Albanesi, spunta il racket immigrati

Albanesi, spunta il racket immigrati Arrestati per favoreggiamento gli extracomunitari coinvolti nella sparatoria di domenica Albanesi, spunta il racket immigrati Clandestini, un grande affare Dietro la drammatica sparatoria di domenica, in via Paesana, c'è il racket della prostituzione o dell'immigrazione clandestina. Il magistrato Andrea Padalino ha interrogato i due albanesi coinvolti in quel drammatico episodio, a mezzogiorno, nei pressi di un giardino dove giocavano alcuni bambini. I due sono stati arrestati dai carabinieri per favoreggiamento personale. Uno, Altin Cuci, rimasto ferito, è stato sentito in ospedale, al Martini di via Tofane, dove è ricoverato con la riserva di prognosi per una frattura al bacino. L'altro, Siffir Imamaj, negli uffici della procura. I due, assistiti dall'avvocato Gorini, hanno detto al magistrato di non sapere nulla. E allora una serie di ipotesi. I carabinieri parlano di racket della prostituzione, ricordano analoghi episodi, scontri tra bande, con sparatorie e ferimenti. Ma qualcuno ricorda i venti albanesi fermati giorni fa in Valle di Susa, a Bruzolo, na¬ scosti in un campo. Due connazionali, Adraitik Cenaj e Bujar Halilaj, sono accusati di immigrazione clandestina. I due sono difesi dall'avvocato Antonio Genovese. L'inchiesta ha fatto scoprire che ogni albanese pagava 4-5 milioni per essere trasportato, con un Tir, in Francia. Un giro di centinaia di milioni. Una organizazione che forse agisce grazie alla complicità di autisti. La scorsa settimana il gruppo di albanesi, tutti sui 17-22 anni, era partito da Porta Nuova. Giunti a Bruzolo si erano diretti verso la statale 25 del Moncenisio e si erano nascosti in un campo di mais. Aspettavano un Tir che li avrebbe dovuti portare oltralpe. Secondo il giudice per le indagini preliminari, Paola Demaria, i due arrestati sarebbero a capo dell'organizzazione che aveva il compito di accompagnare fuori Italia i connazionali. Dietro il pagamento di 3-4 milioni ciascuno. E sul controllo di questo racket è guerra. [e. mas.] Uno dei fermati di domenica dopo il mezzogiorno di fuoco in via Paesana nei quartiere di Pozzo Strada

Persone citate: Albanesi, Altin Cuci, Andrea Padalino, Antonio Genovese, Bujar, Gorini, Halilaj, Paola Demaria

Luoghi citati: Bruzolo, Francia, Italia, Moncenisio, Susa