Swisscom squilla anche in Italia di Luigi Grassia
Swisscom squilla anche in Italia Privatizzazione telefonica con la maggiore opv del '98, riservata ai cittadini svizzeri Swisscom squilla anche in Italia Una filiale a Milano e cerca partner MILANO. La piccola Svizzera pensa in grande e i suoi telefoni allargano la rete ai Paesi vicini, Italia inclusa. Buona ultima in Europa, la Confederazione ha annunciato ieri la privatizzazione del locale monopolista tic, la Swisscom, che dal 5 ottobre vedrà quotato il 49,9% delle sue azioni alle Borse di Zurigo e New York. Da Berna il gruppo fa sapere che in parallelo alla liberalizzazione interna comincerà l'espansione oltreconfine, fra l'altro con l'ingresso sul mercato italiano di una società con sede a Milano, Swisscom spa, attiva dalla fine dell'anno nel campo della telefonia fissa, vocale e della trasmissione dati. Analoghe iniziative sono state avviate nelle regioni francesi, tedesche e austriache prossime ai confini elvetici. La privatizzazione del monopolista telefonico svizzero promette di essere la più grande offerta pubblica di vendita in Europa nel 1998 (sempre che il finale dell'anno non riservi altri fuochi d'artificio) e avverrà con modalità insolite: sarà riservata a cittadini svizzeri o stranieri residenti in Svizzera. Lo specifica il sito Internet del gruppo e lo conferma al telefono da Berna una fonte della società: «No, ai non residenti non sarà possibile prenotare azioni, neanche tramite una banca con una filiale nei nostri confini, perché l'opv è nominativa». Una «discriminazione» che sarebbe inconcepibile nell'area dell'Ue, possibilissima invece nella Confederazione che ne è fuori. Una volta quotate, ovviamente, le azioni potranno passare in mano a chiunque abbia i soldi per comprarle. E in ogni caso, fin dall'inizio, la distinzione fra svizzeri e non varrà solo per l'offerta pubblica di vendita: gli investitori istituzionali stranieri, invece, potranno acquistare azioni tramite quattro sindacati regionali che coprono il globo intero. Quanto alle attività industriali, l'espansione oltreconfine di Swisscom non avverrà su mercati lontani ma secondo una strategia definita «home market extension», estensione del mercato interno. «L'idea di partenza - spiegano da Berna è di offrire servizi alle imprese nelle zone vicine ai nostri confini, dove sono più concentrate filiali di aziende svizzere suscettibili di diventare nostre clienti. Ci proponiamo, sia chiaro, anche alle imprese straniere, ma contiamo in particolare su quelle elvetiche come base sicura di partenza». Dalle imprese, l'offerta di servizi si allargherà in seguito ai privati. Questo schema è previsto anche per la filiale milanese Swisscom spa, che all'inizio dovrebbe coprire la Lombardia, quindi allargare le attività verso le Venezie e il Piemonte. In base alla stessa filosofia, in Francia Swisscom ha creato la società Estel con sede a Strasburgo, in Germania la Hmex nel Baden-Wùrttemberg (appena al di là del Reno) e in Austria un consorzio a Vienna con la locale società distributrice di elettricità (la joint-venture con gruppi elettrici è lo schema di base anche delle altre operazioni). La Swisscom milanese, informano invece da Berna, è nella scomoda posizione di operare tutta sola. Chiediamo: non state cercando di associarla a qualcuno, magari all'Aem appena privatizzata, o alle tante società dotate di reti e desiderose di entrare nel business telefonico? Gli svizzeri non fanno nomi, però confermano: «E' vero, cerchiamo un partner. Abbiamo diverse trattative aperte, ma per ora non ufficiali». A dispetto di un mercato interno di sette milioni scarsi di abitanti (ma il bacino salirà a 30 milioni di persone con la prevista espansione), Swisscom è un piccolo gigante, il numero sei in Europa, con un fatturato di 5,1 miliardi di franchi (6100 miliardi di lire) nel primo semestre del 1998, in crescita del 5,1 per cento sul corrispondente periodo del '97, mentre l'utile netto - sempre su sei mesi - è stato di 1,1 miliardi di franchi (1300 miliardi di lire, +13,9%). Il risultato d'esercizio ha raggiunto 1,5 miliardi di franchi ( + 14,6%). Dalla privatizzazione il gruppo attende una raccolta di capitale oltre i 3200 miliardi di lire. Amministratore delegato è Tony Reis, ex manager Ibm, che ha avviato oltre all'e: spansione internazionale un programma per tagliare i costi. Luigi Grassia La Borsa di Zurigo
Persone citate: Tony Reis
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