Denuncia per il tassista fuggilo

Denuncia per il tassista fuggilo Sentito dalla polizia anche il collega presente alla scena: ha negato ogni responsabilità Denuncia per il tassista fuggilo Dopo l'identificazione accusa di omesso soccorso Dice: «Io non ho cacciato nessuno». Il tassista che giovedì si sarebbe rifiutato di portare al Sant'Anna Monah Aemr, l'egiziana di 28 anni colta dalle doghe per strada e che ha poi perso il bambino, è stato identificato. Ha 60 anni, il suo nome è nel rapporto che la Mobile ha inviato al procuratore aggiunto Pietro Miletto. Poche pagine. La storia di quella donna e del suo bambino, Akram, «il più generoso», morto al Sant'Anna. E l'accusa nei confronti del tassista: omissione di soccorso. L'uomo rischia sei mesi di condanna, e la sospensione o la revoca della hcenza. L'uomo sarà sentito nelle prossime ore, ma dovrà essere assistito da un avvocato. «Accuse infondate», pare continui a ripetere. La sua posizione è delicata e potrebbe cambiare. L'autopsia, oggi, chiarirà un punto importante: se il bimbo fosse stato accompagnato in ospedale, si sarebbe salvato? Ieri la polizia ha sentito l'altro tassista che, anche lui, avrebbe rifiutato di dare un passaggio alla donna. Nega tutto: «Io non ho parlato con nessuno, non ho allontanato nessuno». Lo accusano però le parole di Salah Aemr, il marito della giovane: «Un tassista ha fatto scendere mia moghe dalla vettura perché diceva che il sangue sporcava il sedile deh'auto. E un altro l'ha rifiutata subito dopo». Questo secondo tassista si è presentato spontaneamente in questura. Ha chiesto di parlare con il vicecapo della Mobile, Sergio Molino: «Giuro di non sapere nulla». Le sue parole: «Sì, giovedì pomeriggio ero" fermo al posteggio di corso Marconi angolo via Madama Cristina. Eravamo in sette o otto, uno dietro l'altro. Ho visto tre persone, tra di loro una donna che si teneva la pancia, parlare con il collega che si trovava davanti a me. Non ho fatto attenzione alle loro parole». E poi? «Sono stato chiamato via radio dalla mia centrale. C'era un cliente che attendeva in una via vicina. Ho dato la disponibilità al servizio. Ho messo in moto la mia auto, sono partito. In quel momento i tre, tra loro la donna, stavano venendo verso di me. Ma non hanno potuto parlarmi, io ero già in marcia, quindi non mi sono rifiutato proprio a nessuno». E che cosa sa del collega? «Non conosco il suo nome, non è socio di nessuna cooperativa. Attende clienti che arrivano a piedi o che chiamano al telefono del posteggio». Per ora non gli è stata mossa alcuna contestazione. Dicono alla Mobile: ((Abbiamo le sue dichiara zioni, il magistrato valuterà». Anche lui, in teoria, rischia una mcriminazione. Troppe infatti le contraddizioni tra le sue parole e quelle dei testimoni. Salah Aemr, il marito della giovane straniera: «Ero andato a comperare il giorna¬ le, quando sono tornato, mia mor glie era in strada, a terra in preda a forti dolori. Da un negozio, una donna le aveva offerto una sedia. Poi è arrivata l'ambulanza». Che cosa era accaduto? Oltre alle parole di Monah Aemr e di sua moghe, c'è la testimonianza di Karim Medane, 35 anni, titolare di un minimarket: «Monah si è rivolta a me chiedendomi aiuto. L'ho aiutata ad attraversare la strada per raggiungere la fermata dei taxi. Ho parlato con il primo tassista, che non voleva farla salire, poi con quello parcheggiato dietro, che ha detto che il trasporto non era compito suo. Ho insistito, sono riuscito a far salire Monah sul primo taxi, ho chiuso il negozio, ma al mio ritorno il tassista era sparito. Aveva obbligato Monah a scendere perché aveva notato del sangue sul sedile». Si è chiamata un'ambulanza, si sono persi minuti preziosi. E all'arrivo in ospedale il bambino era senza vita. Quel bimbo verrà sepolto giovedì mattina al Cimitero Sud. Dietro il feretro ci sarà il sindaco Castellani: «Mi ha invitato il mari- to, ci andrò». Partecipazione e solidarietà. Ma anche la testimonianza che il rifiuto, l'abbandono, non sono di questa città. Parole che ieri il sindaco ha ripetuto al telefono a Salali Aemr: «Un uomo di una mitezza incredibile. Gli ho espresso la solidarietà perso- naie e della città. Non ha mai avuto espressioni di astio o di condanna verso chi ha rifutato di trasportare la moglie all'ospedale perché perdeva sangue. Ha ricordato l'episodio con parole dehcate, spiegandomi che a Torino lui sta bene. Volevo incontrare la moglie, ma ho pre¬ ferito non intralciare le cure». E ieri, risentito dalla pohzia, Salah Aemr, ha commentato: «Mi fido della giustizia italiana e sono febee che il responsabile sia stato trovato». E ha chiesto alla città di «collaborare nel far crescere un clima di convivenza civile». Castellani ha aggiunto: «Spero che il tassista sappia dare una giustificazione». Anche se resta «l'amarezza, lo stupore per la mancanza di umanità e solidarietà, verso un'emergenza, una vita che nasce». Ezio Mascarino L'autopsia sul bimbo conferma: la morte causata dal distacco della placenta Si poteva evitare? Il procuratore aggiunto Pietro Miletto, titolare dell'inchiesta Saiah Aemr l'egiziano padre del piccolo nato morto. La sua denuncia ha messo in moto le indagini della questura e il procedimento penale nei confronti del tassista Il collega del tassista fuggito si è presentato ieri in questura, negando qualsiasi coinvolgimento

Luoghi citati: Karim Medane, Torino