«Uccidete gli americani, Bin Laden vi pagherà» di Franco Pantarelli

«Uccidete gli americani, Bin Laden vi pagherà» TERRORISMO Chiusa l'ambasciata in Ghana, troppi rischi. Anche i Non-allineati vogliono indagini sulla fabbrica bombardata «Uccidete gli americani, Bin Laden vi pagherà» / terroristi annunciano una ricca «taglia», allarme dell'Fbi NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Sulla testa di ogni cittadino americano che si trova all'estero c'è una taglia di «migliaia di dollari». L'hanno posta i gruppi che hanno il loro rifugio in Afghanistan per rispondere alla pioggia di missili Cruise che il 20 agosto si è abbattuta su di loro. Il messaggio con la promessa di ricompensa lo hanno rivolto a «tutti i gruppi terroristici del mondo», invitandoli in un certo senso a una specie di crociata di portata planetaria. Questa notizia era ieri sul «Washington Times», corredata da un avvertimento lanciato dall'Fbi a tutte le compagnie americane con sedi all'estero o con molto personale viaggiante. Non ci sono informazioni, dice l'Fbi, su ciò che i terroristi intendano organizzare negli Stati Uniti, ma in questo momento chi veramente è a rischio sono gli americani all'estero, cosa che del resto sembra in linea con il «li colpiremo ovunque» lanciato da Osama bin Laden dopo l'attacco missilistico (e prima di essere ammonito dai suoi ospiti afghani a non fare proclami dal loro territorio). Per non seminare il panico, l'Fbi ha evitato un avvertimento pubblico ed ha preferito inviare il suo messaggio in forma «riservata» a ognuna delle compagnie impegnate nell'import-export. Ma evidentemente i dirigenti di una di esse hanno pensato bene di mostrarlo al «Washington Times». Anche per quanto riguarda le sedi all'estero ufficiali, come le ambasciate, l'allarme continua. Ieri è stata decisa la chiusura della rappresentanza diplomatica americana ad Accra, la capitale del Ghana. La ragione, è stato spiegato, è che le minacce ricevute si erano fatte «crescenti» e non si era sicuri di poter garantire la sicurezza di quelli che si recano nell'edificio. Anzi, la popolazione di Accra è stata invitata a tenersene alla larga. La misura, per il momento, avrà una durata di tre giorni, ieri oggi e domani, per avere il tempo di rivedere tutte le misure di sicurezza. Poi si deciderà se riaprire o no. Eventuali «servizi d'emergenza», non meglio specificati, saranno comunque forniti, hanno fatto sapere i diplomatici americani. Anche nel vicino Togo, dice il dipartimento di Stato, le minacce si sono fatte di giorno in giorno più numerose dopo gli attentati del 7 agosto contro le amba- sciate in Kenya e Tanzania. Ma in quel caso non si è arrivati alla chiusura della sede diplomatica, forse perché i suoi servizi di sicurezza sono considerati migliori di quelli di Accra. Il problema della sicurezza delle ambasciate, come si sa, è che è stata orga¬ nizzata individualmente, senza seguire gli «standard» decisi dal dipartimento di Stato negli Anni 80, per mancanza di fondi. Chi invece intende vendicarsi con «mezzi pacifici» è il Sudan, un cui stabilimento di prodotti farmaceutici è stato raso al suo¬ lo dai missili americani in contemporanea con l'attacco lanciato contro i campi dei terroristi in Afghanistan. Bill Clinton, dando conto di quell'attacco, disse che lo stabilimento era in realtà destinato a lavorare gli agenti chimici necessari a pro¬ durre il gas nervino VX. Ma da allora sono apparse varie ricostruzioni della faccenda e le «prove convincenti» citate da Clinton appaiono sempre meno tali, tanto che la storia di quello stabilimento comincia ad essere paragonata a quella famosa della centrale del latte di Baghdad, distrutta durante la guerra del Golfo perché nei sotterranei aveva le armi chimiche. L'inviato della Cnn Peter Arnett andò in quei sotterranei, mostrò davanti alle telecamere che non c'era nulla e fu accusato di antipatriottismo. La richiesta del Sudan di una seria indagine da parte dell'Orni per accertare la verità, presentata subito dopo il bombardamento, ha avuto l'appoggio di tutti i Paesi arabi, compresi gli imbarazzatissimi amici degli Stati Uniti. Ora ha avuto anche l'appoggio dell'organizzazione dei Paesi non allineati, i cui 113 membri stanno svolgendo la loro riunione annuale a Durban, in Sud Africa. Franco Pantarelli 1 ilyiii v llllilliii L'interno della fabbrica di medicinali Al-Shifa a Khartum

Persone citate: Bill Clinton, Bin Laden, Clinton, Cruise, Osama Bin Laden, Peter Arnett