Italia, cenerentola dell'istruzione

Italia, cenerentola dell'istruzione Un'indagine della Uil: «Eccesso di burocrazia e stipendi troppo bassi» Italia, cenerentola dell'istruzione Ultima in Europa nella spesa per scuola e ricerca ROMA. Nell'istruzione l'Italia è il «fanalino di coda» dell'Europa: non solo per quanto riguarda le spese in rapporto al pil, il prodotto interno lordo, ma anche per la costante diminuzione delle risorse. Così, dal 1993 al 1997 si è passati da una cifra complessiva di 67.822 miliardi 59.594. Lo rileva della Uil scuola, emerge che, l'anno scorso, la spesa scolastica è stata pari al 3,04% del pil (alla quale va aggiunto un magro 0,80% per l'università e la ricerca) : una «per- Danimarca Francia Irlanda Portogallo Spagna Olanda Germania Regno Unito Italia (Percentuali in rad appena uno studio dal quale formance» particolarmente modesta, che colloca il nostro Paese all'ultimo posto tra quelli europei. I nostri partner, infatti, destinano molte più risorse: in particolare, la Finlandia risulta il Paese che spende di più per l'istruzione (7,9% del pil), seguita da Svezia (6,8%), Danimarca (6,7%), Francia (5,9%), Irlanda (5,7%), Portogallo (5,2%), Spagna (5,2%), Olanda (5,1%), Germania (4,9%) e Regno Unito (4,1%). «Quest'anno la legge finanziaria dovrà pre¬ vedere un incremento degli investimenti per la scuola», ha chiesto il segretario generale della Uil di categoria, Massimo Di Menna. In relazione al prossimo rinnovo contrattuale, infatti, la Uil rivendica dal governo il rispetto dell'accordo che prevede nuovi investimenti per 1000 miliardi, «congiuntamente alla crescita della spesa per l'istruzione in relazione alla crescita del pil» (pari al 2,5%, come stabilito dal Dpef, il documento di programmazione economica). La Uil mette sotto accusa anche la burocrazia, colpevole di soffocare il sistema dell'istruzione. Troppe, infatti, le circolari ministeriali inutili, prodotte non solo dal ministro e dai sottosegretari, ma anche dal capo e dal vicecapo gabinetto e dai direttori generali. Nel 1997 sono partiti - secondo la ricerca - tra circolari, provvedimenti e ordinanze ben 974 documenti, mentre nei primi sette mesi del 1998 si è arrivati a 341: 108 in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. I danni della burocrazia, secondo la Uil, colpiscono anche le tasche del personale della scuola: «Chi ha 15 anni di servizio non ha ancora la certezza che il proprio stipendio mensile sia quello stabilito dal contratto di lavoro. Solo 500 mila lavoratori della scuola, circa la metà del personale in servizio, ha ottenuto gli aggiornamenti di stipendio». Per questo, la Uil - in base alla legge Bassanini - sollecita la trasformazione del ministero della Pubblica Istruzione da centro di gestione a centro di «progettazione e di erogatore di servizi per la nuova scuola dell'autonomia», [r. cri.] LA CENERENTOLA DELL'ISTRUZIONI Settore Settore Tnt->io pubblico privato ,oiaie Finlandia 7,3% 0,6% 7,9% Svezia 6,7% 0,1% 6,8% Danimarca 6,2% 0,5% 6,7% Francia 5,1% 0,8% 5,9% Irlanda 5,7% 5,7% Portogallo 5,2% 5,2% Spagna 4,2% 1 5,2% Olanda 1,8% 3,3% 5,1% Germania 3,7% 1,2% 4,9% Regno Unito 4,1% 4,1% Italia 3,84% — 3,84% (Percentuali in rapporto al prodotto interno lordo) La spesa per la scuola è scesa a meno di 60 mila miliardi l'anno

Persone citate: Bassanini, Massimo Di Menna