Nuovo atlante del cielo di Piero Bianucci

Nuovo atlante del cielo Nuovo atlante del cielo Riporta 43 mila stelle, è in edicola SE le vacanze vi hanno portati in qualche posto dove l'inquinamento luminoso non ha ancora fatto svanire la notte in un chiarore lattescente, provate a guardare il cielo. Sopra di voi spiccherà il «triangolo dell'estate», formato da Vega (nella Lira), Altair (nell'Aquila) e Deneb (nel Cigno), e l'intera volta celeste vi apparirà attraversata dalla Via Lattea e gremita di stelle. Moltissime stelle. Quante? Il numero sembra sfuggire a ogni valutazione ma in realtà, se ci si mette a contarle con pazienza, si arriva a circa duemila, che è pur sempre una bella cifra. Bene: per incominciare a orientarvi in mezzo a questo formicolìo di punti luminosi, in edicola, a 15 mila lire, con il fascicolo di agosto-settembre della rivista «l'astronomia» trovate un nuovo atlante del cielo che può accompagnarvi nelle vostre esplorazioni. Lo hanno curato Alberto e Carlo Cora per il mensile diretto da Corrado Lamberti e Margherita Hack e in 48 tavole riporta tutte le stelle, del cielo boreale e del cielo australe, fino all'ottava magnitudine, cioè 6-7 volte più deboli delle più fioche stelle visibili a occhio nudo. Sono, queste stelle, circa 43 mila, alle quali si aggiunge qualche migliaio di oggetti fino alla dodicesima magnitudine: nebulose diffuse e planetarie, ammassi aperti e globulari, galassie ancora alla por¬ tata di un telescopio di 15-20 centimetri di apertura. I colori - nero per le stelle, giallo per nebulose e ammassi stellari, rosso per le galassie, azzurro per la Via Lattea - e le dimensioni ridotte (formato A4) rendono comoda la consultazione. Questo nuovo atlante stellare riempie un vuoto. Si colloca infatti a metà strada tra quelli professionali, ingombranti e troppo ricchi di stelle deboli, e quelli più semplici per dilettanti, che in genere si fermano alla magnitudine 6 o 7 (tra questi i vecchi astrofili ricorderanno il famoso, ma ormai introvabile, atlante deL'Lacduailicmsq Una curiosità: i confini'delle costellazioni sono ovviamente quelli ufficiali, stabiliti nel 1928 dall'Unione Astronomica Internazionale in coordinate riferite all'equinozio dell'anno 1875. Nel redigere il nuovo atlante con le coordinate aggiornate al 2000, Alberto e Carlo Cora si sono trovati di fronte a una lieve distorsione dei confini delle costellazioni dovuta alla precessione. La deformazione, peraltro avvertibile solo per le costellazioni circumpolari, è stata eliminata per evitare uno sgradevole disallineamento rispetto alle linee di declinazione e di ascensione retta. L'estetica, almeno in questo caso, era più importante che l'esattezza. Piero Bianucci

Persone citate: Carlo Cora, Corrado Lamberti, Margherita Hack, Vega

Luoghi citati: Aquila