Pochi posti con le 35 ore alla Jospin

Pochi posti con le 35 ore alla Jospin Primo bilancio per la legge di Martine Aubry. Con 142 accordi sono stati creati 1800 impieghi Pochi posti con le 35 ore alla Jospin Imprese, pace col governo parigi DAL NOSTRO INVIATO «Come trarre profitto dalle 35 ore», titola in copertina l'ultimo numero della rivista economica «Challenges». Il dossier dà consigli a tutti, imprenditori, sindacati, salariati. Non ai disoccupati. «A dispetto dei miliardi di franchi stanziati dal governo, la riduzione dell'orario non creerà lavoro. E i manager non esitano a riconoscere che cercano di far leva su questa formula costosa per ottimizzare la produttività», scrive ieri sul quotidiano conservatore Le Figaro Nicolas Dupont-Aignan, notabile neogollista certo non ostile alla Cnpf, la Confindustria francese. «La legge che doveva creare posti e aiutare i disoccupati - traduce «Le Point» sul numero in edicola sabato rischia di favorire la flessibilità, dunque di giovare agli imprenditori, come mostrano gli accordi appena conclusi». Centosettanta in due mesi, annuncia il rapporto pubblicato ieri (aggiornato al 14 agosto) dal ministero del Lavoro guidato da Martine Aubry. Accordi minori, però, che riguardano appena 31 mila salariati. E, soprattutto, in materia di creazione di posti indicano obiettivi limitati. Su 170 accordi, 28 sono «difensivi»: consentono cioè all'impresa di ridurre l'impatto di inevitabili ristrutturazioni, e di salvare, secondo le stime del ministero, 440 impieghi. Altri 142 accordi hanno carattere «offensivo», e dovrebbero creare 1845 posti: risultato per il momento modèsto, anche se la Aubry parla di «un primo bilancio positivo». Ma il patto più importante, quello del settore metallurgico, è stato respinto dal ministro, in quanto «al di fuori del quadro legale e quindi inapplicabile»: fissava infatti il passaggio alle 35 ore oltre al termine previsto dal governo, il 1999. L'accordo dovrà essere rinegoziato dopo il varo della seconda legge annunciata da Jospin per precisare le modalità della riduzione d'orario. Via libera invece all'accordo dell'industria dello zucchero, firmato il 28 luglio. Dipendenti interessati: 8 mila. Nuovi posti di lavoro: nessuno. E' vero che l'atteggiamento degli imprenditori è cambiato. «Qui ci vuole un killer», aveva annunciato nell'ottobre scorso Jean Gandois, dando le dimissioni dalla guida della Cnpf. Da iattura le 35 ore sono diventate, per il successore Ernest-Antoine Seillère, un male necessario Ora Jospin teme un'ulteriore evoluzione: «Non intendiamo - ha ammonito domenica scorsa dal convegno del partito socialista a La Rochelle cedere a coloro che, in seno alla Cnpf, hanno come unico obiettivo sviare o aggirare la legge anziché esplorare in buona fede e con i negoziati tutte le possibilità al servizio del lavoro». Il responso verrà dai negoziati in corso. I più importanti riguardano l'edilizia, il tessile (143 mila addetti e una trattativa già in panne) e la chimica (250 mila addetti). All'inizio critica sulle 35 ore, la Notat è passata in questi mesi su posizioni più vicine a quella del governo, mentre Louis Viannet, leader della comunista Cgt, annuncia battaglia per la tutela dei livelli salariali. Dall'altra parte i falchi della Confindustria minacciano di denunciare i contratti collettivi di settore. I negoziati sulle 35 ore rischiano di aprire il vaso di Pandora dell'organizzazione aziendale, secondo Jean-Martin Folz, direttore generale della Peugeot: «Con i sindacati non possiamo parlare solo di 35 ore. Ci sono altre considerazioni da fare, sulla flessibilità, l'adattamento della nostra produzione e gli accorgimenti necessari all'aumento della produttività». Sul piatto della bilancia la Aubry potrebbe gettare la diminuzione degli oneri a carico degli imprenditori per i salari più bassi. Ma dall'altra parte del tavolo del governo trova la resistenza del ministro dell'Economia e delle Finanze, il suo storico avversario Dominique Strauss-Kahn, contrario a ogni nuova spesa che appesantisca il deficit della previdenza sociale. Nel frattempo la Aubry prepara per settembre una grande campagna d'informazione con messaggi radio, manifesti e annunci sui quotidiani. Per le informazioni ci sono un numero verde, un sito Internet, un manuale («35 ore: istruzioni per l'uso») e un bollettino a pubblicazione settimanale, «La dépèche 35 h». Dalle notizie che porterà si potrà dedurre l'esito di una sfida cruciale per Jospin, e anche per Prodi, che ha deciso di seguirne le orme. Aldo Cazzullo Pronta una campagna di informazione sulle nuove regole IL BILANCIO DI MARTINE [i risultali dei primi due mesi di applicazione della legge per le 35 ore in Francia] \Mxom\ stipulati i 70 | posti creati/salvati 2285 (riguardano 31.000 dipendenti) ACCORDI «OFFENSIVI» 142 q> POSTI CREATI 134* ACCORDI «DIFENSIVI» 28 POSTI TUTELATI 44C settori di applicazione: METALLURGIA - ZUCCHERO. AGRICOLTURA trattative aperte: EDILIZIA - TESSILE - CHIMICA obbiettivo del governo: 35 ORE PER 10 MILIONI DI LAVORATORI Martine Aubry

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