Wall Street a picco per l'effetto-Mosca di Valeria Sacchi

Wall Street a picco per l'effetto-Mosca Fallisce la controffensiva delle Borse, in discesa tutte le piazze europee, Milano chiude a -1,61% Wall Street a picco per l'effetto-Mosca Il DowJones perde il 6,3%: bruciati i guadami di un anno MILANO. Lunedì da incubo a Wall Street. A picco il Dow Jones: ha ceduto 512,61 punti, una perdita enorme, pari al 6,37 per cento, il secondo peggior crollo nella storia dell'indice dei maggiori titoli industriali Usa dal 27 ottobre dell'anno scorso, quando i punti persi erano stati 524,26. Dopo un'apertura in equilibrio Wall Street, influenzata anche dai dati di luglio sulla contrazione delle attività manifatturiere statunitensi, ha cominciato a cedere, scendendo sotto quota 8000, una cosa che non succedeva dal 2 febbraio. Dopo una picchiata di 176 punti il Dow Jones ha avuto un accenno di ripresa, poi il crollo è stato totale: a poche decine di minuti dal finale l'indice ha accumulato una perdita di oltre 300 punti, pari quasi al 4 per cento. Ancora più drammatica la.sorte dell'indice Nasdaq, dove sono protagonisti i titoli informatici, che ha dilatato le perdite a 109,26 punti, sfiorando il 7%. Ma il calvario di Wall Street non era finito ed durato fino ai pesantissimi 524,26 punti in meno. La notizia che l'intesa sul governo Cemomyrdin è saltata li riporta di nuovo in rosso e le prime nubi dall'America avevano già cancellato le speranze dei mercati europei, che in apertura avevano cercato di rimettere insieme i cocci della disastrosa settimana precedente. Il rosso è stato meno spaventoso del precedente ma pur sempre ribasso. Milano, dopo un timido tentativo di ripresa, finisce a -1,61%, Francoforte perde il 3,20%, Parigi 1' 1,54%, Zurigo 1' 1,58%, Madrid lo 0,8%. Quel rimbalzo previsto dagli analisti un po' ovunque, anche a New York, non c'è dunque stato. Anche se i mercati evitano il panico preferendo piuttosto star fermi in attesa degli eventi. E difatti non solo i volumi degli scambi appaiono ovunque ridotti ma, rispetto ai giorni precedenti, si ferma la corsa al reddito fisso. Complice la chiusura della piazza londinese per il «bank holiday» e quindi del Liffe, sul Mif si sono verificate perdite generalizzate, se pure modeste. Cedono dagli otto ai dodici centesimi i Btp a tre e cinque anni pur tra scambi ridotti. E sui titoli di Stato continua l'erosione dei rendimenti: l'asta del Tesoro di ieri ha visto i Btp a tre e cinque anni scendere a nuovi minimi, rispettivamente al 4,09% lordi (contro il 4,17% precedente) e al 4,29% (4,36%). Nervosismo sul mercato valutario. II dollaro, che nella mattina aveva toccato minimi di 1,74 marchi e 1720 lire, risale in Europa per chiudere intorno a 1,76 marchi e a 1740 lire. La debolezza della valuta statunitense continua però a pesare sul cambio marco-lira, che finisce di nuovo a quota 988. Luci e ombre sullo scacchiere asiatico, dove Tokyo chiude in rialzo chiedendo ufficialmente la consultazione del G7 mentre Hong Kong, dove il governo decide di non sostenere più i corsi, termina con un pesantissimo calo che supera il 7%. A Mosca, sotto le docce fredde della situazione politica e in attesa dell'arrivo di Bill Clinton, la Borsa tutto sommato mantiene un certo aplomb limitando i danni a un meno 1,74%, mentre sulla Borsa elettronica delle monete il rublo recupera perfino qualcosa, quotando intorno agli 11 rubli per dollaro contro i 13,80 di venerdì. A Milano il tentativo di rialzo iniziale non tiene a lungo, ben presto il listino scivola, e vede il Mibtel cedere nel finale l'I,6% in leggera ripresa tuttavia rispetto ad un niinimo superiore al 2%. Ma il bilancio di fine agosto denuncia una marcia indietro del 13,79% e un salasso complessivo di 127 mila miliardi. Tuttavia i titoli guida, che nei giorni scorsi erano stati penalizzati in modo indiscriminato, sono trattati meno peggio del solito: Fiat e Pirelli contengono il calo allo 0,31%, Hdp torna positiva (+1,59%). Bilancio negativo per Eni (-3,98%), probabilmente penalizzata dal calo del prezzo del petrolio. I bancari sono sempre sotto tiro, sebbene con dei distinguo. Mediobanca e Bancaroma perdono oltre il 5%, Intesa oltre il 4%, Credit il 2,76%, viceversa Comit sale dello 0,99% e la Popolare di Milano del 2,31%. Deboli gli assicurativi, con Generali che perdono il 2,1%, Ras che arretra del 4,1% e Ina del 3%. In Europa, a subire il trauma maggiore è soprattutto Francoforte dove gli ordini di vendita prendono di mira in particolare i titoli bancari, quelli più compromessi con la crisi russa. Valeria Sacchi Il dollaro scende sino a 1724 lire poi recupera: 1740 in Italia e 1,76 marchi Ancora più drammatica la sorte dell'indice Nasdaq che fa segnare quasi -7% trascinato nel baratro dai titoli delle major del settore informatico

Persone citate: Bill Clinton