo lo Stato ordina che deve fare il suo servizio da obiettore mandandolo a oltre 90 km da Torino con grave disagio per continuare la sua tesi. Passando dall'attività di studente universitario all'attività di servizi più umilianti in genere (servizio discariche, cimiteriale e tante altre del gene¬ re e peggio). Vorrei sapere se si tiene conto del curriculum di questi giovani prossimi alla laurea. La tesi di architetto non si studia solo sui libri, hanno disegni da ultimare, da controllare con i loro professori per consigli e altro. «Inutile dire che da quel momento l'attività di studio di mio figlio si è bloccata completamente; mi chiedo se questi giovani dell'età di 26 anni devono essere trattati in questo modo». Segue la firma Un lettore ci scrive: «Vorrei segnalare lo stato di incuria e di sporcizia in cui versa il Parco del Valentino. In particolare modo, nel tratto compreso tra il Ponte Isabella e il Cto. Si è ancora in attesa che il Comune provveda, nonostante l'estate sia quasi finita, alla corretta e regolare manutenzione dei giardini è delle sponde del fiume facenti parte di quel parco che dovrebbe essere una delle perle della nostra città. Il verde in certi punti si trasforma in una vera giungla, ed in altri assomiglia ad una discarica. Desidero ancora sottolineare l'assenza dell'illuminazione nel tratto tra il ponte Baibis e piazza Polonia». Edoardo Dumeri
Persone citate: Edoardo Dumeri
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