UN DESERTO AFFOLLATO di Gian Paolo Ormezzano

UN DESERTO AFFOLLATO UN DESERTO AFFOLLATO Cy E' stato chi, a Torino il giorno di Ferragosto o comunque in uno dei giorni del Grande Esodo, non è riuscito a trovare un posteggio in piazza San Carlo. Accade così ogni anno, ed una volta la constatazione è stata fatta da chi scrive in prima persona per niente singolare. Il grande problema è sapere se quel giorno Torino è comunque piena di gente, o se quel giorno tutti quelli che sono a Torino e hanno l'auto vanno a cercare, per una sorta di sfida, il posteggio in piazza San Carlo. Una terza eventualità, quella di Torino vuota di gente ma piena o pienuccia di auto che, lasciate in città dai proprietari, se ne vanno quel giorno in piazza San Carlo, è suggestiva ma impraticabile allo stato attuale del progresso automobilistico. Il mistero di piazza San Carlo piena d'auto è la sintesi del grande mistero ferragostano, o meglio del grande contrasto fra chi dice che la città è vuota e chi dice che la città è piena. Attenzione: non si dice di città mezza vuota o mezza piena, il che sarebbe comprensbile e non misterioso (casomai di città mezza vuota e mezza piena si parla in occasione di altri esodi annuali, senza la maiuscola). Niente via di mezzo: Torino è un deserto. Torino è piena di gente o casomai è il solito affollato «deserto» di tutto l'anno, perché la gente torinese non fa animazione, non sa vivere. Nessuna possibilità di dirimere la questione con un controllo diretto della presenze. Per farlo ci vuole infatti molta gente, e ce c'è molta gente Torino non può più essere vuota. La distribuzione ai cittadini di fogli da riempire, anche soltanto con un sì e un no, una crocetta o un niente, sulla presenza o meno in città nei giorni cruciali susciterebbe le ire del professor Rodotà paladino della privacy. Affidare il giudizio ad un comitato, mettiamo, di vecchi torinesi esperti della città non farebbe scaturire un dato valido: i torinesi così sono pochissimi, vivono appartati quando non nascosti, e non sanno nulla di parcheggi d'auto pieni o vuoti, magari quattro auto per loro sono già un'invasione. Alcuni di loro, poi, avendo letto per tanti anni, nel dopoguerra, il giornale satirico «Candido» e segnatamente la rubrica del signor Veneranda, scritta da un Manzoni, penserebbero, messi di fronte a certi pensieri ed ipotesi, di trovarsi di fronte ad una riedizione di qualcosa che a suo tempo li fece tanto ridere. Teniamoci il mistero, è speciale e «speziale», nel senso che dà gusto. Gian Paolo Ormezzano

Persone citate: Manzoni, Rodotà, Veneranda

Luoghi citati: Torino