Il caso Giordano divide Flick e Dini di Maurizio Molinari

Il caso Giordano divide Flick e Dini Dissidio tra i ministeri: due bozze per spiegare il mancato avviso ai superiori del cardinale inquisito Il caso Giordano divide Flick e Dini Ma entrambi assolvono i magistrati ROMA. Il governo italiano ha iniziato a redigere la risposta ufficiale alla nota verbale di protesta presentata della Santa Sede per le indagini sul cardinale di Napoli, Michele Giordano. Al momento, di bozze di testi ve ne sono almeno due, unanimi nel difendere come «corretto» l'operato della magistratura e nell'indicare il difetto procedurale nel «mancato avviso» ai «superiori del cardinale»: Ma i due testi non sono coincidenti nell'analisi del «perché» dello scivolone. Per la versione definitiva bisognerà attendere un vertice fra Romano Prodi, il Guardasigilli Giovanni Maria Flick e 3 ministro degli Esteri Lamberto Dini, in programma nei prossimi giorni. Ieri mattina, gli esperti concordatari della Farnesina e del ministero di Grazia e Giustizia hanno esaminato in parallelo la nota verbale consegnata all'ambasciatore presso la Santa Sede Alberto Leoncini Bartoli. La protesta vaticana chiama in causa quattro aspetti differenti dell'indagine svolta dalla procura di Lagonegro: le intercettazioni telefoniche a carico dell'alto prelato; la fuga di notizie sulla stampa in merito all'avviso di garanzia prima che venisse recapitato al diretto interessato; la mancata comunicazione preventiva dell'avvio delle indagini ai superiori del cardinale, ovvero alla Santa Sede, come previsto dal nuovo Concordato; l'avvenuta perquisizione da parte degli inquirenti della Curia partenopea, protetta dall'extraterritorialità. L'esame della nota vaticana ha portato gli esperti concordatari di Giustizia ed Esteri a prendere atto che, come aveva già detto Prodi a Fhck la scorsa settimana dopo aver esaminato la relazione del procuratore Michelangelo Russo, «tutto è a posto» per quanto riguarda la legittimità dell'indagine, che non viola i Patti Lateranensi. Ma Tunanimità fra gli esperti finisce quando si affrontano le questioni procedurali oggetto della contestazione vaticana, ovvero il «come» l'indagine è stata svolta e quindi anche sul «perché» del mancato avviso. A tale proposito, una nota diffusa nel primo pomeriggio di ieri da «ambienti governativi» e ritenuta «condivisibile» da fonti ufficiali del ministero di Grazia e Giustizia affermava che «alcune norme dei Patti Lateranensi rinnovati nel 1985 potrebbero essere in contrasto con quanto previsto dal nuovo codice di procedura penale introdotto nel 1989». Ad esempio, «alcune prerogative dei cardinali facevano riferimento al ruolo di testimone in un processo e non a quello di indagato» oppure «l'obbligo di avviso è previsto in caso di processo dal codice dell'89 e in caso di procedimento dal Concordato delì'85». Come dire: i contrasti procedurali sarebbero dovuti al fatto che il nuovo codice dell'89 è giunto dopo la revisione del Concordato nell'85. Ma questa tesi non trova molti consensi negli ambienti della Farnesina, dove la bozza di risposta preparata per 0 ministro afferma invece il principio opposto: il nuovo codice di procedura penale rispetta il Concordato del 1985 proprio perché fu successivo. D'altra parte - si fa notare - ammettere il contrario significherebbe che la revisione del codice di procedura penale avvenne in violazione di un'intesa internazionale. Ovvero: il vulnus non è nel testo dei codici, ma caso mai nell'applicazione. L'altro episodio che ha confermato la non perfetta sintonia fra i due dicasteri sul caso-Giordano è stato l'incontro di ieri sera a Pa¬ lazzo Chigi fra Prodi e Fhck, assente Dini. Per il ministero di Grazia e Giustizia «al centro del breve colloquio» c'è stata la «nota verbale con cui il governo risponderà al Vaticano» e l'assenza di Dini «era prevista». Alla Farnesina invece precisano che «non risulta» che Fhck e Prodi abbiano parlato del caso-Giordano «ma di tutt'altro assieme ad altri ministri» e che invece - si fa notare - la risposta da dare al Vaticano sarà affrontata «nell'incontro con Prodi cui saranno presenti sia Flick sia Dini». Maurizio Molinari «Nessuna violazione del Concordato ma c'è stato un errore di comunicazione nella procedura» Craxi e il cardinale Casaroli nell'85 alla firma dei nuovi Patti Lateranensi

Luoghi citati: Lagonegro, Napoli, Roma