D'Antoni rialza il tono; risultati o sciopero di Fabio Martini

D'Antoni rialza il tono; risultati o sciopero A Telese il leader Cisl rilancia la sfida a Prodi: mi auguro che questa volta abbia capito D'Antoni rialza il tono; risultati o sciopero Ma Larizza frena: è controproducente TELESE DAL NOSTRO INVIATO Ma dov'è finito D'Antoni? Sta arrivando in elicottero con Mastella? In attesa dell'arrivo della superstar dell'estate 1998, tra i padiglioni di acqua sulfurea delle Terme di Telese, il presidente dell'Inps Gianni Billia chiacchiera delle sue scarpe con Diego Della Valle: «Sono andato in un tuo negozio, ma non ho trovato la misura giusta...». Della Valle scherza su D'Antoni: «Non è ancora arrivato? Forse è a Cinecittà a preparare lo sciopero generale...». C'è un clima salottiero alla seconda giornata della festa dell'Udr e pochi sembrano prendere sul serio la sparata di Sergio D'Antoni l'ospite più atteso della giornata. E invece il leader della Cisl non appena sale sul palco, trasforma un pacato dibattito sulla occupazione in un vibrante comizio, mettendosi ad urlare come se stesse in piazza: «Da democristiano - si sgola D'Antoni avrò organizzato non so quanti scioperi generali contro governi a guida de. Beh, non c'è scandalo, non c'è scandalo!». E urla a squarciagola, allungando alcune parole con il compiacimento del comiziante: «Non succede nullaaaa, stiano tutti calmiii! Io ho ricevuto una grande lezione, l'au- tonomia è vera se è scomoda per tutti. Se per alcuni è comoda, quella non è autonomia! Se i risultati non arrivano si fa una sola cosa: ci si mobilita e si fa un bello sciopero generale!». E qualche minuto prima, alludendo proprio a Prodi, il leader della Cisl aveva calato una battuta velenosa: «Sul debito sono tutti stranieri! Sembrano tutti... africani, sembra che non c'era nessuno in questo Paese. E invece c'erano tutti, c'eravamo tutti!». Il Sergio D'Antoni visto a Telese sembra proprio un personaggio che sta cercando una strada per buttarsi in politica. Racconta barzellette («la sapete quella del maiale e della gallina?»), ammicca, ogni tanto le canta chiare e anche quando attacca il governo, abilmente ricorda a quella platea superdemocristiana, che anche lui lo è stato («Da de ho organizzato tanti scioperi...»). E anche se tutti - da Mastella a Pomicino, da Tabacci a Sanza - negano informalmente poi fanno trapelare che nelle ultime settimane tra D'Antoni e il partito di Cossiga ci sono stati contatti, chiacchiere, ragionamenti sul futuro. Anche se, per dirla con le parole di un ministro della Prima Repubblica «è utile che in questa fase il ruolo sindacale di D'Antoni sia preservato e non appaia soffocato dalla nostra presenza». Ma visto che non sa bene cosa farà da grande, che entrare in politica non è facile per un personaggio ingombrante come lui, D'Antoni fa un po' di equilibrismo: assieme alle battute minacciose, lancia messaggi rassicuranti a Prodi: «Io spero che abbia capito: ieri ha fatto una dichiarazione non dietrologica. Ho apprezzato quell'invito a dialogare e a rilanciare la concertazione, cosa che prima non si è potuta fare per contraddizioni interne alla maggioranza». Ma prima che arrivasse D'Antoni, alla festa dell'Udr aveva parlato il lea¬ der della Uil Pietro Larizza: «Quello dello sciopero generale può essere un buon argomento sul piano politico, ma al sindacato non fa portare a casa dei risultati. Io non ho mai parlato di scioperi, non li ho promessi, né li ho minacciati». E poi la chiusa velenosa di Larizza: «Questa fiamma estiva accesa in assenza del governo rischia di essere controproducente per il sindacato». E' la conferma che è in crisi il tradizionale asse Cisl-Uil e questo anche dopo l'accostamento al pds del sindacato laico-socialista: anche se è poco noto, Larizza (come Cofferati) viene puntualmente invitato alle riunioni della direzione dei democratici di sinistra. Nel dibattito trasformato da D'Antoni in un comizio, era intervenuto, tra gli altri, Diego Della Valle: «Un amico fraterno come Clemente Mastella, ogni anno mi chiede di investire da queste parti, io ogni volta faccio i conti e scopro che non mi conviene, anzi mi converrebbe di più andarmene in Irlanda o in Galles». E quando il dibattito è finito, con il realismo del politico che sa come vanno le cose nel mondo, Mastella chiosa così le sortite di D'Antoni: «Mi sembra difficile che gli facciano fare uno sciopero generale...». Fabio Martini 6ÌDa democristiano avrò organizzato non so quanti scioperi generali contro governi a guida De Non capisco perché adesso qualcuno dovrebbe scandalizzarsi n Sergio D'Antoni con Pietro Larizza ieri a Telese, a destra Clemente Mastella

Luoghi citati: Galles, Irlanda, Sanza