Zoff come Succhi; un fiume di parole
Zoff come Succhi; un fiume di parole Al primo raduno il nuovo et si racconta per 25' agli azzurri: «Si saranno addormentati» Zoff come Succhi; un fiume di parole «Non mi interessa l'amicizia, in campo voglio solidarietà» FIRENZE DAL NOSTRO INVIATO Man mano che ci spiegava come sarebbe stata la sua Nazionale, Dino Zoff pescava dalla memoria brandelli di carriera, b' incollava, e ce li porgeva attento a non sembrare né troppo curiale né troppo rustico.- Prima, in campo, aveva parlato per venticinque minuti alla squadra. Giubba rossa, senza foglietti, a braccio, una mimica leggera come un trucco appena accennato, «perché io sono quello che sono, ma venticinque minuti sono tanti, si saranno addormentati...». Ha espresso concetti ovvi del tipo «rosa ampia non significa numero chiuso, tutt'altro; ho solo cercato di allargare gli orizzonti». Ha ribadito in forma ufficiale che sabato, contro il Galles, giocherà a zona e impiegherà un 4-4-2 «il più elastico possibile». Un filo di emozione gb intralciava la voce, che anche oggi, a cinquantasei anni, sa di valanga più che di onda. Non esistono bocciati né, tanto meno, titolari per grazia ricevuta. Il destino va forzato, va forgiato. «Costacurta potrà tornarmi utile in seguito, so che cosa può darmi; per questo, al suo posto, ho preferito vedere all'opera gente nuova. Idem Pagliuca. In prospettiva, preferisco Buffon. L'età non conta: come potrei parlare di età proprio io che ho giocato fino a 41 anni?». Su Del Piero e Baggio, Zoff ha offerto spunti non trascurabili: 1) «è prematuro, dato il poco tempo a disposizione, immaginarli insieme già a Liverpool»; 2) «le gerarchie pregresse non mi riguardano, tutto azzerato, si riparte alla pari». Con Del Piero, a naso, lievemente favorito. Zoff ha escluso che Albertini e Di Biagio possano elidersi, soprattutto in un centrocampo a quattro come quello che ha in animo di varare. Dice di aver rinunciato a Di Matteo perché poco duttile e di aver riesumato Fresi perché, al contrario, molto eclettico. Considera Dino Baggio un centrale, non un esterno. Capitano sarà il giocatore con più presenze: in teoria, Albertini. Ma lo Zoff più genuino è sgorgato dalla fontana dei luoghi comuni quando lo hanno stuzzicato sullo spirito di gruppo: «Nel presentarmi, ho spiegato la mia filosofìa, di vita e di sport. Considero l'aiutarsi in campo un dovere squisitamente professionale, non un di più legato all'amicizia: se si è amici, ci si aiuta, se non lo si è, non ci si aiuta. Sciocchezze. Ho chiamato coloro che penso che possano giocare come piace a me. La storia del fare gruppo, o non farlo, viene dopo». Fa bene, Dino, a diffidare del miele che i cronisti gli hanno spalmato sul primo giorno di scuola. «Cominciare fra i com plimenti non mi ha mai eccitato». A essere sinceri, non ha gra dito neppure il vecchio progetto della Nazionale-zavorra da comprimere in un mese. L'ultimo a parlarne è stato Adriano Gallia ni, in un'intervista concessa ad Alberto Costa del Corriere della Sera. «Questa è politica. Basta mettersi d'accordo su che cosa si vuole. Giugno o non giugno, un mese, uno solo, dentro al quale stipare preparazione e partite mi sembra poco. Sono perplesso, molto perplesso. Ripeto: soltanto di fronte a gerarchie precise si potranno tirare le somme. Per me, la Nazionale resta un valore». Per lui. Ma per gli altri? Bi sogna aspettarsi il peggio, ades so che i mercanti hanno scaccia to i sacerdoti dal tempio. Zoff, intanto, ha rimesso in moto il suo carisma, le sue conoscenze, il suo stile: «Nel comporre la squadra, terrò conto dei ruoli occupati abitualmente. Il bacino di scelta è ristretto, eccezion fatta per l'attacco, ma difesa e centrocampo non mi preoccupano Patti chiari: andremo sempre a giocarci la partita, a testa alta Non mi sento né Sacchi né Mal dini, anche se talvolta, magari, le esigenze spicciole mi spingeranno un po' verso l'uno e un po' verso l'altro. Se proprio volete affibbiarmi un modello, mi sta bene Bearzot: per tutto, bellezza esclusa». A Coverciano, con En zo, «condottiere straordinario», ci pascolava poco, Dino. Altri tempi. E' una «missione difficile», parole sue, il mandato che lo attende. Meglio così. Nessun mondo, nello sport, è più piccolo di una panchina, nessuno è più grande. Roberto Becca Jitini «Bearzot? E' il modello (bellezza esclusa) E la Nazionale è un valore da difendere» FEDERAZIONE ITALIANA GIUOCO CALCIO Del Piero, a sinistra, in un attimo di svago scherza con Torricelli; qui sotto il neo et Zoff al primo allenamento e, a destra, il trio d'attacco composto da Robi Baggio Inzaghi (semicoperto) e Vieri
Luoghi citati: Coverciano, Firenze, Galles, Liverpool
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