La seconda giovinezza di Carlo di Fabio Galvano

La seconda giovinezza di Carlo La seconda giovinezza di Carlo In un anno ha ritrovato ilfavore della gente L'ETERNO PRINCIPE LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE La svolta, per il principe Carlo, porta la firma delle Spice Girls. Per assurdo che possa sembrare, la rinascita della sua popolarità - ora chiaramente sottolineata dai sondaggi - è partita dal Sud Africa, dalla casa di Nelson Mandela: dove Carlo, in visita con i figli, si era fatto fotografare con il fenomeno canoro del momento. Certo: il suo ruolo durante i funerali di Diana lo aveva già rivalutato, agli occhi di un'opinione pubblica irritata da una famiglia reale troppo assente, ma non al punto di rilanciarlo, così a ridosso del dramma che implicitamente l'aveva coinvolto e in cui la sua era la parte del cattivo. Ma due mesi dopo, a novembre, quella foto da Pretoria - surreale per un'Inghilterra ancora in lacrime per Diana, forse anche di cattivo gusto - avrebbe fatto il miracolo: accanto alle ragazze-fenomeno del momento, era come se il principe si fosse calato negli ambienti e nelle situazioni così care a Diana e apprezzate dal popolo di quella «regina di cuori». Ecco un Carlo non più inamidato, meno impacciato del solito, padre premuroso e affettuoso, disposto ad affrontare col sorriso anche un bagno di Spice per la felicità del principino Harry. La percezione dell'opinione pubblica britannica è di un Carlo profondamente cambiato. Resta però da vedere se la trasformazione è sostanziale o solo cosmetica, frutto in questi ultimi 12 mesi delle eminenze grigie che ne controllano l'immagine. Fatto è che i sondaggi non potrebbero oggi essere più lusinghieri. Quello pubblicato giovedì dal «Times» rileva come il voto negativo registrato prima che Diana morisse (46% a disapprovarlo, solo il 42% soddisfatti di lui) e già capovolto per Natale grazie anche alla foto con le Spice e ad altre analoghe iniziative (61% prò e 29% contro), sia ormai completamente cancellato. Per 63 a 24, nella fredda logica delle cifre, Carlo ha riconquistato quello che per anni, a sua esclusione, era stato il <.nonnin di Diana»: sfiorando il livello-record di popolarità di Tony Blair, la cui luna di miele con l'elettorato sembra resistere a tutti i trabocchetti tesi dalla politica quotidiana. Era forse prevedibile, con la sua maggiore rivale Diana - scomparsa di scena. Ma sicuramente non era inevitabile: qualche merito, quindi, deve averlo. Persino Camilla oggi gli viene perdonata, se non addirittura offerta in matrimonio: in un altro sondaggio («Mail on Sunday») soltanto il 9% degli interpellati ritiene che Carlo dovrebbe porre fine a quella relazione, mentre il 42% ritiene che essa possa ormai svolgersi alla luce del sole e il 38% che i fiori d'arancio sono auspicabili. Nessuno arriccia il naso più di tanto neh'apprendere che i principi William e Harry vedono regolarmente Camilla, ormai padrona di casa a Highgrove, la residenza di Carlo nella campagna del Gloucestershire; o che alla festa (anticipata) per i 50 anni che Carlo compirà a novembre i ragazzi hanno persino invitato Tom e Laura, i due figli della «dama nera». Carlo cavalca l'onda di una stampa sempre più indulgente nei suoi confronti: la stessa che, parteggiando per Diana, gli aveva reso la vita così difficile. Di questo, probabilmente, può ringraziare William e Harry: paradossalmente grazie al culto di Diana. Molti, in Inghilterra, venerano i principini come incarnazione di «santa» Diana; e il nuovo ruolo paterno di Carlo, ri¬ masto solo ad allevare i ragazzi, fanno dire di lui - a torto o a ragione - che è «diventato un padre migliore». Certo è padre affettuoso. In un Paese dove abbracci e baci fra maschi di famiglia sono ancora una rarità, frutto di una morale vittoriana e di un mal riposto senso di riservatezza, Carlo non esita a ester¬ nare quel suo affetto anche in pubblico, in grafico contrasto con le fredde strette di mano con le quali persino sua madre Elisabetta lo accoglieva quando portava ancora i pantaloni corti. Probabilmente Carlo è sempre stato un padre attento; ma prima erano le uscite di Diana con i figli, al cinema o nei parchi di divertimenti, a fare notizia. Forse la nuova simpatia di cui Carlo gode è anche dovuta - a parte l'impegno a sorridere di più, a essere meno imbarazzato in pubblico - alla rinuncia da parte dei media alle punzecchiature quotidiane. Quando Diana era viva, tutte le attenzioni erano per lei; e di lui s'inseguivano soltanto le goffaggini, le gaffes, gli aspetti meno limpidi. Oggi la stampa inglese sembra avere il bavaglio: timorosa di essere messa un'altra volta sul banco degh accusati, come un anno fa per il suo trattamento di Diana, è molto più rispettosa nei confronti deUa monarchia e quindi anche di Carlo. Questo gli ha concesso, come osservava nei giorni scorsi il «Guardian», di «rispolverare il personaggio dello scapolo disinvolto», quello che era stato suo negh Anni Settanta, forse il periodo più febee della sua vita, in cui il giovane principe s'era creato la fama di uomo dinamico nonché di rubacuori. E' possibile che la nuova percezione che si ha di Carlo, ormai alle soglie dei 50 anni e tuttora lontano dal trono se è vero che Elisabetta rifiuta qualsiasi ipotesi di abdicazione, tragga qualche beneficio dal tentativo - lento ma reale - di modernizzare la monarchia. E' un tentativo fatto anche di relazioni pubbliche, d'immagine; e la stampa inglese indica in Mark Bolland e in Tom Shebbeare, rispettivamente vicesegretario privato di Carlo e direttore del Prince's Trust, i motori dietro il volto nuovo del principe. E' stato Shebbeare a organizzare l'incontro di Preto- ria con le Spice. Ed è stato Bolland dietro un viaggio - a febbraio, nello Sri Lanka, nel Nepal e nel Butan - in cui il «volto umano» di Carlo è stato offerto in pasto ai fotografi proprio come lo era stata la «crocerossina» Diana: in una visita a un ospedale che accoglieva donne vittime dell'Aids. «In passato i fotografi lo seguivano solo per coglierlo in fallo - ammettono i suoi consiglieri -. Noi l'abbiamo convinto a ritentare». In fondo piace anche, del nuovo Carlo, la misura con cui prosegue la sua indefessa marcia per fare accettare Camilla al suo fianco. Ormai più nessuno discute quella presenza, anche il tabù dei rapporti fra i principini e colei che in ambienti reali viene riduttivamente chiamata «Mrs. P-B» è ormai crollato. Paradosso nel paradosso, sono il suo conservatorismo, la sua vanità intellettuale, i suoi istinti reazionari, il suo radicato tradizionalismo, facendo di lui un inarrestabile rullo compressore, a emergere come carte vincenti. La ciliegina sulla torta è quello che taluni osservatori hanno definito «il suo spiritualismo romantico», espresso attraverso i suoi acquarelli e il suo amore per il giardinaggio: un tocco frufru, che non guasta. Non che manchino le critiche al «nuovo» Carlo. Stephen Pollard, commentatore dell'«Express», si domandava l'altro giorno se Carlo «viene proprio dal pianeta Terra», prendendosela con un suo discorso in lode di quel dimenticato ma eccellente politico che fu Sir Alee Douglas-Home, con i suoi panini in tema di architettura e dì coltivazione organica. Altri gh rimproverano di essere ancora «terrorizzato», a un anno dalla morte di Diana che ne rivelò un'insospettata tempra (per la fermezza con cui impose i funerali pubblici e una partecipazione diretta a una famiglia che aveva invece deciso di tenersene distante), da quella scomoda presenza. Sono gentili brezze, rispetto all'uragano continuo che lo travolgeva in anni recenti. Fabio Galvano E' passato da un 42% di sostenitori al 63% convincendo anche il «popolo di Lady Di» E' piaciuto il suo ruolo di padre affettuoso, capace di allevare i figli Due abili esperti in immagine hanno saputo accreditarlo come l'unico che può modernizzare la monarchia Adesso perfino la stampa più ostile è pronta ad accettare l'annuncio che ha deciso di sposare Camilla

Luoghi citati: Inghilterra, Londra, Nepal, Pretoria, Sud Africa