L'ex segretario di Togliatti scrive sul giornale di An di Massimo Caprara

L'ex segretario di Togliatti scrive sul giornale di An Caprara: così il «Migliore» censurò Gramsci L'ex segretario di Togliatti scrive sul giornale di An ROMA. Massimo Caprara, ex segretario del leader comunista Palmiro Togliatti, scriverà sul Secolo d'Italia, quotidiano di Alleanza nazionale. Colui che fu al fianco del «Migliore» per vent'anni e deputato del Pei per quattro legislature inizia oggi la sua collaborazione con un articolo sulla censura operata da Togliatti agli scritti di Antonio Gramsci. Caprara ha accettato la proposta di collaborazione che gli è stata offerta dal condirettore dell'organo di An, Marcello Staglieno, senza avanzare obiezioni di natura politica. Nell'articolo di esordio, inviato al giornale di Gianfranco Fini, Caprara afferma, tra l'altro, che fu proprio Togliatti a impedire che nel 1932 Gramsci fosse liberato dal carcere fasci¬ sta, in uno scambio di prigionieri concertato dal Vaticano. Caprara ricostruisce anche la vicenda dei «Quaderni dal carcere» scritti dal fondatore del partito comunista italiano: gli originali che Togliatti affermava di aver visionato in Spagna nel '36, erano in realtà solo una copia di documenti frammentari. I manoscritti autentici furono raccolti dalla cognata di Gramsci, Tania Schucht, e inviati a Mosca nel '38: «Le carte - scrive Caprara - furono consegnate al Komintern che le assegnò al trattamento di una rigorosa commissione di lettura, perché Gramsci era sospettato di filo-trotzkjismo». Caprara racconta di aver chiesto ad Eugenio Reale, dirigente di spicco del Pei nel secondo dopoguerra, di qual ge- nere fosse mai quella lettura. «Di epurazione», avrebbe risposto Reale. Ai testi lavorarono la cognata e la moglie di Togliatti, le sorelle Elena e Rita Montagnana. Altri scritti gramsciani comparvero, in copia, negli anni successivi: Caprara ricostruisce il loro percorso editoriale, sostenendo che mentre la provenienza dei manoscritti fu sempre dubbia, tutti furono «supervisionati» e «manipolati» da funzionari del Pei e del Komintern. [AdnKronos] Massimo Caprara

Luoghi citati: Italia, Mosca, Roma, Spagna