QUANDO LA RIVOLTA E' DONNA

QUANDO LA RIVOLTA E' DONNA QUANDO LA RIVOLTA E' DONNA I NCONTRARE le Madri di Plaza de Mayo, protagoniste negli Anni Settante e Ottanta di una ribellione silenziosa, non sanguinosa seppure bagnata dal sangue dei propri figli scomparsi per mano del regime militare argentino, mette un brivido su per la schiena di un uomo. Perché in questa parte di Europa sembra assurdo dover portare una testimonianza tanto forte contro una dittatura; eppure quanto accade nel Kosovo, quanto accade appena sulle sponde meridionali del Mediterraneo, a qualche miglia marina da noi, ci fa sentire incapaci di lavorare concretamente per la pace. Il brivido si fa più profondo quando si pensa che siano gli uomini, i maschi, a guidare le guerre, lasciando le donne a casa, a proteggere la famiglia. Le Madri di Plaza de Mayo, che a poco a poco hanno visto sparire in luoghi ignoti i loro figli, colpevoli di non accettare il regime, sono in questo esemplari come tante altre donne nostre contemporanee. Non è un caso che i Talebani comincino ogni volta l'occupazione delle città conquistate per volontà dell'Islam indottrinando casa per casa le donne. Ogni donna ha infatti un potenziale di comunicazione assoluta: è il centro del mondo, è il cuore della casa, è la prima educatrice dei figli, è quella a cui i figli fanno capo quando crescono e per la prima volta sussurrano «stiamo per tornare a casa». E' anche colei che educa le fighe femmine, a loro volta presto madri. Non ha QUALA RIVE' DO NDO VOLTA NNA forse un concreto e riconosciuto potere politico; ma certo ha uno straordinario potere sociale. Quando una rivolta parte dalle donne, quando le donne, come in Algeria, non accettano più quanto lo Stato - o, per meglio dire, il regime - obbliga loro attraverso eserciti, coercizioni prestabilite o massacri occulti, lo Stato stesso comincia a vacillare. L'incontro con le Madri di Plaza de Mayo sarà una veglia quasi via crucis per le vie di Farigliano, nel Cuneese, e ci dovrà far pensare a tutte queste donne. Comincerà alle 23,30: ci saranno le domande di Massimo Carlotto, che porta un nome molto comune in Argentina, un nome veneto di emigranti che sono diventati uno dei cardini della nazione argentina e che sulla storia deUe madri argentine ha scritto un bellissimo e commovente libro-testimonianza, «Le irregolari» pubblicato all'inizio di quest'anno dalle edizioni E/O. Ci sarà il racconto del proprio fare giornalismo, un dovere etico innanzitutto di Mimmo Candito, per molti anni inviato della «Stampa» in America Latina, che ha narrato giorno per giorno quello che stava accadendo. Ci saranno anche i vini, piemontesi e argentini, per alleviare un po' il ricordo. Ma non riusciranno a toglierci l'angoscia per quello che ancora può accadere, che forse sta già accadendo, a madri e figli da qualche parte nel mondo. Paolo Verri

Persone citate: Massimo Carlotto, Mimmo Candito, Paolo Verri

Luoghi citati: Algeria, America Latina, Argentina, Europa, Farigliano, Kosovo