La notte per Diana al Pont de l'Alma di Aldo Cazzullo

La notte per Diana al Pont de l'Alma Organizzata da un'associazione culturale: il Comune di Parigi ha rinunciato alle celebrazioni La notte per Diana al Pont de l'Alma Ex voto, poesie, fiori alla veglia dell'anniversario PARIGI DAL NOSTRO INVIATO «Dritta, dorata, scintillava la Tour Eiffel/e l'auto che fuggiva. Poi, quel tunnel...». Sotto quel tunnel romba il traffico, indifferente ai versi d'occasione che declama Jacques Louchard, poetastro) d'incerta fama. «... Voi che inseguivate mia foto/d'un bacio rubato, non avrete che ex voto». Gli ex voto si accumulano sul ponte dell'Alma, attorno alla fiamma dorata divenuta cenotafio di Lady Diana. In realtà è la copia della fiaccola della statua della Libertà e non una citazione di «Candle in the Wind», come credono molti dei pellegrini inglesi, dei voyeur parigini e dei turisti italiani che si azzuffano per la prima fila con una candela bianca accesa. Un anno fa, a quest'ora, erano molti di più a sfilare nel tunnel qui sotto, una rosa in mano, verso il pilone che la fantasia dei media (chi mai aveva pensato di contare i piloni di un sottopassaggio?) indicava come il numero 13. Ora le Polaroid dei turisti cliccano all'unisono con le Nikon professionali dei fotografi, e le auto ferme in coda recano quasi tutte il marchio di una tv giapponese o tedesca. Ponte dell'Alma, ore 19. Comincia la veglia per la principessa. Non organizza il Comune di Parigi, che ha rinunciato a ogni manifestazione, ma un'associazione culturale, «Odysée Découverte». Amplificatori di fortuna scandiscono le poesie composte da mani anonime per la principessa. Versi infantili («Je n'ai te pas connue/mais je t'aimais beacoup»), rime involute («Tu as eu le courage de resister au système protocolaire/ pour mener la croisade pour les causes humanitaires». Sui cartelli il Messico informa che non dimenticherà, il Bangladesh fa sapere di essere con Diana, quindi contro Camilla. «Abbasso Carlo», scrivono su un biglietto del mètro due ragazze da Modena. Su un mazzo di fiori è deposta la copertina nera dell'ultimo libro-scandalo uscito in Francia (ma nel complesso il filone editoriale di Diana ha fruttato poco più di 200 mila copie): «Hypothèse attentat». Una scritta ribadisce: «It was not an accident». Una targa informa che «questo non è il monumento a Diana, né indica il vero luogo del cosiddetto incidente». Altre iscrizioni invocano la restituzione della Fiamma al suo fine originario, onorare l'amicizia tra Francia e Stati Uniti, o chiedono «una statua» o almeno «una via» per Diana. Interpellati da «France Soir», il 70% dei parigini hanno detto che vedrebbero volentieri sulle cartine della città un'«Avenue Princesse du Galles». L'ambasciatore britannico non dev'essere dello stesso avviso: interpellato dal Municipio, non ha neppure risposto. Parigi rimedierà dedicando a Lady Di un giardino nel quartiere del Marais. Ariane, 22 anni, studentessa a Jussieu, viene qui tutti i giorni da settimane. Cita Tony Blair e dice che vuol rendere omaggio alla «principessa del popolo». Anche Charles, 25 anni, fotografo, viene qui tutti i giorni. In cerca della giusta inquadratura. «Ma sono tutti turisti, senza emozioni. Scusi, lei, con il taccuino, può mettersi un attimo da parte?». La signora Hartley, chignon e velet¬ ta nera, guida un pullman di pensionati di Liverpool. Erano a Parigi un anno fa, sono tornati dalla loro Lady e non capiscono perché gli organizzatori suonino «Le temps des cerises», la canzone della Comune di Parigi, anziché «Candle in the Wind» di Elton John. Geraldine Boezio, 22 anni, padre italiano e madre francese, era invece a Londra. Si è emozionata, e siccome è a Parigi per i suoi studi ha acceso anche lei la candela bianca. Ora il microfono invita a inginocchiarsi e pregare. Si inginocchiano anche i fotografi. Amen. Che. Sono le 20 e 30, continua ad arrivare gente. Ouda Bouside, tunisina, una degli organizzatori, l'accoglie mostrando i ritratti della principessa, i due volti di Diana, quello infantile del matrimonio e quello sicuro di sé del divorzio. «Quanto costano?». «Non ve li darei per un milione di franchi. Voghamo rendere un omaggio, non raccogliere denaro». In vendita solo lattine di birra e hot-dog, grazie a un ambulante, anche lui tunisino. I pellegrini della principessa che hanno deciso di vegliare fino a notte si siedono a mangiare. I turisti si allontanano. Chi accenderà la tv potrà vedere sul primo canale «Princesse du peuple», terrificante telefilm con i sosia di Diana e Dodi. Altri puntano verso i bateaux mouches, un altro dei miti di Parigi che al ponte dell'Alma ha il suo capolinea. Aldo Cazzullo Tra i cartelli: «Il Messico non dimenticherà» e «Abbasso Carlo» Il principini Harry e William A fianco Carlo con la regina madre si avvia alla cerimonia commemorativa per Diana Maz2i di fiori intorno al ritratto di Diana sotto il tunnel dell'Alma

Persone citate: Diana, Eiffel, Elton John, Geraldine Boezio, Hartley, Jacques Louchard, Marais, Pont, Tony Blair