Auschwitz, il dolore non ha esclusive. Boccaccio alla Casa Bianca

Auschwitz, il dolore non ha esclusive. Boccaccio alla Casa Bianca lettere AL GIORNALE Auschwitz, il dolore non ha esclusive. Boccaccio alla Casa Bianca I diritti delle croci La violenta incredibile polemica apertasi in Polonia per la richiesta del rabbino dì vedere rimosse da un campo esterno al campo di concentramento di Auschwitz le croci cristiane è giunta ad un punto di insostenibilità. Come cristiano sono indignato per l'assurdità della richiesta della comunità ebraica. Fuori discussione l'Olocausto e tutto ciò che tutti sappiamo sul sacrificio degli ebrei e sugli orrori dello sterminio. Non è questo il punto. Ma poiché nei campi di concentramento sono morti non soltanto ebrei, mi chiedo in virtù di quale principio si può rivendicare l'esclusiva del dolore sino a non rendersi conto che chiedere la rimozione delle croci cristiane (che ricordano il supremo sacrifico di un Ebreo come Cristo) rappresenta un'offesa alla religione cristiana (quasi che la Croce fosse una bestemmia per gli ebrei); è veramente troppo! Le frasi pronunciate dal rabbino Meir Lau, secondo cui le croci cristiane sarebbero una «simulazione», sono frasi che non onorano colui che le ha pronunciate: perché soltanto gli ebrei hanno il diritto di offendersi e lo stesso diritto, in difesa della croce di Cristo, non deve spettare ai cristiani? Sarebbe veramente un bel gesto sentire l'opinione di qualche cittadino di religione ebraica che riconosca il sacrosanto diritto, senza nulla togliere al dolore del popolo ebreo, di vedere le croci cristiane ad Auschwitz. Gabriele Gruppo L'umiliazione d'un Presidente II 17 agosto il potere più grande del mondo si è seduto davanti ad un giurì dove per alcune ore è stato umiliato quasi in diretta mondiale, la qual cosa stava a cuore, non certo casualmente, ai suoi avversari interni. Poteva, l'uomo Clinton incassare il colpo e basta? Così, puntualmente, il 20 agosto è scattata senza preavviso l'operazione antiterrorismo: una specie di «guerra all'Albania» descritta in un recente film di De Niro e D. Hoffman. Stavolta il nemico sono gli islamici: i «soliti noti». Non discuto se si dovesse fare o no, se fosse già previsto (proprio in quella data?), oppure sul fatto che i terroristi hanno verosimilmente programmato i loro attentati proprio tenendo conto delle difficoltà di Clinton. Discuto invece sul collegamento tra le operazioni militari e l'umiliazione subita, la quale non può non avere innescato un forte sentimento di rivalsa. Tuttavia, si tratta pur sempre dell'uomo politico più importante del mondo che, se una qualità deve avere, è quella di separare accuratamente le proprie pulsioni dalle opere. Se dunque l'umiliazione discende da una storia boccaccesco-pulsionale che il protagonista non è riuscito a reprimere prima che cominciasse, è altrettanto facile che la decisione per l'attacco sia maturata con l'umiliazione patita. Conclusione: l'uomo più potente del mondo non controlla abbastanza i suoi istinti, e come tale è pericoloso per il posto che occupa. Inoltre, lo staff che lo assiste, indubbiamente di alto livello, non sembra in grado di correggerlo. Coloro che hanno sostenuto e sostengono la banalità del Sexgate e/o la sua separazione dalla politica, sono serviti. Giuseppe Ricco, Torino La morale non vuole i compromessi Sono un ingegnere di 32 anni che segue con molta attenzione La Stampa. Circa il fondo del prof. Vattimo sull'apparente contraddittorietà tra il fatto che moltissimi italiani hanno devoluto l'otto per mille alla Chiesa Cattolica e il disaccordo di buona parte dei cattolici praticanti a proposito della morale, specie quella sessuale, della Chiesa stessa, rientro tra i cattolici praticanti che sono in accordo con l'insegnamento morale della Chiesa: non penso siano così pochi. Vorrei avere dati più precisi sul sondaggio citato da Vattimo, e mi chiedo come risolvere quest'apparente contraddizione. Quando il Papa è andato a visitare la Sindone Paolo Guzzanti in un articolo faceva un'osservazione importante a proposito del fatto che in campo di morale non sono mai possibili compromessi, magari di alto profilo, ma pur sempre compromessi, perché ciò che è in gioco è la dignità della persona. La Chiesa ha questo potenziale di carità così alto ed at¬ traente proprio perché riconosce il valore alto ed irrinunciabile che riconosce alla persona umana, ad ogni persona umana. Ed è questo stesso valore della persona alla base della sua morale sessuale: perché il bimbo nel seno materno è una persona umana, perché la famiglia fondata sul matrimonio è l'unico ambito abitualmente in cui la persona può crescere e svilupparsi secondo la sua dignità, perché il rapporto sessuale è un'intima relazione tra due persone... e la persona umana è immagine di Dio! Pensa davvero, prof. Vattimo, che la Chiesa riuscirebbe ad esprimere lo sforzo di carità che la porta ad essere presente dove nessuno (nemmeno quelli che vanno incon¬ tro alle esigenze sessuali degli uomini e delle donne di oggi...), è presente, senza questo concetto alto e forte del valore di ogni donna, di ogni uomo? Come mai tanti cattolici praticanti, allora, si esprimono secondo quanto dice il sondaggio? Questo, a mio avviso, mette in evidenza il vero problema della Chiesa italiana (e non solo italiana) oggi, che è la profondità della formazione dottrinale dei cattolici (che è direttamente proporzionale a quella dei sacerdoti...): qui va portato l'impegno e lo sforzo! Ing. Armando Catapano, Taranto cavabianca@fiashnet.it Il giudice e la povertà di un cardinale Desidero esprimere la mia piena solidarietà di cattolico devoto e praticante al procuratore di Lagonegro, Michelangelo Russo, che per essersi permesso di indagare su un cittadino italiano, il card. Michele Giordano, è oggetto di un generale linciaggio. Sempre coerente, questa Chiesa post-conciliare! Non doveva essere la Chiesa dell'umiltà, della povertà, del dialogo, del rifiuto di ogni privilegio? E invece, appena si tocca qualcuno che conta, lo «spirito del Concilio» si dimostra per quello che è: retorica ideologica e fumo negli occhi per gli ingenui. Il card. Giordano, infatti, convoca giornalisti, strilla all'oltraggio, invoca il Concordato, rivendica privilegi di extra-territorialità, si proclama intoccabile Principe della Chiesa, vanta di possedere un passaporto diplomatico, ricorda minacciosamente i suoi contatti con la Segreteria di Stato vaticana (organo di un Paese estero) e con il Papa (giuridicamente Capo di Stato di un Paese estero). Ma chi è trasparente e non ha nulla da nascondere, cosa ha da temere da una indagine? Non è logico che sia fatta una verifica, dati i fitti e stretti rapporti economico-finanziari col fratello, pesantemente indiziato? Il Cardinale si proclama «povero», ma ha 800 milioni liquidi su un conto corrente personale (non della Curia) ed è solito distri buire assegni da centinaia di milio ni al fratello ed ai nipoti vari! Sono certo che la Chiesa di Pio XII avrebbe reagito più compostamente e discretamente, come ai tempi di Pio LX vescovi e cardinali addirittura incarcerati (e quanti in giustamente! Per non aver voluto cantare il Te Deum in onore dei Sa voia) reagirono con austero silenzio e severa compostezza alle persecu zioni. Lo dico con dolore e amarezza, ma più conosco questa Chiesa «del Concilio» e più rimpiango quella prima del Concilio! Maurizio Berrino, Torino Due pesi, due misure per la patria potestà Qualche settimana fa a un padre di famiglia sono stati tolti i figli a causa della sua obesità. La notizia ha fatto il giro dei telegiornali e dei quotidiani. Non è infrequente il ca so che ai genitori venga sospeso il diritto di allevare i propri figli, qualche volta con ragione, tal'altra con decisioni dei giudici assai discutibili. Non voglio entrare nel merito, mi limito a osservare che anche in questi casi siamo di fronte al classico «due pesi, due misure» Infatti nelle nostre città si incon trano sempre di più i «bambini di strada» abbandonati dai genitori nomadi di norma, che chiedono soldi agli automobilisti fermi al se maforo. Non è forse questo abban dono di minori in situazioni di estremo pericolo? Perché i giudici non intervengono? Mi sembra assai più grave che quella di un padre un po' troppo grasso! Egidio Asti, Torino .r LA STAMPA\ /'Via Marenco 32,10126 TORINOV fax 011 -6568924 e-mail lettere@lastampa.lt

Luoghi citati: Albania, Auschwitz, Lagonegro, Polonia, Taranto, Torino