Venus e Serena: la Bibbia e Ali sono i nostri maestri di Stefano Semeraro

Venus e Serena: la Bibbia e Ali sono i nostri maestri Le sorelle Williams hanno già conquistato il palcoscenico Venus e Serena: la Bibbia e Ali sono i nostri maestri DUE STELLE AGLI US. OPEN Di TENNIS ONEW YORK BANDI, veloci, cattive. E dolci. Lucide e nere come lame di ossidiana. E morbide, con curve feline e sexy generosamente scoperte dai vestitini della Reebok. Venus e Serena Williams si muovono nel cemento di Flushing Meadows come Michael Jordan sotto la retina del cesto, il sorriso sgherro da padroncine del torneo più rumoroso e importante del mondo - gli US Open - intagliato sul volto, le perline colorate fra i capelli. Fino all'anno scorso erano due oggetti oscuri, e non solo per il colore, due fenomeni strillati (diventeranno le migliori del mondo) solo dal babbo-orco Richard, che le allevava in Florida dopo averle strappate dal fetore e dalle pallottole che fischiavano sui playground di Compton, ghetto nero di Los Angeles. Nel '97 il boom: Venus finalista degli US Open a 17 anni, Venus che si scontra in campo - fisicamente con la Spirlea, Venus che agita lo spettro del razzismo, Venus che non sta zitta e entra fra le top- 10. Il tutto insieme alla sorellina minore Serena, n. 19 del mondo, che cresce e quest'anno inizia a vincere anche con le giocatrici più forti. Il bilancio fa prime pagine, interviste, copertine, contratti per 6 milioni di dollari. Lo sport dei gesti bianchi che imbarazzato fa spazio alle due panterone nere. Venus Ebone Star (il nome completo) è alta 1,86 e pesa 7t; chili, una mantide scura che con le braccia lunghissime sventaglia rovesci bimani e volée, servizi da maschio a 190 l'ora. Serena Jameca è alta 1,78 per 65 chili, un pit-bull, un concentrato di energia, meno violenta ma più solida e determinata in campo. Vivono in simbiosi, con il papà sciamano Richard che le cura da lontano e mamma Oracene, nome e volto da era geologica, che le coccola dalla tribuna. Si amano, dentro si sentono uguali e diverse dal resto, sanno descriversi a chi lo chiede: «Serena è impressionante, a 16 anni sa già cosa vuole dalla vita - dice Venus anche se finge di essere confusa. L'unico difetto è che racconta un mucchio di balle». . «Venus è molto alta, tira molto forte e ha un gran gusto per il vestire - dice Serena -. E poi ha un talento innato per gli affari: a me vende i vestiti, ai compagni di scuola noleggiava biro e matite. Ma è la miglior sorella del mondo». «Sono stato io educarle così: nella vita nessuno ti regala nulla. Ma loro hanno avuto grandi maestri: la Bibbia e Mohammed Ali», spiega aprendo in un sogghigno i dentoni candidi e storti papà Richard, che durante i tornei preferisce rimanere a casa a badare ai cani ma affida a Venus bigliettini sapienziali da leggere durante i cambi di campo. «Diventeranno numero 1 e numero 2 del mondo, non importa in che ordine», taglia corto mamy Oracene. «Sì, ora sono solo numero 5 del mondo e sono un po' delusa aggiunge Venere, che nei 3 tornei dello Slam giocati quest'anno è arrivata ai quarti di finale ed è reduce da una fastidiosa tendinite - ma arriverò dove voglio, ora sono una tennista più matura più intelligente. E vincerò questi US Open, non ci sono altre possibilità». Martina Hingis soffre problemi da adolescente e passa da un flirt all'altro, Venus e Serena si preparano al rito di iniziazione dei Testimoni di Geova e studiano per un diploma in educazione fisica al college, ma hanno problemi con algebra e matematica: «Sì, ci toccherà prendere ripetizioni durante gli Open - spiega Serena -. Io del resto ho sempre avuto difficoltà con i numeri». «A me piace l'architettura, Roma mi ha incantato - chiosa fulminante Venus, che al Foro Italico è stata finalista -. Ma è la geometria che ti rende perfetta: ti insegna regole chiare. Noi Williams siamo invece ancora un po' sciamannate...». Accanto alle loro sagome nere intanto è partito il torneo, promuovendo Ivanisevic e Muster che hanno battuto in tre set Woodforde e Berasategui. Le buone nuove in Casa Italia sono arrivate dall'eroe di Wimbledon, Davide Sanguinetti. Davide ha liquidato 6-4, 6-4, 6-2 il (modesto) australiano Sekulov sotto gli occhi di capitan Bertolucci, che contro un team yankee un po' disunito (Agassi e Courier non ci saranno, Sampras è in dubbio) nella imminente semifinale di Davis pare orientato a far debuttare il trentatreenne Pozzi accanto a Sanguinetti, Nargiso e Gaudenzi, che è subito uscito, battuto dal romeno Adrian Voinea: si è ritirato al 4° set (2-0 per l'avversario che aveva vinto il 1° e il 3° set 6-4, 6-2, ma aveva perso il 2° 6-3). Pozzi, n. 59 del ranking, quasi certamente sarà convocato al posto di Martelli che invece di giocare negli Stati Uniti, come gli aveva consigliato Bertolucci, ha preferito disputare tornei minori in Europa. Stefano Semeraro Pronte a vincere e a incrementare i contratti da sei milioni di dollari Venus (a sinistra) e Serena Williams hanno 18 e 16 anni

Luoghi citati: Europa, Florida, Italia, Los Angeles, Roma, Stati Uniti